aldo ricci blog | dispiacere ai più per piacere ai meno

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Su l’Internazionale di questa settimana nell’oroscopo di Rob Brezsny leggo: “Ci sono individui che hanno il potere di curare i problemi fisici e le distorsioni mentali di una persona e in questo momento, vergine, il tuo potere curativo è massimo. Ti prego di invocarlo in tutta la sua intensità e di usarlo con chiunque se ne possa giovare”. Ma una cura, qualsiasi cura, comporta qualche dose di dispiacere. Da vergine quale sono, preferisco applicare questo potere curativo ai giovani, assai più bisognosi di cure dei giovani vecchi babbioni cadaveri eccellenti che ammorbano la vita di questo bel paesino. Immersi nell’insopportabile narcisismo diffuso che affligge persino coloro che, per la visibilità di cui godono – artisti, giornalisti, politici, scrittori che non avrebbero bisogno di piacere sempre di più – ho deciso di titolare questo blog voglio dis/piacere. Convinto che dispiacerò ai molti per poter piacere ai meno. Come? Cercando di dire la verità anche se per dirla è necessario essere disposti a tutto, anche ad andare contro se stessi. Guy Debord, “maestro” de La Società dello Spettacolo, alla fine della sua vita dichiarò d’esser riuscito a dispiacere universalmente, io mi accontento di dis/piacere local/mente.Sono arrivata qui due anni fa, non per scelta ma per caso. Sì, il caso mi ha portato a te. Doveva essere una visita dettata più che altro dalla curiosità e mi sono fermata con le poche cose che avevo nella mia valigia rossa.Sei stata la prima visione che ho avuto di te. Di te non sapevo nulla, così come tu non sapevi nulla di me: eravamo due estranee.Io ti tenevo lontana forse per paura e tu l’hai percepito. Mi sei stata ostile, distaccata, quasi snob, mi guardavi dall’alto in basso.Eri fredda come l’alluminio. La stessa materia non mi parlava di te perché tu avevi posto una barriera nella nostra conoscenza.Ho pianto per te, ho lottato, ho litigato, ho anche interrotto rapporti che credevo consolidati. Tutto per te, per conoscerti.Volevano rinchiuderti tra le quattro mura fredde di un museo ed io mi sono opposta perché sapevo che tu possedevi un’anima, la stessa che mi aveva accompagnata in questi anni.In te c’è Marinetti, Boccioni, Fontana, Burri, Munari, Aldo Ricci,Beppe Baylon e Diana.Per te, più di una volta, ho fatto la valigia pronta a mollare tutto. Per te ho preso treni, aerei, ho dormito poco, ho mollato amori e amici. Tutto per te, solo per te.Ho imparato a farmi conoscere da te. Tutte le notti, quando tutti dormivano, mi sedevo innanzi a te in silenzio e osservandoti ti imploravo di parlarmi. Tu zitta, fredda. Notti insonni per te. Avevo bisogno del tuo amore. Una notte, in preda alla disperazione, ho prenotato un volo di sola andata, ho fatto la valigia, mi sono seduta davanti a te e ti ho detto: non hanno capito un cazzo di te, nessuno sa veramente chi sei, cosa sei, cosa diventerai… volevo farti girare il mondo, ma tu sei una sporca provinciale di merda e vuoi finire in un museo… vado via, addio!Ho pianto. In quel momento ti sei rivelata a me. Ti sei illuminata, in te ho intravisto un sorriso amorevole, una richiesta d’aiuto.Ho fumato la mia ennesima sigaretta e ti ho dato l’ultimatum: si fa come dico io oppure rimani chiusa in magazzino per l’eternità.Tu hai accettato. Il giorno dopo ho cominciato i miei studi su di te, sulla tua materia, sulla tua anima, su tutti gli errori commessi da coloro che in passato si erano trovati a confrontarsi con te.Da quel momento è cominciato per noi l’arduo percorso della conoscenza. Avevo già intuito dove saresti andata e tutti mi definivano folle. Sì, la folle arrivata con la sua valigia rossa che non si era mai occupata d’arte contemporanea, mette all’angolo gli “ esperti”.Sei stata il mio coraggio quando volevo mollare, la mia forza quando ero stanca, il mio pianto, la