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Incalzata dalla memoria dei morti, dalle pose e dai gesti di agonia, dal bruno lucore del tempo di dentro, e intanto fuori nel cielo l’azzurro scintilla. Quella mattina della tua ultima corsa, per esempio, accanto al figlio che ti parlava piano, ridente dentro lo sguardo tuo estraniato, e l’auto procede più dolcemente che si può lungo la strada fra le vigne e gl’incolti e i frutteti fioriti, nel biancore di una luce già estiva. Questo da allora per sempre per noi è il primo giorno di primavera.borgo di San Petronio, bologna. 21 marzo 2020L eco della sera nell aria velata di rosesui muri bianchi intonacati dei confini irregolarisi rispecchia del vento l oro fresco,quello di tutta la mia vita, sotto questo cielo.Quattro Finite, lecce. 21 marzo 2019Forse nella voce di poesia scintilla il principio al cuore della musica ; qualcosa come una forza contraria che risolleva l’umano discorso abbattuto sotto l’esperienza della mortalità.       Il desiderio di una musica, una spinta in senso contrario alla gravità del morire non per consolare, ma per porre in questione questa fine di vivere con l’impareggiabile struggente bellezza del creato. Forse l’origine di tutto il nostro desiderare sorge da qui, da questa spinta misteriosa e segreta in questa strettura in cui testimoniamo il morire.borgo di San Petronio, bologna. 13 marzo 2019Lago di Pieve di Cadore. Agosto 2018       Che cosa tocca nell’intimo la pietra e la collina ; cosa deriva della montagna alla città antica… Fin dove scivola nell’aria quest’atmosfera soffusa della sera…Boschi intorno al lago di Pieve di Cadore. Agosto 2018       Vorrei scrivere dei boschi nella montagna, dell’altezza nel cielo e di come vi abita la luce ..per leggere tutto clicca QUIFoce del torrente MaranoRiccione. 13 maggio 2018MUTAR DI LUOGO una riflessione     Vorrei ricordare oggi i canti degli uccelli, toccanti oggi più di sempre, melodiosi e dolci, marcati da cadenze più soavi, piani e quasi discorsivi a tratti come fossero di uccelli nuovi ; più di tutti, i canti del merlo.     Qualcosa d inaudito si è compiuto oggi anche per il mio canto : alcuni versi che da settimane consideravo perduti ormai nell indistinta fonte di Oblio, non solo mi ritornavano alla mente al risveglio, ma riattingendoli comprendevo che ciò poteva accedere grazie al fatto di essermi trovata fisicamente, qualche giorno prima, in un luogo che era per essenza affine ai versi perduti ..     Con quale sorpresa allora ho visto il potere predittivo di poetare, e anche la facoltà intrinseca di Poesia di tra durci in luoghi diversi ; consentendo l esperienza senza passare da quella fisica sensoriale, e tuttavia incarnandosi.     Ecco, quei versi che credevo perduti e che dubitavo fossero davvero ispirati perché non erano successivi a un esperienza viva nel mondo quasi fossero soltanto un esercizio mentale in realtà l avevano preceduta, offrendomi di cogliere un distillato di senso direttamente in un moto a luogo che sopravanza l esperienza fisica della dimensione spazio-temporale.borgo di San Petronio, bologna. 16 maggio 2018                     Changer de place – Une réflexionJe voudrais me souvenir du chant des oiseaux en ce jour, plus touchant aujourd’hui que jamais, doux et mélodieux, scandé d’accents plus délicats et lents, conversant parfois presque comme des oiseaux nouvellement nés; le chant du merle, surtout.Une chose inouïe s’est produite aujourd’hui pour mon propre chant : quelques vers que je considérais depuis plusieurs semaines comme perdus dans la source indistincte de l’oubli, me sont non seulement revenus à l’esprit au réveil, mais en remontant le fil de cette résurgence, je compris qu’ils m’avaient été rendus parce que je m’étais trouvée physiquement, quelques jours auparavant, dans un endroit qui possédait une affinité essentielle avec ces vers perdus…Avec quelle surprise m’est alors apparue la prémonition permise par l’écriture poétique, mais aussi le pouvoir intrinsèque de la poésie à entre-mettre différents lieux; à permettre l’expérience sans passer par la sensation physique, et à pourtant s’incarner.Ici, les vers que je pensais perdus, et dont je doutais qu’ils soient vraiment inspirés, parce qu’ils ne faisaient pas suite à une expérience de vie dans le monde – se réduisant presque à un exercice mental – avaient en fait précédé mon expérience, me permettant de cueillir directement un concentré de sens dans un déplacement qui surpasse l’expérience physique de la dimension spatio-temporelle.Traduzione dall’italiano di Philippe Aigrainhttps://www.atelierdebricolage.net/?p=11155#identifier_0_11155ATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREAlito lunareNotturno alito lunare       irroradi splendore nel silenzio l ascesa.borgo di San Petronio, bologna. 