Pembroke e Cardigan Welsh Corgi

Web Name: Pembroke e Cardigan Welsh Corgi

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PagineHome pageSu di noiAllevamento CorgilandiaStorie di PembrokeStorie di Cardigan...e altri animaliLe nostre StorieArticoliGalleria fotograficaCreazioni di Chicca martedì 24 marzo 2020 Il Corgi Nasce dalla Spalla
Aitempi dei miei esordi nel mondo della cinofilia, la conoscenza dellastessa era caratterizzata da un numero limitatissimo di pubblicazioniin materia e da una ampia diffusione di dogmi che gli allevatori deltempo dispensavano ai loro giovani aiutanti, in terra dAlbioneconosciuti come kennel-boy. Assiomi che spesso giungevano alleorecchie come fini a se stessi, privi di spiegazione alcuna o quasi edi cui soltanto il tempo o le conoscenze aggiunte avrebberodimostrato la veridicità o la infondatezza. Quindi la paternitàdella voce che, di volta in volta, sentenziava relativamente aqualcosa era quantomai importante, poiché spesso questi dogmiurtavano la logica del bipede, altre volte invece sembravanogiustificabili quanto la premonizione di una sibilla o ancora,trovarne solo come puro sfoggio di boria e competenza oltre ognilimite. Come quando sentivo affermare io scelgo i soggettimigliori di una cucciolata appena nati, frase che pare unaaffermazione esagerata ma che si comprende bene con lesperienzadiretta e una osservazione consapevole: i cuccioli appena natiinfatti non sono ancora ricoperti degli strati di grasso che benpresto il latte materno giustamente regala loro rendendoli certamentetondi e puffolosi, ma nascondendo anche la struttura ossea cheinvece, a cucciolo appena nato, risulta ancora sensibile allocchio. Naturalmente tutto questo va condito da una preparazione in campocinotecnico, perché un conto è vedere, altro è saper interpretareciò che si vede.
Sicchérimasi profondamente colpito il giorno in cui una della mie Ladies,la più tecnica tra le mie Maestre inglesi sentenziò: Il Corginasce dalla spalla.Oraera chiaro che non si riferisse propriamente al metodo secondo ilquale i cuccioli vengono al mondo, quanto al fatto che la spallafosse la chiave attraverso la quale si sviluppava o meno un buoncane. Ciononostante, ammetto, se non fosse stata pronunciata da MissMae Moore non vi avrei dedicato tutta lattenzione invecenecessaria per comprendere quanto questa affermazione corrisponda averità assoluta.Percomprendere il motivo per cui una spalla corretta sia la condizionesenza la quale non si realizza un buon Corgi occorre anzituttorivolgere la nostra attenzione al movimento del cane, al modo cioèattraverso il quale lo stesso si sposta nello spazio che lo circonda.Cosa spinge avanti un cane in movimento, quali zampe usa un cane pertrasferire la sua forza muscolare al suolo affinché si trasformi inenergia cinetica? Stupirà, perché in cinofilia sentiamo tuttiparlare di posteriori che spingono bene o spingono poco, ma il cane ècome molte automobili, a trazione anteriore. Per comprendere beneperò la sostanza del suo movimento dovremmo rifarci idealmente aduna barca dove esistono quattro remi che lavorano indipendentementefornendo tutti una potenziale spinta, ma con vettori differenti. Comeben sanno i vogatori veneziani della regata storica, quelli chevolano sui gondolini a coppie, per far andare avanti una barca con iremi spaiati lunico modo è che chi sta a prua, anteriormente,tiri ovverosia mangi acqua a tutta forza e che il secondoinvece dedichi i suoi colpi di remo a compensare la forza dellatrazione per direzionare il mezzo. Questo accade esattamente anchenel cane e, almeno in questo, il nostro piccolo amico a zampa cortanon si discosta dai suoi simili. Quindi, quando si vede un posterioreche pare posare leggermente, o che ondeggia a destra e sinistra ildifetto non andrà per forza cercato nel treno posteriore, perchésicuramente dipende anche da una spalla non corretta, la qualepropone una trazione poco consona e impone al posteriore correzionial di fuori della norma. Correzioni che costano in termini di energiae non producono moto, così come il movimento non corretto di unaspalla. E chiaro a tutti quanto importante sia la facilità dimovimento in un soggetto da lavoro quale il Corgi, quantofondamentale sia la possibilità o meno di ottimizzare il rapportosforzo/spazio coperto. Un cane che disperde energie si stanca prima edi conseguenza lavora meno.Leossa principali da osservare quando dobbiamo valutare correttamenteun anteriore nel suo movimento e struttura sono la scapola anzitutto,il suo angolo di incidenza rispetto al suolo e quello rispettoallomero, relativamente al quale ne va valutata anche lalunghezza, che deve essere simile in entrambi. Losso della scapolascende verso la punta del petto abbracciando il torace con un angolodi circa 45 gradi rispetto al suolo, larto poi si ripiega versodietro grazie allomero con un angolo retto, di 90. In questoassunto stanno racchiuse le prime due fondamentali differenze tra iCorgi e le altre razze canine, che presentano infatti un omeronormalmente più lungo della scapola e un angolo di incidenza aperto,ben oltre i 90. Di qui la difficoltà di riuscire ad inquadrare adocchio la struttura di un soggetto da parte di chi, esperti giudiciin primis, non hanno una più che ortodossa conoscenza della razza.Problema che per i medesimi motivi si trasferisce nellallevamento.Poiché infatti neofiti e persone meno preparate tendono a valutarelarto anteriore nella sua totalità, spesso accade di vederesoggetti che presentano un anteriore allapparenza normale ma chein realtà è la somma esatta ottenuta con addendi sbagliati. Ed ècosì che omeri molto corti vengono spesso compensati da spalle conangoli aperti, restituendo quindi solo in apparenza la giustastruttura, ma essendo in realtà frutto di una totalità di erroriche poi vengono trasferiti alla progenie. Ma per quale motivo è cosìimportante questa particolare struttura per un Corgi? Perché ilnostro amico a gamba corta sfrutta tutta una serie di trucchi,unici nel panorama cinofilo, per compensare la limitata lunghezzatotale del suo arto e in realtà la qualità del suo movimento èdata da tutta una serie di assetti strutturali che non possonoassolutamente mancare, pena la trasformazione del nostro capace eficcante amico dal movimento radente e veloce in un barilotto cheondeggia a destra e sinistra mente avanza a fatica a piccoli passi.Ilprimo e più importante tra tutti consiste nello slittare in avantila scapola durante la falcata, seguito dallestensione dellangoloscapolo-omerale. Questo in buona sostanza consente al nostro amico diestendere il proprio arto anteriormente, guadagnando terreno come seavesse una gamba di diversi centimetri più lunga. Azione chesposterebbe esageratamente il baricentro del nostro amico sino afarlo cadere se, come le altre razze canine, il Corgi muovessemantenendo gli arti anteriori paralleli, cosa che non accade. Seinfatti lo osserviamo mentre ci viene incontro, ci accorgiamofacilmente che il piede poggia a terra quasi centralmente, una voltache lintero arto è passato agevolmente al di sotto del petto,favorito dagli angoli inizialmente chiusi. Esattamente lo stessomovimento