mia gioia, il mio sorriso, la mia vita.Ti vedo nella tua scatola che, come un cocchio principesco, ti porterà a girare il mondo. L’ultima notte, amore mio, ed io piango di felicità perché la tua luce sarà visibile in ogni angolo del globo.Sei libera finalmente, mai più nessuno tenterà di ingabbiarti nella triste e mefitica realtà museale.Adesso insieme a Marinetti, Boccioni, Fontana, Burri, Munari, Aldo Ricci, Beppe Baylon e Diana, c’è una parte di me in te e questo mi onora e mi commuove.I vaccini sono dei preparati che vengono somministrati per indurre uno stato di immunità attiva nei riguardi di determinati agenti patogeni con il fine di proteggere dalla rispettive infezioni o dalle manifestazioni della malattia.Sono probabilmente i farmaci che più di tutti agiscono secondo meccanismi naturali.L’obbiettivo di qualsiasi vaccino è quello di stimolare il sistema immunitario a produrre una risposta contro un agente esterno; per dirlo in parole povere il vaccino insegna al sistema imuniatrio a riconoscere e neutralizzare un agente patogeno con il quale entriamo in contatto.Per farlo si possono usare diversi tipi di vaccino: a virus attenuati, inattivati o contenenti frammenti proteici del virus (ad esempio la famosa proteina Spike di Sars-Cov 2) e i nuovi a RNA messaggero (o m-RNA).Vaccini a m-RNA (Pfizer-BioNTech e Moderna): sono vaccini che trasportano un piccolo frammento di RNA messaggero chiuso in una “bolla di grasso” che contiene le informazioni genetiche specifiche per produrre la proteina Spike del virus Sars-Cov 2. Questa proteina funziona come un uncino, per agganciarsi alle nostre cellule respiratorie entrare al loro interno e moltiplicarsi causando la malattia. Quando questo RNA messaggero entra con il vaccino nel nostro organismo viene letto dalle nostre cellule (in particolare dai ribosomi) che cominciano a produrre tante copie della proteina Spike virale.Il sistema immunitario riconsce queste copie della proteina Spike come estranee e comincia a produrre delle armi specifiche, gli anticorpi. Impara quindi a riconoscere e a neutralizzare la proteina Spike, in questo modo quando la dovesse incontrare di nuovo sa già quale tipo di anticorpi specifici produrre.Vaccini a virus inattivati ( AstraZeneca e Johnson Johnson ): sono vaccini che contengono un piccolo frammento di DNA, con le istruzioni per la costruzione della proteina Spike, all’interno di virus inattivato che funge solo da mezzo di trasporto (tipo autobus). Quando viene inoculato questo virus inattivato entra in contatto con le nostre cellule e rilascia al loro interno il frammento di DNA che farà produrre la proteina Spike.Anche in questo caso il sistema immunitario riconsce la proteina Spike come estrnea e comincia a produrre le armi specifiche.La cosa interessante di tutto questo processo, valida per entrambi i tipi di vaccino, è che la proteina Spike, da sola, non è in grado di procurare la malattia e quindi funge solo come “allenatore” del nostro sistema immunitario che quindi sarà pronto quando incontrerà il virus.Il tipo di frammento che contiene l’informazione: nei primi è l’RNA, nei secondi il DNA. Il primo è più instabile (degrada facilmente e velocemente) e richiede quindi una maggiore accortezza nella conservazione e nell’utilizzo (temperature e maneggiamento). Il secondo è più stabile e quindi può essere conservato e maneggiato più facilmente.Differiscono poi come tipo di somministrazione: mentre i due a m-RNA necessitano di due somministrazioni a 21 giorni di distanza, AstraZeneca viene somministrato in doppia dose a 12 settimane l’una dall’altra, Johnson Johnson è l’unico in monosomministrazione.Quando si valuta la qualità di un vaccino uno dei parametri fondamentali è l’efficacia protettiva che è data dalla effetiva capacità di proteggere dalla malattia; questo dato si estrapola vaccinando una parte delle popolazione ed osservando la frequenza di malattia