29 aprile 2018Brise de luneDe nuitla brise de lune parsèmedesplendeurson ascensiondans le silenceTraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRETraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREVenere boschivaVenere boschiva alla muttura*     nel frullo     d ali,     ai raggi del primo sole.* rugiada, in dialetto salentinotorre Veneri di Lecce. 4 febbraio 2018Attesa di teT irradi, la notte nella polpa       mistero della tua voceascolto       senza sonno quest attesa di te.borgo di San Petronio, bologna. 22 23 dicembre 2017L attente de toiIl rayonne, la nuitdans la chair      le mystèrede ta voixj écoute      sanssommeilcette attente detoi.Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRESotto la coltre vienericordando le vittime del Bataclan in questo giorno di prima neve a Bologna, le loro morti che non si possono strumentalizzare Sotto la coltre viene, sulla guancia del tempoorigina un sentimento nuovo dipoesia.borgo di San Petronio, bologna. 22 ottobre 2017il nostro ascolto soltanto conosce variazioniTraduzione dal francese di rosaturcaEstratto da Les contours du dedans p. 72cliccare QUI per leggere o scaricare l intera raccoltaPierre Soupir il sito dell autoreVista sui gessi e calanchi bolognesiCroara di bologna, fine agosto 2017.Dimorare nel ventoDimorare palpabile nel vento nell orecchio   e lo smalto del cielo nella sera   in   cui hanno consuetudine alle ombre   il frullo d ali le grida   degli uccelli   i cori di grilli   i versi di fagiani.Croara di Bologna. 27 agosto 2017       sulle spalle della notte scivolando.Jerusalem Bononiensis, bologna. 22 agosto 2017Al passaggioCoste di lini bianchi contendono lo sfatto ardore a Demetra       un po di più       a       ogni passo       sprofonda.Borgo di san Petronio, bologna. 19 agosto 2017( per leggere di più clicca QUI )InvecchieremoInvecchieremo        ma come i fioriche sbiadisconoil principio della loro fioritura        senza tempo.Borgo di san Petronio, bologna. 28 luglio 2017Ascesa marinaE nell ascesa marina dal Temposolo un crespo di vento che luccica l onda, luce tersa sigilla dal cielo.torre Chianca di Lecce. 19 20 luglio 2017Ascension marineEtdans l ascension marine duTempsjuste un frisson de ventconstellant l ondede clairs éclats sceau du cielTraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRE nello sbiadire d arie al cielo della sera nel palpabile bruno delle ombre alla pietral avere luogo del vento alle fronde lucenti nel crepuscolo blu.Decumano massimo, bologna. 25 aprile 2017Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRENatale 2016. bolognaLa luce guardò in basso e vide le tenebre :       « Là voglio andare » disse la luce.La pace guardò in basso e vide la guerra :       « Là voglio andare » disse la pace.L amore guardò in basso e vide l indifferenza e l odio, la durezza del cuore :       « Là voglio andare » disse l amore.Così apparve la Luce e inondò il mondo. Così giunse la Pace e offrì riposo. Così arse l Amore e rigenerò la vita.E il Verbo si fece carne e dimorò in mezzo a noi biglietto augurale del Gruppo Scout di Verona          Senza martirio.          E una notte che toglie il respiro, a piccoli tocchi,          Che ti bagna la gola a sorsate di mare          Una curva marina          Respira nel Vento.   (Il soldato romano che non è battezzato, ha tagliato il mantello e diviso col Cristo.) [11.IX.2013]   Sono le notti del Fuoco oppure i giorni, quando dai cieli piove rosseggiando. Tempo di quaresima dei forti, per riconoscere miglior avvento.             Tu, mi trattieni il braccio.Mi volto, e non ti vedo. [12.IX.2013]Polittico di Zara. Vittore Carpaccio, 1480-1490Una rosaA fiorare dal cuore di silenzi di una rosa          ri membra          petalo a          petalo          un a mirare       segreto          favolosoborgo di San Petronio, Bologna. 