che compiono i nuotatori di crawl, quando spingonoanteriormente la spalla per andare a prendere lacqua il piùdistante possibile. E evidente che per esercitare questa quantitàdi allungamenti il Corgi necessita di una struttura muscolare che lagiustifichi, così come dei legamenti particolarmente lunghi, ingrado di reggere e accompagnare lintero movimento. Ecco perché siraccomanda sempre estrema attenzione durante le fasi di crescita,periodo della vita del cane in cui tutto in lui è particolarmentemolle e, soprattutto, ecco perché far indossare la pettorina aun Corgi è una dannosa tortura, con esiti davvero fastidiosi perossa, legamenti e soprattutto giunture, che vengono oltremodosollecitate e si usurano molto più in fretta, originando dolorosepatologie. Infatti, anche quando non impediscono del tutto loslittamento anteriore della spalla, come nel caso di alcune pettorinead H o Y, incidono sulla posizione dellarto andando ad occupareattorno al torace lo spazio che invece dovrebbe ricevere il gomitoquando larto ritorna indietro. Come conseguenza il gomito vieneruotato esternamente, con un movimento che parte dalla punta dellascapola e porta in torsione le ossa che interessano lintero arto.A questo punto non si può più parlare di punti deboli di unamorfologia, ma di corretta gestione e conoscenza del proprio cane.Chiunque credo nella vita ha dovuto indossare un paio di scarpescomode, che creavano dolore in un punto durante la camminata e sisarà accorto di quanto presto, se costretto a camminare, insorgevanodolori in tuttaltre parti dellarto, spesso addirittura inquello opposto. Lo stesso accade quando per un motivo o per laltro,un torcicollo, il colpo della strega o una qualsiasi zoppìa, noi cimuoviamo in maniera non corretta. Presto insorgono dolori muscolari earticolari dovuti ai movimenti inopportuni che si compiono percompensare il problema.Ilmovimento di allungo dellarto anteriormente nel Corgi è talmentemarcato e importante che non può in alcun modo venire soffocato,sicuramente non con pettorine e strumenti sbagliati, ma anche conaccumuli di grasso, che hanno il medesimo effetto sullandatura,poiché vanno a occupare anchessi luoghi sbagliati, quellicioè interessati dal movimento dellarto. E poiché i principaliaccumuli di grasso, le maniglie dellamore per un cane nonstanno come noi sulla panza, ma si trovano giusto dietro le spalle,ne consegue che dobbiamo prestare una particolare attenzione amantenere il nostro beniamino in buona forma fisica.
Nessun commento: mercoledì 31 luglio 2019 Cosa significa essere nani?
Ilnanismo è sicuramente la caratteristica che primariamente identificala nostra razza e questo certamente lo sanno tutti i feliciproprietari di Corgi.Ciòche però più spesso si ignorano sono le condizioni che hannoconsentito il palesarsi di questa caratteristica così specifica,aspetto che ci porta a considerare i nostri soggetti come cani le cuizampe sono semplicemente un po più corte delle altre. Non ècosì in realtà e non esserne a conoscenza spesso guida noi versoansie inutili quanto scientificamente infondate e professionisti, avolte poco preparati in materia, alla ricerca di chissà qualepatologia, riservando ai nostri cani inutili e onerose praticheinvasive quali anestesie e dislocamenti ossei.Cerchiamodunque di capire che cosa significa essere nani, onde evitare di farela figura dei genitori che pensano di avere un figlio malato perchéa 13 anni inizia a modificare la voce e a riempirsi di pelo.Tranquilli, non si sta trasformando nelluomo lupo e neppure in unascimmia.Esserenani significa principalmente essere affetti da una patologia,geneticamente trasmissibile, che comporta la formazione difformedelle ossa prossimali, quelle cioè vicine al corpo. Questa patologiasi chiama CONDRODISPLASIA.Nomecostituito da condro- dal greco chondros, cartilagine edisplasia, sempre dal greco, ovvero crescita malforme.Mafermiamoci qui, alla parola displasia, che già fa venire ilbatticuore a solo sentirla nominare. Questo mostro che si combattesenza successo da decenni, con schiere di Don Chisciotte in camicebianco e altrettanti servitori. Non voglio entrare nel meritodellapprezzabilità scientifica secondo la quale i mediciveterinari catalogano come displasia dellanca il problema (omeglio, la serie di problematiche) che spesso coinvolge le anche deinostri amati a quattro zampe. Non almeno in questo breve scritto, nelquale mi interessa invece soffermarmi su di un aspetto inoppugnabile:i Corgi sono tutti affetti da condrodisplasia. Ovvero una patologiache si manifesta durante lo sviluppo e che determina una crescitamalforme, deforme, della parte ossea prossimale degli arti.Quantoquesta fase di crescita sia spesso faticosa e dolorosa lo sanno benegli umani colpiti dal medesimo problema. Questo perché learticolazioni malformi devono in qualche modo trovare una propriasistemazione per poter lavorare opportunamente nonostante ladeformazione, che oltre a questo pone sotto stress legamenti, rotulae tutti gli snodi del nostro corpo che avrebbero bisogno diincastri invece perfetti. Il Corgi quindi, per definizione, nellegambe perfetto non lo può essere.Noncomportatevi quindi come se lo fosse. Mentre cresce abbiate coscienzadi quanto più sotto stress è il suo treno anteriore rispetto aquello di un cane di unaltra razza normolinea. Ossa che cresconostorte pongono tutto lintero apparato motorio sotto stress e ilrischio di incidenti e di vere e proprie consunzioni ossee è realeper il cane gestito con leggerezza. Fortunatamente questo aspetto ètransitorio e riguarda solo la fase di formazione del nostro cane.Una volta cresciuto, dopo lanno, anche il nostro nano potrà usarei suoi arti con la forza che conosciamo. Comportatevi come se avesteun cucciolo di mastino, soprattutto i proprietari di Cardigan, checome è noto hanno le zampe anteriori molto più storte deiPembroke.Quantostorte saranno le gambe del vostro Corgi la genetica non ce lodice, così come non ci dice neppure come si storgeranno. Si trattadi casualità e concause che variano da soggetto a soggetto. Sappiamosolo che cresceranno difformi.Comequesta difformità possa essere, tramite indagine radioscopica,definita o meno come una insorgenza patologica estranea alla medesimapatologia che già per definizione affligge un cane bisognerebbechiederlo ai veterinari che si sono costruiti queste nuove veritàscientifiche. Capire cioè come la testa a fungo di un femore (unodegli aspetti che servono a identificare la displasia nei cani)possa in un Corgi essere ritenuta normale e quando invece non lo siaha gli stessi fondamenti scientifici della lobotomia.E, come lalobotomia, vuole che lesame per la valutazione (attenzione, esamesenza risultanza scientifica ma frutto della media dei voti diun pool di medici giudicanti) sia effettuato con una pratica cruentache prevede appunto la torsione della gamba e la dislocazione delfemore.Tranquilli,tutto questo lo potete evitare e lesito, gratis, ve lo posso dareio senza nessun dolore, di tasca o gambe che sia: il vostro corgi èdisplasico. Condrodisplasico. E auguratevi che abbia ragione, perchéaltrimenti vi hanno bidonato e rifilato un altro cane.