fra i vaccinati e fra i non vaccinatiIn questa campagna vaccinale mondiale si sta osservando che tutti e quattro i vaccini sopracitati stanno dimostrando elevata efficacia protettiva; si osserva infatti che nelle categorie vaccinate in via prioritaria (es il personale sanitario) il numero di contagi scende considerevolmente via via che sale il numero di persone vaccinate. Questo è un’ulteriore prova che investire in una vaccinazione di massa più rapida porterebbe a numerosi benefici in termini sanitari ed economici.Come ogni trattamento farmacologico anche i vaccini possono avere delle reazioni avverse. Per tutti e quattro sono state segnalate reazioni lievi o moderate che si risolvono entro pochi giorni dalla vaccinazione. Le più frequenti sono febbre, mal di testa, dolori muscolari o articolari.Possono verificarsi reazioni allergiche (dalla comparsa di reazioni cutanee fino allo shock anafilattico). Nel caso specifico, alcune reazioni allergiche sembrano essere state scatenate da una famiglia di eccipienti, i polietilenglicoli. Si tratta di una reazione estremamente rara che ovviamente va monitorata ma il rischio è minimo (numero di casi estremamente piccolo) e può essere ulteriormente diminuito raccomandando a quei pazienti che hanno sviluppato allergie di seguire un percorso allergologico adeguato.Del tutto eccezionali sono le reazioni neurologiche (come encefalite) che si attibuiscono ai vaccini più sulla base del criterio temporale che per prove effettive del ruolo causale del vaccino. I dati finora acquisiti sui vaccini per Sars-Cov 2 sembrano tranquillizzare sulla loro sicurezza in merito all’insorgenza di reazioni neurologiche. Nella massima parte dei casi si è trattato di sintomi lievi e transitori (sonnolenza capogiri, formicolii, disturbi del gusto).Per quel che riguarda gli eventi di TVP (trombosi venosa profonda) e di embolia polmonare, che hanno portato alla momentanea sospensione in alcuni paesi del vaccino AstraZeneca, l’analisi dei casi non ha permesso di stabilire un nesso causale diretto con la vaccinazione. Inoltre il numero di casi registrati è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione.Più complessa invece sembra essere la valutazione sull’efficacia di questi vaccini verso le varianti di Sars-Cov 2.Qualsiasi virus quando si replica nel suo ciclo vitale fa degli errori di trascrizione del proprio codice genetico. Più il virus si moltiplica più è soggetto ad errori. Nel Sars–Cov 2 queste mutazioni avvengono più lentamente, rispetto ad esempio al virus influenzale, per la presenza di un enzima che è capace di correggere. Quando queste mutazioni si accumulano nel tempo il virus può cambiare le sue caratteristiche e dare origine ad una variante virale.Queste varianti possono essere potenzialmente in grado di sfuggire alla risposta immunitaria stimolata dalle vaccinazioni che, di conseguenza, potrebbero perdere parte della loro capacità di neutralizzare il “nuovo” virus.Una riduzione della capacità neutralizzante non comporta una perdita di efficacia del vaccino. Quando il nostro sistema immunitario incontra Sars-Cov 2 vengono prodotti diversi tipi di anticorpi specifici, ognuno capace di riconoscere diverse parti della proteina Spike. Quindi anche in caso di mutazioni queste non sarebbero in grado di modificare sostanzialmente le caratteristiche della proteina tanto che questa non possa essere riconosciuta.Dai dati per adesso pervenuti il più efficace in grado di neutralizzare la variante inglese, sudafricana e brasiliana è il vaccino Pfizer-BioNTech. Un risultato importante in quanto ottenuto analizzando anticorpi prelevati dal sangue dei vaccinati.Anche Moderna mantiene l’attività neutralizzante contro le varianti inglese e sudafricana.AstraZeneca è risultato utile soprattutto per la variante inglese,la più diffusa in Europa, mentre ha una riduzione di potere neutralizzante contro la variante sudafricanaAnche