La collocazione del sistema produttivo italiano nel contesto globale post covid
Il nuovo numero di Economia Italiana – editor i professori Giorgia Giovannetti e Paolo Guerrieri – fa il punto sul processo di globalizzazione e sulla relativa posizione dell’industria italiana. Nel 2021 commercio e investimenti internazionali hanno registrato tassi di espansione superiori alla media degli ultimi anni “ le catene del valore sembrano aver funzionato più come ammortizzatori e strumenti di risposta alla crisi che come amplificatori della stessa”.
Comunicato stampa
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Questo numero di Economia Italiana – editor i professori Giorgia Giovannetti, Università di Firenze, e Paolo Guerrieri, Sapienza e PSIA SciencesPO – fa il punto sul processo di globalizzazione e sulla relativa posizione dell’industria italiana. Nel 2021 commercio e investimenti internazionali hanno registrato tassi di espansione superiori alla media degli ultimi anni. Non si è verificata la fine della globalizzazione e un ritorno al protezionismo, prevista da molti. “Anzi - secondo gli editor - le catene del valore sembrano aver funzionato più come ammortizzatori e strumenti di risposta alla crisi che come amplificatori della stessa, anche se non vanno trascurati i problemi e le strozzature …e in effetti “L’internazionalizzazione è un canale importante per accrescere la produttività e la competitività ed è un fattore di crescita”.
L’Italia ha reagito meglio di altri paesi e sembra aver “difeso la propria posizione” nell’economia mondiale. La reazione migliore rispetto alla pandemia sembra esser stata quella delle imprese internazionalizzate – e in particolare di quelle partecipanti alle catene del valore - che hanno reagito meglio delle imprese domestiche in termini di minori perdite di fatturato, maggior usi di tecnologie digitali, e-commerce, etc.
Dai vari saggi contenuti nel fascicolo emerge con chiarezza il ruolo propulsivo delle grandi imprese italiane capaci di competere sui mercati. Tuttavia, queste non hanno un peso sufficiente a trainare il resto dell’apparato produttivo italiano. Da qui due implicazioni di policy: “il ruolo delle imprese medio-grandi è e deve restare assai importante, sia quali attori in grado di competere nelle grandi catene del valore internazionali, sia quali potenziali locomotive dell’espansione del sistema produttivo”; dall’altro “è altrettanto importante favorire maggiori dimensioni e managerialità del folto gruppo di piccole e piccolissime imprese che tendono a frenare in molti casi la capacità di integrazione internazionale del nostro sistema produttivo”.
Il volume contiene i saggi di Roberto Monducci e Stefano Costa (rilevanza crescente delle imprese medio-grandi e multinazionali nei flussi di esportazione italiani). Stefano Costa, Federico Sallusti, Claudio Vicarelli e Davide Zurlo (l’internazionalizzazione per accrescere competitività e performance del sistema produttivo italiano). Claudio Battiati, Cecilia Jona-Lasinio, Enrico Marvasi e Silvia Sopranzetti (la concentrazione del potere di mercato potrebbe migliorare l’efficienza senza compromettere la concorrenza). Luca Casolaro, Silvia Del Prete e Giulio Papini (l’impatto dell’internazionalizzazione nel caso della Toscana). Completano il numero gli interventi di Pierfrancesco Latini e Alessandro Terzulli (il futuro possibile delle catene globali del valore) e di Mariano Bella e Luciano Mauro (le ricadute effettive della bolletta energetica).
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La rivista è promossa dai due centri di ricerca intestati a Mario Arcelli, il CASMEF della LUISS Guido Carli e il CESPEM dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, mantiene un contatto forte con il Centro Europa Ricerche e ha il supporto di sponsor istituzionali.
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