2 commenti: lunedì 25 febbraio 2019 Wicca - Almarosa Blu di Prussia
Wicca èstata Wicca dal primo momento in cui lho vista.
E natadalla mia prima cucciolata di Cardigan, da quella cucciolata tanto desiderataquanto attesa proprio perché segnava, dopo linizio di quella nuova avventurache era stata allevare unaltra razza diversa dai Pembroke, la concretizzazionedi un desiderio di vecchissima data. Inoltre, per me era più che allevareunaltra razza, si trattava in qualche modo anche di affrancarmi dal sapere diGianandrea, non che questo sia mai stato un problema, ma avevo bisogno diiniziare una mia strada con unesperienza nuova nella quale naturalmente luisarebbe sempre stato lì a vegliare e a volte a ficcanasare, ma nella qualepotevo avere una mia autonomia di azione e di decisione. Questo è quello chepensavo a priori ma poi nella pratica il suo ausilio e soprattutto la suaconoscenza è stato ed è sempre fondamentale nelle scelte importanti. Wicca è natada Iggy, la madre-Corgi più brava che io abbia mai visto, la fattrice che ogniallevatore vorrebbe avere, bella, brava nella vita di tutti i giorni, nelparto, nellaccudimento dei suoi sempre numerosi cuccioli che con equilibrio efermezza li ha accompagnati nel diventare compagni di vita meravigliosi.Ed è anchefiglia di Ozzy, il mio freccia grigia, il cane più buono che ci sia, obbediente,brontolone, parlante, a volte un po arrogante con gli altri cani nel tentativodi darsi un tono consono alla sua mole ma buono fondamentalmente buono, doteche ha trasmesso alla maggior parte dei suoi figli. E questa bontà a Wicca, amolti dei suoi fratelli e a Ozzy, gliela si legge negli occhi, quegli occhipieni di emozioni che parlano per loro. E diventatacampionessa italiana di bellezza come si suole dire a mani basse nel senso che ha partecipato al numero minimodi esposizioni necessarie per acquisire questo titolo.
Mentre crescevasognavo per lei un matrimonio importante perché sentivo avrebbe potuto essereuna madre meravigliosa trasmettendo ai suoi piccoli i molti pregi patrimoniodel suo DNA, sia fisici che caratteriali, e lo scorso anno ci abbiamo provatoper la prima volta con Fedor, il nostro Corgi-Lover, con un super pedigee,arrivato quasi appositamente dalla Russia. Ma la gravidanza non è andata comeprevisto e a 52 giorni con un parto prematuro ha fatto nascere e morire tutti isuoi 11 cuccioli o quello che di loro si poteva intuire. Non sappiamo ancoraciò che realmente è accaduto, probabilmente uninfezione di origine battericache, nonostante lei fosse stata controllata prima dellaccoppiamento, puòsuccedere anche se a noi in molti anni di allevamento non era mai accaduto.Ma ciabbiamo riprovato, sempre con il bellissimo Fedor, e oggi, mentre scrivo questerighe, è il cinquantacinquesimo giorno di gravidanza, tre giorni più avantirispetto alla data in cui la volta scorsa si è interrotta ma lei, questa volta,sta bene. Questa gravidanza, in concerto con il nostro eccezionale veterinarioche ci segue nella riproduzione, dott. Mauro Ronchese, è stata monitorata findallinizio proprio per verificare la possibile insorgenza di anomalie e pornerimedio tempestivamente con eventuali terapie mirate. Fino ad oggi tutto èandato nella giusta direzione, lei è vivace e mangia a sufficienza, il suo pancione cresce e oraper noi inizia il conto alla rovescia ripreso, più o meno, laddove la voltascorsa tutto si era interrotto ponendo fine alle nostre aspettative,probabilmente anche a quelle di Wicca, lasciandomi unamara delusione e latristezza che forse questa bellissima Corgina dallaura celestiale non fossenata per essere mamma. Ma Wicca,come il significato del nome che ho scelto per lei, sono certa è nata percreare armonia, per dare forza a se stessa e a chi le sta vicino e concoraggio, come un gesto scaramantico al contrario, ho voluto oggi condividerequesto pensiero triste e felice insieme, con positività sento che andrà tuttobene perché lei mi guarda con quegli occhi buoni, quegli occhi che parlano e midicono di stare tranquilla.
Wicca è uncane speciale, e qualcuno potrebbe dire che per me sono tutti speciali e chenei miei racconti a un certo punto lo dico sempre; è vero e penso che i nostripelosi per ognuno di noi e in modo sempre diverso siano tutti speciali, capacicome sono di comprenderci e di arricchirci rendendoci migliori.
Nessun commento: domenica 30 dicembre 2018 Botti di Capodanno, che fare?
Comeogni anno in questo periodo si torna a parlare di botti e del terroreche molti dei nostri amici a quattro zampe manifestano dinanzi aessi, una situazione davvero spiacevole che può sfociare in diversicomportamenti compulsivi e che è in grado di condizionare fortementele nostre serate di festa in compagnia dei nostri cani.