il vaccino J J, studiato con un trial clinico molto grande (ha reclutato soggetti in varie parti del mondo), sembra essere efficace su tutte e tre le varianti.A questo va aggiunto il ruolo svolto dalla risposta immunitaria cellulare. Questo tipo risposta è mediata dalle cellule T del sistema immunitario che hanno il preciso compito di riconoscere le cellule del nostro organismo infettate dal virus. Ciò accade perché le cellule infettate da un virus accendono un segnale sulla loro superficie, quasi si mettessero in evidenza, per indicare la loro infezione. In questo modo i linfociti T le individuano e le eliminano.Uno studio preliminare ha dimostrato che indipendentemente dalla variante le cellule T sono in grado di riconoscere la cellula infettata. Questo significa che una reinfezione difficilmente sarà più grave della prima.Per quanto ora detto, i diversi vaccini descritti forniscono il massimo rendimento se utilizzati per la vaccinazione di massa con il fine del controllo e, ove possibile, della eradicazione della infezione da Sars-Cov 2. Lo jus sòli, jus culturae o come lo si voglia chiamare è certamente una misura di civiltà attesa in Italia da molto tempo. Tuttavia, grazie ai calendari parlamentari in ritardo di decenni, cade in un periodo particolare, dopo un lungo ciclo di feroci attentati terroristici compiuti da giovani islamici cresciuti in Europa, i quali, a differenza dei loro padri, sono, proprio grazie allo jus sòli presente in Francia, Inghilterra e altri paesi, cittadini europei. La radicalizzazione islamista della seconda generazione di immigrati musulmani non è un fenomeno trascurabile o passeggero. Come più volte sottolineato è la prova del fallimento di un modello di integrazione, per il quale culture religiose e abitudini di vita anche tra loro molto contraddittorie dovrebbero convivere in una sorta di buon vicinato fondato sul reciproco rispetto. Visione ingenua che si basa su un relativismo valoriale assoluto, per cui la società multiculturale sarebbe non la sintesi nuova e ricca, ma la semplice sommatoria delle differenze, ciascuna inattaccabile nella sua specificità. È una sedicente integrazione che non integra, anzi dis/integra, lasciando fanatismi e costumi arroccati nei loro recinti. Il limite di questo modello è divenuto evidente negli ultimi anni, perché l integralismo islamico wahabita, che non è l invenzione di qualche assassino fuori controllo, ma l adesione letterale ai precetti del Corano praticata da comunità numericamente sempre più rilevanti, è in conflitto strutturale non solo con i valori civili delle società occidentali, figlie della rivoluzione francese, ma con tutte le altre fedi. Non a caso gli integralisti, pur dicendosi a volte, per puro tatticismo politico, rispettosi della legge, sono assolutamente contrari ad ogni reale integrazione, che essi considerano un cedimento agli infedeli e una bestemmia contro l integrità islamica. Tornando allo jus sòli è chiaro che nella situazione attuale divenire cittadini italiani ed europei non dovrebbe essere semplicemente la conseguenza burocratica della nascita, della residenza e di un formale ciclo scolastico, ma il frutto maturo dell accettazione del principio di convivenza pacifica tra le culture che caratterizza i nostri paesi. Il problema non è allora il diritto considerato astrattamente, ma la sua applicazione concreta a chi professa l adesione all Islam, che è per sua natura una religione intollerante e bellicosa. Bisognerebbe porsi delle domande. Che valori trasmette la scuola pubblica ai figli di famiglie islamiche? Come farli uscire dal recinto dei divieti e delle superstizioni coraniche ed educarli ad essere liberi cittadini? Come rompere il muro ideologico di ostilità che li separa dal resto della società? L approvazione dello jus sòli dovrebbe essere insomma l occasione per una sfida aperta del pensiero laico e democratico all oscurantismo religioso, ma purtroppo non sembra ci sia all’orizzonte nulla di simile. Alle campagne di paura di una destra interessata solo a prendere voti, fa da specchio l imbecille politically correct di una sinistra che spesso non riesce neppure a unire l aggettivo islamico al sostantivo terrorismo e nasconde la sua passività dietro la bandiera di diritti astratti e distratti.  –  Vincenzo Sparagna, Integrazione e integralismo