9 novembre 2016immagine da un originale di Pierre SoupirSonoroDeserto di parole il mondo nell assunzione dei cori di grilli.san Donaci di Brindisi Bologna. Ottobre 2016      di azzurri sereni.fondazza di Santa Cristina, Bologna. 16 18 ottobre 2016         il corso dei giorni.borgo di San Petronio, Bologna. !4 15 ottobre 2016         nelle attese del mondo.borgo di San Petronio, Bologna. 13 ottobre 2016« Ogni tuo passo è un movimento di spirito, ogni tuo sguardo è volto alla profondità del mistero. »G. N.A occidente, sul mare alto.porto Venere, Liguria. Settembre 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )           incubare nell orecchio un attesa di canto.bologna. 27 settembre 2016       sopra vestigia rupestri secolari.autostrada Adriatica. 29 luglio 2016La città si è fatta in qualche notte d autunno, di ritorno dai boschi nella collinaefflorando a ogni pietra angolare di gotica nostalgia.Castiglione. 20 settembre 2016Le ombre che sopravanzano l oscurità      vuol dire che il tempo si è fatto carne e buio è l amplesso di secoli d intimità di sale.Castiglione. 20 settembre 2016Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREtraduzione dall italianodi Marina De Rose @dipiunonchiedoDi slancio         verso l altitudine incontro all altomare       sconfinare d incolti claustrali       e fino al tempio dismesso       salmastro       ancestrale.( in sogno ) 14 settembre 2016alla menzogna patriarcale di Colei che porta distruzione sciogliere la finzione del suo viaggio       disarcionare da sé la legge l oscurità Il viaggioDicono :Dalla tomba alla vitaRitornaLa kore sposa        e non sapevano         Degli occhi bianchi e rossi.ProcedeSenza madreSenza scorta. Tutte le età porta con sé,La nudità di una rosa.Atto di dolore( La kore sposa )Madre. Così distolta dal tuo sguardo E sola Non ho creduto alla paura Che mi metteva l’Inferno Che mi serrava le viscere Che già mi aveva derubato il passo. Poi        Quando il mio gesto        Ai polsi ha rinunciato        Alla sua volontà        — allora ho visto       e creduto        Alla mia fine.Per ogni AdeQuelle tue maniIn cerca nel mio ventreHanno fermato la mia immortalità— la mia innocenza, dicevi.E nell’angoscia seguita allo spaventoLa castità della mia prima voce svaniva.*La kore sposa,Sposa di teCompagna al buio trono.La tua frode non fu rapirmi ai ventiAll’abbraccio del mareAlla madre sempiterna fiorita— ma la tua leggeCon il suo confino.*La cara madreVoluttuosa e fecondaSorride nelle selveCorre con gli animali.Non sa la madre l’InfernoIn cui gli sguardi stanno separatiE il vivereSi riproduce senza più generare.*Quando l’occhio fu dilatatoE preso al buioVidiIl riflesso che non aveva vita— ed ero io, bisognosa di curePer durare nei ferri.Lui non si oppose allora, ed io stupii. Lui mi lasciò vagare.Io — io non cercai la madre.Ogni tentata via portava sempre a lui, alle sue maniChe leganoForti più dei VentiSciolgono le membra più lontano del mare.*Non saprei dire lo scarto misteriosoPer cui trovai l’uscita :Di nuovo seppi l’aria, la cara luce intornoE questo bastò.Forse, era l’Inferno ad essere svanito.Che c’ero stata si vedeva ancora ai bordi dilatati dello sguardo.Non era invece nel mio ventre l’Inferno,E per questo io non ero ancora perduta.Ma nemmeno ero io ancora immortale.E nell angoscia seguita allo spavento La castità della mia prima voce svaniva.*La kore sposa, Sposa di te Compagna al buio trono.La tua frode non fu rapirmi ai Venti All abbraccio del mare Alla madre sempiterna fiorita ma la tua legge Con il suo confino.*La cara madre Voluttuosa e feconda Sorride nelle selve Corre con gli animali. Non sa la madre l Inferno In cui gli sguardi stanno separati E il vivere Si riproduce senza più generare.*Quando l occhio fu dilatatoE preso al buio Vidi Il riflesso che non aveva vita ed ero io, bisognosa di cure Per durare nei ferri.Lui non si oppose allora, ed io stupii. Lui mi lasciò vagare. Io io non cercai la madre.Ogni tentata via portava sempre a lui, alle sue mani Che legano Forti più dei Venti Sciolgono le membra più lontano del mare.*Non saprei dire lo scarto misterioso Per cui trovai l uscita : Di nuovo seppi l aria, la cara luce intorno E questo bastò.Forse, era l Inferno ad essere svanito.Che c ero stata si vedeva ancora ai bordi dilatati dello sguardo.Non era invece nel mio ventre l Inferno, E per questo io non ero ancora perduta. Ma nemmeno ero io ancora immortale.bologna. Agosto 2013 Settembre 2016       di foglia in foglia.Santa Maria dei Servi, Bologna. 