Larichiesta da parte delle persone che si informano sui metodi perplacare le ansie o per risolvere i problemi connessi genera in reteuna proposta assai vasta di risposte. Spesso queste risposte arrivanoanche da persone titolate, con competenze specifiche, ciononostantepresentano a volte inesattezze, o letture errate di studi piùrecenti. A volte rimangono fortunatamente parole perse nel vuoto,altre purtroppo generano comportamenti sbagliati, con esiti spessodisastrosi.Eil caso dellarticolo di recente pubblicato dalla dottoressaGargano, relativamente agli abbracci e alla possibilità diconfortare il proprio cane in crisi di panico con gli stessi.Citando a riprova della sua teoria lo studio della Dottoressa KerstinUvnas-Moberg, luminare in campo degli studi sugli ormonidelbenessere, nei quali si ottiene palese conferma dellaproduzione di ossitocina durante gli abbracci dimenticando peròche lo stesso studio, ahimé, conferma quanto già risaputo dai tempidi Eibl-Eibesfeldt, ossia che tutto questo si realizzaesclusivamente tra primati, uomini e scimmie, che sono gli uniciesseri viventi a usare labbraccio per dimostrare affetto,protezione e quantaltro.Aspettidecisamente più pregnanti (ma qui parliamo di una studiosa che vivecon i cani) vengono esposti dalla dottoressa Gallicchio e ciconsentono di percorrere le varie tappe attraverso le quali si varealmente fissando questo problema e di dimostrare come moltoprobabilmente siano proprio gli atteggiamenti sconsiderati da partenostra, nel vano tentativo di porvi rimedio, a produrre gli esiti piùterribili.Chiunqueinfatti affronti sul campo la soluzione dei problemi comportamentaliben presto si accorge della scalarità con la quale il problema simanifesta. Nessun cucciolo entra nel panico al primo botto. Tutti iproprietari segnalano una crescente paura, che si va marcando annodopo anno, sino a sfociare in episodi fobici puri, incontrollabili.Cosa accade? Come spiega la dottoressa Gallicchio, il cucciolo rimaneprobabilmente perplesso, dubbioso, di fronte a questi scoppi potentiai quali non sa dare una spiegazione e cerca conferme attorno a sé,ma occorre che si associ a questa condizione qualcosa di spiacevoleche ne marchi o ne confermi in qualche modo lo status dipericolosità per il cane affinché si trasformi in paura.Esattamente come accade per i forti temporali e per tutti queifenomeni impressionanti ai quali il cane non sa dare unorigine ouna spiegazione.
Esempioclassico è quello del cane che si ritrova chiuso in terrazza alloscoppio di un temporale, senza possibilità di fuga, ma non solo. Seinfatti ci è facile capire le dinamiche che scattano nella mente delnostro povero amico nella condizione specifica appena citata, inaltri casi risulta più complicato comprendere chi e cosa giunge, nelcorso degli anni, a confermare al nostro compagno la giustezza delsuo crescente terrore.Dabuon osservatore e allievo di Lorenz escludo a priorilinterpretazione e cerco conferme nel mondo animale attorno a me.La prima, potente, mi giunge chiara da tutte le specie animali chevivono allo stato brado, le quali non entrano nel panico dinanzi ainoti fenomeni atmosferici. Questo quindi (non bastassero gliesperimenti in materia compiuti negli anni da molti studiosi) escludein primis dai possibili indiziati ogni fenomeno naturale.Assolto il resto del mondo, mi restano quindi i bipedi vestiti,con i loro usi e costumi, le loro abitudini, le strutture checompongono il loro mondo.Equi mi fermo, perché, se non riesco a dire con precisione matematicaquale sia il comportamento corretto da tenere, con certezza conoscoquali sono invece i comportamenti da evitare. In pratica tutti quellitenuti dalle persone che hanno cani che manifestano fobie in questosenso quando i loro cani entravano in stress. Mi pare ovvio. Di quila mia domanda: quanto diffuso pensiate sia tra i proprietari ilcomportamento di confortare, coccolare, blandire a parole un canespaventato? La risposta è altrettanto ovvia:
estremamente diffuso.Come negare che è la cosa che ci viene più spontanea? Ce lo dice lanostra biologia che, da bravi primati, sa quanto siaconfortante per noi un abbraccio, quale scarica di ormoni positiviesso generi, come detto sopra. Ma solo per noi primati.Misi obietterà che i nostri cani gradiscono le coccole e gli abbracci.Questo è vero, ma è un comportamento acquisito, che imparano tantoquanto un nuovo linguaggio. E per farlo hanno bisogno di tempo e diconferme, ma ci arrivano. I cani sanno imparare nuovi linguaggi, enon solo quello delluomo, come dimostrano i milioni di cani chevivono in totale armonia e simbiosi con i gatti nelle nostre case. Maesattamente come accade per noi quando impariamo un nuovo linguaggio,hanno bisogno di tempo. Di certo un cucciolo non sa godere di unabbraccio, come sanno bene tutti gli allevatori fin dal primo momentoin cui han provato a strapazzare di languide coccole un tenerocuccioletto. Un cucciolo in braccio le prime volte entra subito instress, sbadiglia e distoglie lo sguardo, è in tensione.Insomma,vorrei tanto poter dare ragione alla dottoressa Gargano ma uncucciolo spaventato certo non trae beneficio dal nostro tipo diconforto. Anzi. Riceverà segnali che interpreterà secondo il suolinguaggio, assai probabilmente trovando conferme al suo status distress.
Sepoi vogliamo anche addentrarci in una presunta possibilità di umanafunzione dellabbraccio sul cane, dobbiamo considerare che ancheper noi lo stesso genera differenti livelli di produzione diossitocina, conformemente alle varie situazioni. Va da sé che dabambini labbraccio della mamma ha un potere assoluto, vincentedinanzi a qualsiasi mostro terrificante. Ma provate a pensare a voi,se alla stessa età, in una situazione analoga, foste statiabbracciati da un altro bimbo o da un adulto altrettanto tremebondo:credete forse che ne avreste avuto i medesimi benefici?Ancheper noi conta quindi chi compie lazione, e qui occorreallora chiedersi chi siamo noi, eventualmente, per i nostricani. Chiediamoci soprattutto quale tipo di personalità possiedequel proprietario che si tuffa a confortare il suo cane a suon dicoccole e con voce mielosa e quale sia quindi il ruolo che ricopreper il suo cane. Certamente il suo abbraccio verrà letto in manierasimilare a quello di un fratellone impaurito.
Ancorauna volta ciò che mi conferma questa affermazione giunge dallacomparazione degli studi effettuati, onere purtroppo troppo spessodimenticato dalla scienza odierna. Se cerchiamo il motivo dellapresenza dei buchi neri di conoscenza tra scienze umane affini lodobbiamo purtroppo a questo enorme limite degli studiosi e delmercato che li occupa. Dalla pratica osservazione del problemaattraverso educatori e comportamentisti attivi abbiamo chiaramenteevinto come il problema sia particolarmente marcato nelle razze dapastore conduttore, assente del tutto nei difensori e nei molossoidi.Cercare delle risposte nella sensibilità degli uni rispetto aglialtri è fuorviante e, fermandoci a questa semplice osservazionepotremmo aprire la strada a un mare di differenti e fantasiosespiegazioni.Percapire invece il motivo per cui questo accade dobbiamo riferirci allascala neotenica e alletà mentale che raggiunge un cane da adulto. Scrivendo i nomi delle varie razze accanto ai vari gradini, ciaccorgeremo infatti che il problema aumenta con laumentaredelletà mentale che una razza raggiunge allo stadio adulto. Tantomaggiore è, quanto più risultano sensibili alla paura dibotti e temporali. Capire perché questo accade ci regala la confermadi quanto affermo o, quanto meno, la certezza di cosa non fare,poiché rientra fra gli atteggiamenti a rischio.Infattisoltanto inserendo questa ideale cartina tornasole attraverso gliindizi provenienti da diverse aree di studi ho trovato la risposta,che risiede nella diversa ottica attraverso la quale un pastoreconduttore (cane adolescente o preadolescente) osserva il suobipede, rispetto a un molossoide (cane infante) e affini. Peril cane infante infatti il bipede molto facilmente rappresenta lamamma-Dio, ruolo che si ricopre per automatismo e le sue certezzebiologiche derivano dal contatto con la stessa, dal fatto che siapresente, effetto bastante a garantire vita e sicurezze.