, Frigidaire 17/06/2017 L editoriale di Marco Travaglio sul Fatto di oggi in edicola| L’altro ieri, mentre i carabinieri arrestavano Alfredo Romeo a Napoli e perquisivano Carlo Russo a Scandicci, si spegneva a 86 anni, in un ospizio vicino a Firenze, Fernando Pucci, l’ultimo dei “compagni di merende” balzati agli onori delle cronache giudiziarie negli infiniti processi per i delitti del mostro di Firenze. Per anni il suo nome fu associato a quelli degli altri compari: Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Nessuna parentela con lo scandalo Consip, per carità: sia perché in quei processi si parlava di omicidi, in questa inchiesta invece al massimo di corruzioni, traffici di influenze, soffiate e favoreggiamenti; sia perché allora il Pucci e il Lotti erano testimoni d’accusa che collaboravano con la giustizia, mentre ora il Renzi e il Lotti (il ministro Luca, solo omonimo) sono indagati e negano pure l’evidenza. Ma la suggestione dei compagni di merende, cioè di quel mondo di furbi provincialotti di paese che si vedono al bar tabacchi e custodiscono segreti inconfessabili, viene naturale alla lettura delle carte dell’inchiesta Consip. Torna alla mente quel che disse della sua Firenze un cittadino doc come Dante Alighieri a Jacopo Rusticucci nel girone dei sodomiti, al canto XVI dell’Inferno: “La gente nova e i sùbiti guadagni/ orgoglio e dismisura han generata,/ Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni”. È più o meno quel che accadde quattro anni fa, quando dal contado toscano marciò e poi marcì su Roma quello che la stampa del servo encomio nobilitò come Giglio Magico e che oggi la stessa stampa convertita al codardo oltraggio sbeffeggia come Giglio Tragico o Giglio Marcio.Stiamo parlando del Renzi da Rignano e poi da Pontassieve, del Lotti da Empoli, della Boschi da Laterina (Arezzo), del Bonifazi della Gavinana e di tutta l’allegra brigata, ben presto seguita alla luce del sole dal Verdini da Fivizzano (Lunigiana) e nell’ombra da babbo Renzi (sempre da Rignano), da babbo Boschi (sempre da Laterina), da Carlo Russo da Scandicci e da tutto il cucuzzaro. Un mondo chiuso, a parte, di gente nova irresistibilmente attratta da sùbiti guadagni. O, per dirla con Rino Formica, impareggiabile coniatore di definizioni immortali (“la politica è sangue e merda”, “intorno a Craxi vedo solo nani e ballerine”): “Renzi non ha cultura politica. È il provinciale che va in città, quello che entra nel negozio di lusso e tocca la merce, l’annusa”. Chissà se il babbo trafficava per sé o per altri (“il sangue – spiega Formica a Repubblica – oggi è sofferenza altrui, mentre la merda, il lavoro sporco, lo devono fare gli altri”).E chissà se il figlio era come i cornuti, l’ultimo a sapere ciò che parenti e amici sapevano benissimo. In attesa di scoprirlo, non c’è miglior definizione di quella di Formica per una combriccola di parvenu troppo rapidamente assurti a statisti, riformatori, financo padri costituenti. Tutti accomunati da un’attrazione fatale per i furbastri, gli spregiudicati, talvolta anche i pregiudicati. Come dimenticare la prima comparsata del giovin Matteo a Canale5, alla Ruota della Fortuna? E poi la visita clandestina alla villa di Arcore da sindaco di Firenze, subito svelata dal padrone di casa per far capire chi dei due era quello furbo? E la missione romana di babbo Boschi che, volendo salvare Banca Etruria, si affida al re dei faccendieri d’antan Flavio Carboni, condannato definitivamente per bancarotta