11 settembre 2016      filature di croci nell antro solitario delle sere.bologna. 10 settembre 2016~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRE            Sono giorni in cui non si può più tenere a distanza una vena di dolore immenso.26 luglio 2016      anche se tutto è incompiuto.Borgo di San Petronio, bologna. 24 luglio 2016                e il verso dell ora che si consuma.bologna. 22 luglio 2016                             ( delle rivelazioni che portavano le antiche figure ha dissipato il gesto – l’incastro che facevail tutelareassembrando di quelle gli attributi e preparando così l’analogia )                             Quello che viene è la forza e la violenza dei Voli          una seminagione danzante nei gestidell’uomoper il sogno di pitturapiù vivo che mai.bologna. 23 novembre 2013             Mattino muto con un vento leggero e illuminato. Senza voce. Ascolto, infinito. Luce impercettibile sale e bagna con il suo splendore         bludi cobalto il cielo.Borgo di San Petronio, bologna. 9 agosto 2007                          Per l estensione del cielodella nuvola di panarela durata        e          uno schiarire          di sonno.bologna. 13 luglio 2016Il silenzio del mattino si leva caldo e chiaro, e dai Giardini in lontananza che contornano il borgo versi di cicale rimano il sereno della maestà estiva. Dall alba al tramonto consumano del cielo l eternità di durare             e ne disperdono polveri        e           oro.Borgo di San Petronio, bologna. 10 11 luglio 2016~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRENella notte, dopo aver lambito un fiume per i suoi greti, dal mio destino ho raggiunto a piedi l uscita.bologna. 13 giugno 2016Dans la nuit, après avoir parcouru les gravières du fleuve, j ai rallié à pied l issue de mon destinTraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousIl segreto dell oro e il corpo cavo dei secolariGiardino d ulivi secolari, strada provinciale Lecce Torre Chianca. Marzo 2016 tragicopunteggiato del ricordo di che dolce festa faceva quando era vivo il sangue sulla pianura          e          sono campi di grano          e papaveri          in fiore.statale 101 Lecce Gallipoli. 6 giugno 2016           Una foglia ha schiuso il filodendro come la palma aperta di una mano. Iridati annunci di luce a oriente appaiono nel cielo e svaniscono        e si ritrovano un po più in là, come a segnare il cammino. Un bambino.autostrada Adriatica. 31 maggio 2016          Bendato di un sogno d acque il cielovillaconvento di Lecce. 1 giugno 2016                    E quando lo slancio è vinto nella polpa vivaun richiamare        nell aria tormenta di versi l uscita.bologna. 18 maggio 2016          nello spavento di certe giornate estive bologna. 23 maggio 2016Cliccare QUI per La Scalinata dei Poeti di maggiobologna, piazza Giosuè Carducci. Maggio 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Di maggioTra    secolano i cieli   sulla bocca   nera   del tempo.bologna. 15 maggio 2016En maiStupé faction des cieuxsur la bouchenoiredu tempsTraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREPer un granello di terraNessuna immagine trapassa dalla notte al giorno, dall oscuro alla luce. Nient altro se non questa mia voce sola che attinge da lontano più lontano, più indietro nel tempo fino alla scomparsa di memorie da evocare, fino al punto in cui l indistinto è vinto di chiarezza da un granello di terra                   vengono le parole, e non sono le immagini                   e finalmente le cose sole                   si fanno innanzi                   dalle parole.bologna. 12 maggio 2016 Riserva naturale Cesine, San Cataldo di Lecce. Luglio 2013( cliccare sull immagine per ingrandire )baia dei Turchi, Terra d Otranto. Luglio 2014( cliccare sull immagine per ingrandire )Di segni stupisce, e vaticini nel manto animale dardeggiato di spasimi        puntellatodallesparizioni         cauterizza        di luce la parolabologna. 6 10 maggio 2016                             Fra la terra e il mare               nel durare di luce dei più arsi sereni         forse più di una brama     sogna ancora di lei.bologna. 4 10 maggio 2016                        Salpate le navi con il favore dei venti  dicono per la prova dell orrendo delitto              disertata la spiaggia              e il mare              disabitate le macchie odorose              le radure bologna. 