Diversamentenel periodo preadolescenziale, così come in quello adolescenziale,esiste la massima attenzione a quelle che sono le azioni dei soggettidi riferimento, dei leader, lottica attraverso la quale il caneimposta la sua vita è differente. Se per il cucciolo lobiettivoprimario della vita è non perdere il contatto con mamma-tutto, cherassicura e nutre, con la crescita lobiettivo diventa lacooperazione col leader, che si sublima nellatto della cacciacomune. Sempre con il medesimo obiettivo quindi, nutrirsi eproteggersi, ma con diversa motivazione e quindi, con diverserisposte ai medesimi stimoli. Per i primi infatti è fondamentale chela madre ci sia, per i secondi invece non conta la presenza ma ciòche fanno i leader, i suoi riferimenti nel gruppo. Attenzione quindinon più alla persona, ma allazione che la stessa compie, comeespressamente richiesto in quella delicata fase formativa e per ilresto della vita.Perquesto mi sento di poter affermare che molto spesso sono i nostrivani tentativi di confortare i nostri cani a renderli sempre piùsensibili ai botti, anno dopo anno. Sono le nostre reazioni, fosseanche soltanto il vagare per casa cercando soluzioni di tutti i tipi,perché questo ho visto e ascoltato nei racconti dei proprietari inquesti anni.Quandoti rendi conto di aver preso una strada sbagliata ad un incrociotorni indietro e poi tutto puoi fare, tranne scegliere nuovamente lastessa strada. Regole empiriche che i navigatori hanno reso inutili egli studiosi han dimenticato.
Unavolta compreso questo la strada che personalmente ho imboccato conbuon successo da qualche anno si chiama fiesta grande. Sicchéi rintocchi della campana terrorizzante, il rombo terribile deltuono, lo scoppio del petardo, per me diventano lo squillo di trombeche segnala linizio della festa del cibo. Solo gioia, dalle manicadono prelibatezze di qualsiasi tipo. Non sono un rude e io me lagioco così. Affermare che non si deve coccolare un cane spaventatonon significa fare i duri o essere insensibili, la vera sensibilitàdi un buon bipede sta nel capire ciò di cui ha bisogno il suo cane ecomportarsi di conseguenza.Quinditenete in tasca la voglia di tenerezze per lultimo dellanno esiate pronti a sparare pezzi di panettone e allegria assieme aipetardi dei vostri incoscienti vicini. Fatelo coi cucciolisoprattutto e non troveranno conferme ai loro dubbi. Moltiaddirittura lo digeriranno come un fastidioso segnale positivo.Peri proprietari invece di soggetti adulti che presentano già ilproblema in maniera marcata si può provare. Qui dipende dalletàe carattere del soggetto e da quanto siete bravi voi comefestaioli!!!Godetevelacosì, con buona pace degli aspiranti teneroni a tutti i costi.Acapodanno nessuna dolcezza. Ma molti dolcetti!BuoneFeste a tutti!







1 commento: domenica 18 febbraio 2018 Opalini di tutti i coloriLanascita dei nostri piccoli è sempre un grande momento di attesa,aspettativa e felicità . Inquesto senso anche larrivodegli Opalini, i cuccioli di Opal e Ozzy, è stato come sempre motivodi gioia infinita e dieuforia contagiosa perché amiamo moltissimo questi due pelosicosìcome tutta lallegrabrigata di spargipelo,daltro cantosicché loccasionedi una nascita, che per noi è comunque sempre lanascita, ci fa diventare come quei nonni chestanno attaccati al vetrodelle nursery alitigareper il dominio delle somiglianze familiari dei piccoli neonati.Verificare le somiglianze e le peculiarità che più ci piacciono deigenitori riflessi sui loro piccoli è quasi una gara a chi ne scopredi più perché mette in gioco abilità nel riconoscerle, abilitàche, puerilmente, ci fanno sentire davvero grandi e orgogliosiallevatori.Unacucciolata oltre a essere un meraviglioso momento di pura felicitàfine a se stessa è anche un buon momento di riflessione sul lavorodi allevamento, un importante tassello che si aggiunge a un puzzleche mai si completa e chesempre si modifica, nellasperanza e convinzione che ciòavvenga per il meglio.