fraudolenta?Uno legge le carte dell’inchiesta Consip, tra presunti pranzi “in bettola”, presuntissime tangenti cash col “metodo della mattonella” (come Totò e Peppino alle prese con la malafemmina), probabili “bistecchine” mangiate chissà dove con Romeo, i pizzini di quest’ultimo stracciati e ricomposti in discarica, le incursioni nel bosco di Rignano per confidarsi con gli amici del bar che ormai aveva troppi orecchi, le Srl di mamma Lalla, e tutto torna. Non sul piano giudiziario, per cui occorrerà attendere i classici 10-15 anni di processi. Né su quello della responsabilità etico-politica, concetto ormai caduto in desuetudine almeno quanto il conflitto d’interessi (infatti si continua a ripetere che le colpe dei padri non ricadono sui figli, come se fosse normale che il padre del capo del governo faccia affari con imprenditori che fanno affari con il governo). Ma sul piano antropologico ed estetico, che spiega la politica degli ultimi anni meglio di qualunque saggio o editoriale.Per chi voleva vedere e capire, non c’era mica bisogno dell’ultima indagine. Di avvisaglie erano piene le cronache, soprattutto del Fatto, e qualche libro (chi ha letto i due dedicati al clan Renzi dal nostro Davide Vecchi lo sa bene) degli ultimi tre anni, anche se le meglio penne del bigoncio giravano alla larga, almeno finché il referendum del 4 dicembre non consegnò al Paese il certificato di morte almeno provvisoria del padrone pro tempore dItalia. Bastava unire i puntini, e già il disegno veniva fuori chiaro e lampante. Ricordate le decine di Rolex anche d’oro massiccio donati da sovrano dell’Arabia Saudita al premier Matteo e alla sua corte venuta a Riyadh a omaggiarlo? La legge, trattandosi di regali superiori ai 300 euro, imponeva di depositarli in un magazzino di Palazzo Chigi a disposizione dello Stato, invece sono spariti tutti, tranne uno: quello dell’irreprensibile interprete arabo. Chissà mai chi se li è fregati.Ricordate gli scontrini nascosti dall’ex sindaco di Firenze passato nel frattempo a miglior carriera e dal suo successore, il sindaco al Plasmon Dario Nardella, sulle sue spese non proprio tutte “istituzionali” rimborsate dal Comune ai tempi di Palazzo Vecchio, proprio mentre il suo partito scacciava per molto meno il sindaco di Roma Ignazio Marino davanti a un notaio? Tra le poche ricevute emerse dalle indagini della Corte dei conti, il Fatto scoprì quelle di un viaggio Firenze-Roma del Renzi e del Lotti di nove anni fa: i due figli papà democristiani, l’uno sindaco di Firenze l’altro capo di gabinetto, ogni volta che erano chiamati nella Capitale da imprescindibili impegni politici nazionali, sceglievano di soggiornare all’Hotel Raphael di largo Febo, che Craxi aveva eletto a sua residenza capitolina, che ospitava i vertici con politici, faccendieri e portamazzette, che nel ’93 fece da sfondo al celebre lancio di sputi e monetine, e da cui un anno dopo – perduta l’immunità parlamentare – Bettino partì per l’ultimo viaggio dall’Italia ad Hammamet.Una scelta curiosa, per una giovane marmotta democristiana che si era laureata in Legge con tesi su Giorgio La Pira e, divenuta sindaco, aveva respinto come “diseducativa” la proposta dei nostalgici del craxismo di dedicare una piazza di Firenze all’”esule” Bettino e infine da premier aveva rivendicato l’eredità di Berlinguer dall’appropriazione di Casaleggio. Ma forse il Raphael era semplicemente una scelta simbolica dello spirito-guida che segretamente si era scelto come modello politico. Tant’è che quasi tutti i reduci del craxismo arrembante, da Ferrara a Minoli, da Sacconi a La Ganga, senza dimenticare le truppe di complemento come Napolitano e Amato, avevano eletto “Renxi” a loro nuovo beniamino. E lui era ripartito proprio da Craxi, senza peraltro averne la stoffa: la “grande riforma” della Costituzione con Verdini, il decisionismo, il rampantismo, l’antiparlamentarismo, l’harem di