Eil ruolo dei colori, nei Cardigan molto più che nei Pembroke, èparte importante di questo lavoro poichéla volontà di rispettare leregole dettate dallo standard italiano (ENCI) e internazionale (FCI)ci pone di fronte a una questione da tempo irrisolta, quella dellimportanza o meno di creare delle discriminanti su basiestetiche quali il colore del pelo, del semplice tartufo (il naso) edelle rime palpebrali, comevedremo nel nostro caso.Suinostri Cardigan eseguiamo i principali test genetici per la tuteladella loro salute ed eseguiamo anche quelli per la trasmissione deicolori proprio per cercare di pianificare gli accoppiamenti nelmodo migliore ma come naturainsegna la diversità genetica è un patrimonio inestimabile e selattenzione alle trasmissione delle malattie genetiche per noi èrilevante, prioritaria e condizionante, quella per la trasmissionedei colori sinceramente ci lascia un po perplessi. Arigore di standard nelCardigan sarebberoammessi tutti i colori dipelo: il problema sta invecenel colore del naso,rime palpebrali e labiali,che deve essere nero. Cosa che di fatto portaa escludere tutti i colori abase fegato, o marroneche èchiaramente una semplicecolorazione e nulla haa che vedere condegenerazioni o patologie. Non bastasse questo, levidenza è datadalle numerose razze da lavoro incui è presente la colorazionemarrone e moltedelle quali (tipo lo Sheperd Australiano, il Cattle dog, il Kelpie,tanto per citarne alcune) svolgono addirittura le medesime mansionidel nostro amato Gallese a gamba cortanecessitando, presumibilmente,di simili attitudini.Datempo ormai i biologi genetisti, quelli stessi che ci aiutano aidentificare tramite analisi del DNAciò che reca o meno il genoma dei nostri beniamini, ci ammonisconosul fatto che il vero rischio per una specie sta nella pocavariabilità genetica, non nelle mutazioni che sopravvengono. Nonesiste una sola specie vivente, animale o vegetale, che si siaestinta per una mutazione sopravvenuta nel proprio genoma e che larendesse inadatta alla vita! Ormai sappiamo bene che le specieviventi possono essere presenti in miliardi di esemplari sulla terrae rischiare di estinguersi se questi esemplari presentano tutti lostesso genoma. E il caso della banana Cavendish, distribuitain miliardi di piante ma tutte provenienti dal medesimo clone,sterile, quando è stata aggredita da un banalissimo fungo che peròha avuto un effetto devastante su quellunico genoma cheevidentemente non recava in sé la capacità di contrastarlo. Cosache invece sarebbe sicuramente accaduta a più riprese se lapopolazione esagerata di banane commerciali del mondo avesse trovatoorigine da diversi cloni provenienti da differenti piante. Se vipiacciono le banane voglio tranquillizzarvi, abbiamo imparato lalezione e salvato la permanenza di questo frutto esotico sulle nostretavole.Creando ovviamente una base che possedesse una ampia varietàgenetica. Usando cioè più cloni di ceppi differenti.Ora,a fronte di tutto questo e soprattutto poiché parliamo di una razzacome il Cardigan, presente invece in alcune migliaia di esemplarisoltanto nel mondo, una qualsiasi azione che escluda una parte digenoma (rappresentata da quei soggetti portatori di alcunecaratteristiche) arbitrariamente, senza cioè nessuna motivazionelegata alla salute o allattitudine richiesta, cipare davvero una azione sconsiderata. Non vi sono altre parole.Controlliamoe in qualche modo marginalizziamo già giustamente quel che serve:oggi lavoriamo esclusivamente su soggetti liberi da Atrofia RetinicaProgressiva (PRA free)e offriamo la garanzia di soggetti che non siano a rischio per laMielopatia Degenerativa (DM),le due patologie che si possono manifestare nella razza e che sonocontrollabili tramite esame del dna. Controlliamo il carattere e lamorfologia, anchequi ovviamente selezionando il che comunque in qualche modosignifica escludere. Pensiamo possa bastare così,ed è questo il nostroobiettivo.Sicché,scegliendo di accoppiare Ozzy e Opal, sapevamo cheentrambi eranoportatori dellalleleb,che determina la diluzione del nero in marrone sia nei tricolori, neiquali appunto il prevalente colore nero diventa marrone, sia nei bluemerle dove le parti di nero diventando marrone danno al colorelaspetto e la conseguente denominazione di red merle. Sapevamo quindi che avremmoprodotto molto probabilmente dei soggetti fuori standard per quantoriguarda il colore. A contifatti si sarebbe dovuto trattare di un soggetto o due al massimo,stando a quanto evidenziatoda Mendel. Ma,come sempre accade in questicasi, piuttosto che nonosservare le leggi trascritte dal Grande Padredella genetica, i nostri puffolotti dimostranochiaramente la veridicità della legge di Murphy (avete presentequella che fa arrivare lautobus soltanto quando voi vi sieteallonanati troppo dalla fermata) e sembrano frutto della fantasia diArlecchino . Già, inostri bellissimi otto Opalini sono nati di tutti i colori! Duebei maschietti brown e due red merle. Ovviamente con gli occhiazzurri non ci facciamo mancare nulla! Noi li guardiamo cresceree, mentre il buonMurphy si frega le mani, riconosciamo quanto morfologicamente un paiodi questi siano assolutamente grandiosi. Pensiamo con rammarico chese fossero nati qualche anno fa oppure se appartenessero a unaltrarazza sarebbero forse isoggetti di punta della cucciolata e avrebbero forse vistoriconosciuto a tutti i livelli il giusto merito.Nonsarà così ma poco conta, perché fortunatamente qui in ItalialENCI non pone restrizioni nellallevamento ma solo nelleesposizioni, quindi si tratta semplicemente di trovare un altro tipodi divertimento, se è questo il problema. Purtroppo però non ècosì ovunque nel mondo ed esistono altre realtà, come ad esempio inFrancia, Svizzera, Slovenia, dove non si può far riprodurre unsoggetto se questo non ha superato una sorta di esame che neverifichi la morfologia, cioè lattinenza allo standard ufficiale.E questo porta per forza allesclusione di soggetti sanissimi,bellissimi, bravissimi magari perché hanno un occhio celeste e sononeri o hanno il naso marrone. Ancorpiù stupidamente poiché trattandosi di di portatori di genirecessivi possono, con i giusti accoppiamenti, generaresoltanto figli dai colori graditi, restituendo intatto ilpanorama genetico alle generazioni future.Invece,certuni chiedono di gettarevia uninterocorredo di ricchezze per una macchiolina bianca in un posto dove èstatodeciso che non sta bene, con degli effetti devastanti su quello che èla salute futura di una razza. E questo nel nome di una cinofilia cheinvece con atteggiamenti ignoranti e ottusi sivauccidendo.6 commenti: venerdì 8 settembre 2017 No e sempre no ai cani di moda Che le due razze siano in piena eforte ascesa ormai si è ravvisato da tempo e che questo non sia auspicio di conseguenzepositive anche.Abbiamo davanti agli occhidiversi esempi di razze rovinate geneticamente ed esteticamente per effettodelle tendenze del momento e lidea che anche il Corgi possa subire similimutamenti francamente mi terrorizza.
Mi terrorizzano e pietrificanoanche la quantità di messaggi che pervengono giornalmente alla nostra caselladi posta elettronica con domande più o meno insulse, tanto che alla maggior parterispondiamo, cercando di essere cortesi (e a volte è davvero faticoso!), in modostringato ed evasivo con nessuna intenzione di affidare i nostri piccoli apersone tanto superficiali.Allo stesso modo non riceviamo invisita persone che non abbiano già le idee chiare.
Perché spesso si pensa a unallevamento come a una struttura a se stante dove si trovano più o meno cani davedere a giorni e orari fissi come in un negozio. Il nostro non è di questotipo, i nostri pelosi vivono con noi e le persone che vogliono conoscerlivisitano la nostra casa. Ecco, sono francamente stanca di ricevere nella miacasa, nella mia intimità chi molto spesso sta solo facendo il classico girodomenicale a vedere cuccioli anziché andare al Centro Commerciale e nel nostrocaso visto che abitiamo vicino al mare dopo aver fatto la canonica passeggiatain spiaggia oppure, se è estate, dopo una giornata trascorsa ad abbronzarsi eli vedi arrivare paonazzi, in costume e ciabatte infradito!
Molte volte non sanno nemmeno ladifferenza tra il Cardigan e il Pembroke e sembra che uno valga laltro purchésia Corgi, sicuramente con una leggera preferenza per quelli arancioni. Percarità, saranno anche affini, ma hanno pur sempre delle differenze, dellepeculiarità, delle caratteristiche che li diversificano e che dovrebbero esserepiù che sufficienti per far riflettere su quale potrebbe essere dei due unfuturo compagno di vita. Bè, fa niente, è lo stesso, sono inezie ma siamoimpazziti?!?!? Unapprossimazione, un pressapochismo inaccettabile se pensiamoche stiamo pianificando il destino dei nostri piccoli.E dopo anni di campagne controlabbandono dove è stato sottolineato fino alla nausea di non regalare cuccioliin occasione del Natale, compleanno ecc., ecco ora proliferare, anche per lenostre razze, richieste di questo tipo e quando si tenta di spiegare perché nonè positivo
scegliere un cane per interpostapersona per poi regalarlo magari allinsaputa dellinteressato cheprobabilmente lo avrà visto in qualche film o cartone e avrà espresso ad altavoce il classico desiderio di averne unouguale ma allo stesso modo di chissà quanti altri oggetti, a quel puntosparisce tutta la giovialità espressa inizialmente e neppure ringraziano per iconsigli regalati, comunque convinti che la loro altruistica idea di regalareun cane sia sempre la migliore!Ma daltra parte come si puòreagire positivamente se la maggior parte delle richieste verte sulladisponibilità immediata del cucciolo e del costo. Dovrebbe essere chiaro ecompreso che i nostri piccoli non sono merce esposta in un negozio, che illavoro che facciamo dalla nascita fino al momento di separarcene è faticoso masoprattutto colmo di amore per questi piccoli esseri pelosi e il nostro intento,speranza e volontà è quello di trovarenel mondo la loro bipede anima gemella. Un bipede che li stia attendendo contrepidazione e non veda lora di colmare damore la propria vita e quella delsuo futuro fedele amico quattro-zampe-corte.Lo scorso anno avevo scritto unpost che già ravvisava un cambiamento nellapproccio delle persone allacquistodi un Corgi ma a distanza di pochi mesi la situazione è sostanzialmentecambiata e le richieste di questo tipo non si contano. Che poi aldilà dellarichiesta si tratta anche di persone molte volte maleducate perché qualsiasirisposta diamo non si soffermano un minuto per ringraziare e presuntuose perché,quando si cerca di spiegare la motivazione di un diniego o una richiesta diulteriori informazioni per cercare di capire le persone che ci troviamo difronte, reagiscono offesi a morte come se li avessimo accusati di chissà qualegravissimo reato. Persone che non hanno mai avuto cani e sono convinti disapere quale tipo di soggetto è meglio per loro. Persone che hanno avuto cani enonostante tu spieghi che il Corgi non è un cane come gli altri se ne fregano esono convinti di saperne di più di chiunque altro. Persone con figli pocoeducati che vorrebbero lasciare i miei preziosissimi fagottini pelosi in baliadi mostruosi piccoli bipedi perché tanto sono bambini. Persone a cuipiacciono molto ma li lascerebbero in giardino perché in casa sporcano.
Ecco, a tutte queste e altre chesicuramente ho dimenticato di citare vorrei dire di lasciar perdere, dirivolgersi altrove, di dimenticarsi della nostra esistenza e possibilmenteanche di quella dei Corgi in generale perché persone così non giovano allarazza, a questa razza che per essere preservata e migliorata necessita di amore,conoscenza e perseveranza come è stato fatto finora.2 commenti: giovedì 23 marzo 2017 Prima volta cuccioli...Ricordocon chiarezza i periodi delle nostre prime cucciolate, quando avevamogià ben chiara lidea di voler diventare allevatori di Corgi,questa meravigliosa razza che tanto ci aveva colpito e coinvolto. Nonè stato così semplice iniziare perché le persone a cui chiedereconsigli erano ben lontane da noi e non essendoci internet con cuiusare agevolmente smartphone o pc, ogni piccola informazione di cuiavevamo bisogno doveva assolutamente passare attraverso le lungheattese delle lettere postali, le cui risposte, come si può ben sipuò capire, arrivavano puntualmente a problema risolto, nel bene onel male. Luso del telefono era impensabile, poiché presupponevauna conoscenza della lingua che nessuno di noi due possedeva.Ilnostro mentore, la persona che ci ha guidati e formati subendo conpazienza le migliaia di domande che dei giovani ragazzi voraci diinformazioni le sottoponevamo è stata davvero per noi una grandeguida. Inglese, allevatrice e giudice ci ha sempre consigliato senzaimporre le sue idee ma motivandole sempre, come sempre andrebbe fattoper non risultare prevaricanti o per non sortire come con i figli uneffetto contrario a quanto viene trasmesso loro come veritàassoluta. I nostri primi Corgi sono arrivati dallallevamentoinglese Shallianne di Sheila Burgess e come dei bravi allievicercavamo di seguire tutte le indicazioni che ci dava. Cosa nonsempre facile, perché si trattava non solo di tradurre una lingua,ma tutto un mondo cinofilo che non trovava termini di riferimentodalle nostre parti. Giangi divorava ogni tipo di pubblicazionedisponibile ovviamente in lingua
inglese, poiché in italiano suiCorgi nulla è mai stato scritto, cercando di dare una risposta aimille quesiti che febbrilmente si formavano nella sua mente dalmomento in cui aveva deciso che quei buffi ma straordinari pelosiavrebbero fatto parte della sua vita per sempre. Non posso dire chesia sempre stato facile ma con buona volontà, tanto rispetto per ilnostri Corgini e consigli utili di cui far tesoro abbiamo imparato aessere ciò che siamo.
Ecco,questa è la premessa per iniziare a parlare di un argomento che misembra importante in questo momento, un momento in cui in Italia iCorgi sono molti e soprattutto destinati ad aumentare numericamente,senza sapere però se sociologicamente e caninamente parlando, alivello cinofilo, questo fenomeno possa essere definito un fattorepositivo o meno.
Leventochiave si realizza nel momento in cui nella mente del felicissimoproprietario di una Corgina si fa strada il desiderio di riprodurretanta gioia. Sentimento più che lodevole, però siamo certi chequesto sia davvero tutto ciò che serve, insieme alle amorevoli cureper i futuri cuccioli, per ricreare esattamente quella piccolagioia a 4 zampe che riempie di vita le vostre giornate? Allevare unacucciolata, scegliere (o non scegliere) i riproduttori, significasostituirsi a Madre Natura. Madre Natura non sceglie a caso,seleziona il migliore secondo regole precise, alcune delle quali anoi note, altre ancora oggetto di studio, scientifico e filosofico.Comprenderlo appieno ci è forse impossibile, però oggi abbiamoappunto dati precisi che consentono di orientarci sempre con maggiorecoscienza verso un allevamento il più possibile consapevole. Sitratta quindi di coscienza etica e di conoscenza, che ne nasce comeevidente esigenza. Daltro canto è assai noto nel mondo dellacinofilia come nel corso degli anni le mode legate alle varie razze eil seguente fiorire di cucciolate casalinghe e meno curate sulpiano della selezione dei riproduttori ne abbiano sempre puntualmentedeterminato il decadimento sia sul piano morfologico che su quellodella salute.