imprenditori-prenditori e manager-magnager di fiducia, lo stuolo di leccapiedi, il culto della personalità, la Leopolda al posto della piramide di Panseca, le leggi pro-Mediaset e anti-giudici, il garantismo peloso (ma solo per gli amici) e la scomunica a Mani Pulite “barbarie giustizialista”.E ora, inevitabile nemesi storica, a dannarlo arriva il Fattore S, come soldi. O A, come affari, sia pure non per linea diretta, ma ereditaria. Qualche webete già profetizza un imminente trasloco nella villa di Hammamet o nell’ospizio di Cesano Boscone, ma sarebbe troppo. Siccome, diceva Marx, le tragedie della storia tendono a ripetersi in forma di farsa, per questi compagni di merende pare eccessivo anche il bar sport di Rignano Marco Travaglio Mauro PoggiÈ noto che l’idea di Colombo di raggiungere il Cipango navigando verso occidente fu accolta con molto scetticismo.C’è un aneddoto famoso, variamente declinato, che racconta di queste difficoltà. Una delle versioni narra che Colombo, durante l’ennesima udienza alla corte di Isabella, si sentì obiettare da un cortigiano che l’idea non poteva essere giusta, perché se lo fosse stata davvero allora qualcuno l’avrebbe pensata prima.Si sa come andò: Colombo chiese che gli venisse portato un uovo e sfidò i presenti a farlo stare dritto in equilibrio. Quando tutti si arresero, con un leggero colpetto sul tavolo egli ne incrinò la base, appiattendola quanto basta perché l’uovo restasse in piedi, e alle proteste stizzite dei presenti che in quel modo erano capaci tutti, lui replicò: “Sì, ma il solo ad averci pensato sono io”.Si noti che secondo la periodizzazione storica in quel momento il mondo occidentale convenzionalmente non era…View original post 320 altre parole Matteo Fi/ renzi Matteo impagliato e il busto d’Alfieri, di Napoleone, i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto), il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti, i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro, un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve, gli oggetti col monito salve, ricordo… È giunta in vacanza la grande sorella Maria Elena con la compagna Etruria!… L’Air Force Renzi. Il chiodo di Fonzie. Le slide. La cybersecurity a Carrai. Il monito di Re Giorgio. “Facciamo un salto, battiam le mani, ti salutiamo tutti insieme presidente Renzi! Presidente Renzi, d’ora in poi, ovunque vai, ricordati di noi!”. L’ultima cena (non si sapeva ancora di chi) alla Casa Bianca. Caro Barack, caro Matteo. Le Olimpiadi a Casa Italia. Il Piano Casa Italia. La casa di Firenze pagata da Carrai. Mai al governo senza passare dalle urne. Enrico stai sereno. “La Botticelliana Madia e la giaguara Boschi” (copyright La Stampa). #lavoltabuona, # lasvoltabuona, #unariformaalmese, #italiariparte, #semplificaitalia, #italiabella, #scuolabella, #labuonascuola, #eppursimuove, #cambiaverso, #coseconcrete, #proviamoci, #cominciamoildomani, #allafacciadeigufi, #passodopopasso.Stiamo cambiando l’Italia. Cambiamo l’Europa. Investite in Mps, è un affare. BastaunSì per i malati di cancro e i bambini diabetici. Ma anche per combattere meglio il terrorismo. Gratteri ministro della Giustizia. “Mio padre è finito un po’ al centro delle attenzioni non per quello che ha fatto a Banca Etruria, ma perché portiamo lo stesso cognome”. Arrivo arrivo! I gufi, gli sciacalli, gli avvoltoi, i brontoloni, i soloni, i rosiconi, i professoroni, gli archeologi travestiti da costituzionalisti che difendono il Codice di Hammurabi. I leoni da tastiera che non mi guardano in faccia. Lo stilista Scervino e il pantalone sopra la caviglia. Piaccia o non piaccia. Il cappotto col bottone spaiato sistemato dalla Merkel. L’accozzaglia del No. La Generazione Telemaco (copyright Massimo Recalcàzzola). La Boschi e Agnese. La crociera a Ventotene con Angela e François. Speriamo che i greci boccino il referendum di Tsipras. Siamo contro la Brexit. Siamo tutti con Hillary. Li abbiamo asfaltati. La Palude. La Rivoluzione. Il Big Bang. Il Fertility Day. Fassina chi? Cuperlo chi? Bersani chi? D’Alema fa vincere il Sì. Il Partito della Nazione. Abbiamo nominato Cantone all’Anticorruzione e commissariato il Mose. Non si fermano le Olimpiadi, ma i ladri. Un Expo mafia free. Il Daspo per i corrotti. Tutti innocenti fino alla Cassazione. Denis è rimasto coerente.“Sciatore provetto, giacca azzurra, occhiali a specchio, attrezzatura impeccabile, si tuffa con stile sicuro sulle piste da sci anche su percorsi mediamente impegnativi” (copyright Ansa-Fantozzi). Fuori i partiti dalla Rai. Campo Dall’Orto è un grande professionista. Giannini e Floris fanno meno di Rambo. Fuori i partiti dalle banche. Dottor Viola, lei a Mps non è più gradito dal governo. Il modello Marchionne. Il modello Technogym. Il modello Gromm. Il modello Eataly. Il Quarantun Per Cento. Gli 80 euro. I 566 mila nuovi posti di lavoro. Professor Zagrebelsky, mi meraviglio di lei, ho studiato sui suoi libri. Il guru Jim Messina. Lo chef Bottura. Costantino Della Gherardesca. Il Jobs Act. L’Italicum che tutto il mondo ci invidia e ci copierà. L’Italicum lo cambiamo. I magistrati protestano, brrr che paura! Mani Pulite barbarie giustizialista. Non sono bello, sono ingrassato, non si abbottona la giacca. L’Unità di Erasmo d’Angelis. Benvenuto a Sergio Staino. Testa di Chicco. Rondolino. Velardi. Andrea Romano. La Rottamazione. Berlusconi game over. Il Patto del Nazareno. Abbiamo fatto la legge sul voto di scambio. De Luca è un’icona dell’antimafia. Caro Roberto Saviano, la lotta alla mafia è la priorità. Faremo il Ponte sullo Stretto per creare 100 mila nuovi posti di lavoro. Un sorriso a tutti. Le Leopolde. L’Italia della conoscenza, non delle conoscenze. La vigilessa Manzione all’ufficio legislativo. Beppe Sala. Alfonso Signorini. Il paparazzo di Palazzo Chigi. The Royal Baby (copyright Giuliano Ferrara). La Repubblica delle Idee. Il finanziere Serra. Papà Tiziano. “Expo sarà un No Gufi Day”. “Non servono più i chicchirullò, servono risposte”. Signori miei. Ce la stiamo facendo. La riforma attesa da 70 anni. Non ci saranno più riforme per i prossimi 30 anni.L’Italia del Sì contro l’Italia che dice sempre No. Non siamo attaccati alle poltrone. Se perdo lascio la politica, cambio mestiere e vado a casa. Vi vedrò in poltrona con i pop corn. Ho sbagliato a personalizzare. Lo faccio per i miei figli. “Tagliamo la Casta di un terzo: uno, due, morto!”. La generazione Happy Days. Maria De Filippi. Barbara D’Urso. Il libro di Vespa. Il generale Adinolfi e il generale Toschi. Le autoblu all’asta su eBay, venghino signori venghino. Non parlo dell’articolo 18, è un falso problema. La lotta all’evasione. Aboliamo Equitalia. Il fisco amico. L’amico Briatore. Mai più prescrizione. I due marò a casa. Tutta la verità su Regeni. L’amico Al Sisi. La flessibilità in Europa. Il veto sul bilancio Ue. La crescita del Pil. Basta zero virgola. Andate in vacanza belli allegri, lavoriamo a una ripresa col botto. Lo Sblocca Italia. La Smart. La mia scorta sono i cittadini. La zona rossa alla festa dell’Unità di Catania e alla Leopolda. L’elicottero blu per Courmayeur. Aboliremo i vitalizi. Dimezzeremo il numero e gli stipendi dei parlamentari. Il cronoprogramma. La road map. Una riforma al mese. I cento giorni. I mille giorni. Ciaone… Ti fisso nell’albo con tanta tristezza, ov’è di tuo pugno la data: sette di dicembre del duemila sedici…Ps. Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, fai un colpo di telefono. Siamo qui   Marco Travaglio, Pontassieve memories, il Fatto Quotidiano 8 dicembre 2016 Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi per e-mail. Unisciti ad altri 1.266 follower Indirizzo email: Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie. Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

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