Chefare dunque, se abbiamo voglia di far riprodurre i nostri soggetti esiamo alla nostra prima esperienza e non vogliamo contribuire aldecadimento della razza? Come districarsi dunque in questo mondo, trale mille difficoltà che si incontrano quando si decide di fare unacucciolata con la principessa di casa oppure si è allinizio diquella che potrebbe essere una futura attività di allevamento? Nonpossiamo pretendere una conoscenza approfondita a priori: per quellaservono anni, passione, costanza perché soprattutto non si finiscemai di imparare. Occorre una guida, un mentore, qualcuno che abbia laconoscenza e il desiderio di condividerla. Questa figura chiaramentedovrebbe essere quella del vostro allevatore, perché ritengo chequesto sia uno degli aspetti fondamentali che comporta letica diallevare, occuparsi e seguire, aiutare a tracciare la strada di chiha desiderio di dare il proprio contributo.
Cisono sicuramente moltissime cose da sapere sia sul piano dellapratica che su quello della burocrazia. Non è tutto semplice comesembra e spesso il neofita tende a sottovalutare la realtà di molteproblematiche, poiché ne ignora lesistenza. Tutto inizia dallascelta del riproduttore, del marito, scelta che va effettuatasu basi morfologiche, ma anche sulla base di quelle che sono leeventuali certezze sullo stato del suo DNA (come vedremo dopo). Visono difficoltà che insorgono durante la gestazione o il parto, vi èinfine laspetto legislativo e documentale, satollo dellaburocrazia che in Italia non manca mai, che ti vuole diviso tradenunce di nascita presso enci e asl secondo tempistiche scandite eovviamente, sempre diverse per i medesimi motivi. Serve iscrivere inuovi nati presso lAsl, ma occorre ripetere il tutto presso lenciper ottenere il pedigree. Diversamente dal concetto più diffuso dipedigree, non si ratta di una carta che nobilita il cane, non èqualcosa che dice che è bello, che è puro. E semplicementela sua carta didentità. Costa solo 25 euro ma è un pezzo dicarta importantissimo perché racconta il vostro peloso, vi dice chisono i suoi genitori e i progenitori, ne riporta i titoli e iriconoscimenti ottenuti, in alcuni casi anche indicazioni relative acontrolli sanitari. Solo che occorre saperlo leggere, non soloper quanto riguarda la decodifica delle sigle (!!!!), ma soprattuttoperché serve qualcuno che sappia dare un volto a quei nomi, che nericordi la morfologia, che conosca ciò che hanno passato negli annialla loro prole, nel bene e nel male, che sappia integrare con laconoscenza e il ricordo le informazioni del pedigree.
Laconoscenza è sempre una grande alleata nelle imprese che siintendono intraprendere! E la conoscenza approfondita del pedigree èil punto di partenza per capire la direzione in cui andare se siintende iniziare ad allevare con cognizione di causa. Purtroppo leazioni fatte inconsapevolmente non portano sempre buoni risultati enel voler produrre una cucciolata non ci si può affidare alla sortesperando vada bene. Non ci si può fidare soltanto di quel che sivede, perché un patrimonio genetico è costituito da caratteristichedominanti (e quelle si vedono) e una infinità di recessive, cherimangono nascoste nel dna per generazioni sino a che non neincontrano unaltra di uguale: allora scatta il problema. Sta inquel che non si vede la difficoltà dellallevamento, lanecessità dello studio della trasmissione dei caratteri ereditari,delle quattro leggi di Mendel. Ed è proprio la mancata conoscenzadella trasmissione delle patologie recessive che, immancabilmente,finisce per determinare linsorgenza di quelle patologie che poivengono identificate come di una determinata razza. Patologierecessive che condividono con tutte gli altri canini (meticciinclusi), ma che ripetuti incroci scellerati hanno diffuso in manieraesagerata senza che nessuno se ne accorgesse.
Untempo, mancando molti supporti scientifici il sapere degli allevatoriera lunica fonte a cui attingere per cercare di conoscere ilproprio soggetto il più a fondo possibile. Oggi invece per fortunasono disponibili i test genetici per le varie malattie geneticamentetrasmissibili e con una modica spesa, un po di pazienza e inmaniera del tutto indolore per i nostri quattro zampe si riescono adefinire i loro profili genetici almeno in parte e relativamente adalcune patologie. Avere in mano il risultato di un test genetico perònon è tutto, perché bisogna saperne fare un buon uso, bisogna cioèanche qui essere in grado di interpretarlo, metterlo in relazione ecompararlo con il patrimonio genetico del peloso che sceglieremo comemarito o moglie per il nostro Corgi.Eancora una volta torna utile la figura dellallevatore, colui chevi ha affidato il vostro beniamino. Lui dovrebbe essere depositariodi quelle conoscenze che ci servono. Da quelle riportate nel pedigreepiù o meno chiaramente a quelle genetiche. E la persona chesicuramente meglio di tutti conosce la genealogia e le linee disangue del vostro peloso e vi potrà consigliare al meglio sulriproduttore da scegliere. Sarà anche colui che potrà seguirvidurante la gravidanza della vostra Corgina dissipando strada facendodubbi e paure su possibili intoppi di percorso e vi aiuterà adarrivare al fatidico momento preparati al meglio e già con un saccodi consigli per ogni evenienza.

Epoi ancora durante la crescita e lo svezzamento dei piccoli, insommatutti quegli step che sono importanti affinché un cucciolo crescasano ed equilibrato, pronto per affrontare la bellissima vita futurache lo attende. Sollevandovi quindi il più possibile dagli oneri chesorgono per mancata pratica e lasciandovi liberi di godere appienodella gioia incredibile che reca in casa la nascita di unacucciolata. Gioia immensa, perché la soddisfazione di aver dato ilproprio fondamentale contributo alla nascita di piccoli pelosi èdavvero impagabile, così come sedersi in mezzo a loro mentremuovono i primi passi, seguirne la crescita. Ma tutto questo nondevessere lunico motore che spinge ad affrontare unimpresadi questo tipo perché non è che un elemento, uno dei tanti aspettiche compone quella infinita meraviglia che è una nascita.


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di GIANANDREA FASANCorgilandia Cardirose
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