4 10 maggio 2016Manda scintille il cuore di Gesù e intanto a noi viene uccisa la parola arrestato il vento e l’amore che come dice qualcuno sarebbe anche il tempo ma dove non siamo la luce è bella tuttavia / fra le mura di un tempo era il solo orizzonte, non vedendone l’occhio che segni e rifrazioni,  parlare sì senza predare e strappare rendeva un cielo al caos, guidava fuori un poco dal nostro soffocamento,  poi senza prendere, danzare come prolungamento di lei, essere allora il suo corpo issava nel reale il tutto fino al desiderio,Pygas io l’invento, mi esce dalla bocca, libera reclusa strana al centro dei risospinti che migrano nella notte verde dai fiumi dimenticati, la sola ancora munita d’ali e del ricordo di allora.Testo di Serge Marcel RocheCliccare QUI per il testo originale in lingua franceseCliccare QUI per l anteprima di traduzioneE poi qualcosa inatteso ti cambia le priorità delle cose di sempre non si ritrovano più Cliccare QUI per l articolo completoIl velo delle sere sui marmi di San Petronio. bologna, aprile 2016( cliccare sull immagine per ingrandire ) neanche per un istante, neanche quando l Europa tremò nella più morta vigilia. Fuggimmo con le masserizie su un carro da Casarsa a un villaggio perduto tra rogge e viti: ed era pura luce. Mio fratello partì, in un mattino muto di marzo, su un treno, clandestino, la pistola in un libro: ed era pura luce. Visse a lungo sui monti, che albeggiavano quasi paradisiaci nel tetro azzurrino del piano friulano: ed era pura luce. Nella soffitta del casolare mia madre guardava sempre perdutamente quei monti, già conscia del destino: ed era pura luce. Coi pochi contadini intorno vivevo una gloriosa vita di perseguitato dagli atroci editti: ed era pura luce. Venne il giorno della morte e della libertà, il mondo martoriato si riconobbe nuovo nella luce Quella luce era speranza di giustizia: non sapevo quale: la Giustizia. La luce è sempre uguale ad altra luce. Poi variò: da luce diventò incerta alba, un alba che cresceva, si allargava sopra i campi friulani, sulle rogge.. Illuminava i braccianti che lottavano. Così l alba nascente fu una luce fuori dall eternità dello stile Nella storia la giustizia fu coscienza d una umana divisione di ricchezza, e la speranza ebbe nuova luce.Pier Paolo Pasolini in La religione del mio tempo. Garzanti 1961 Cliccare QUI per un inedito sulla resistenzaPiero Calamandrei I morti della Resistenza vollero essere, credettero di essere, le avanguardie di una nuova classe dirigente, pulita e onesta, fatta di popolo, destinata a prendere il posto di tutti i profittatori e di tutti i corruttori. Quei morti furono la testimonianza e la promessa di un autogoverno popolare in formazione : ma finita la guerra, i vecchi vivi risalirono sulle poltrone e la voce dei giovani fu ricoperta da quelle vecchie querele.Piero CalamandreiPassato e avvenire della resistenza, estratto da Resistenza e guerra.Cliccare QUI per l articolo completobologna, via Castiglione. Aprile 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Bologna, sabes que me voy para echarte de menosModlovBologna, sappi che vado via per sentirti mancare di piùbologna, la torre degli Asinelli di scorcio in via CastiglioneAprile 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )bologna. 22 aprile 2016calcinéesTraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitous              Cliccare QUI per la pagina dedicata sul sito di Philippe AigrainATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREDegli uccelli dell aria il richiamo dei canti, dalla finestra aperta nel silenzio della stanza nel giorno alto nel cielo sul cortilee batti-cuore in golae mi ricordo, e sotto-pelle a pietrisco ferita       contro-natura breccia all assedio del cuore.bologna. 21 aprile 2016Angelo segna-vento sulla loggia dell ingresso monumentale dell Istituto Ortopedico Rizzolibologna, San Michele in Bosco. Aprile 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Scritto nell aria una notaScritto nell aria è il gesto nel suo principiare di carne e sangue e miracoloso entusiasmo. Il tra-gitto fra i momenti diversi che precipitano il prender forma, intermittendo di continuo la volontà nel segno dei suoi divenire.Accostate così tutte le vie possibili di un a-bandonare, che acconsente della forma non più della sua impronta assiepata nelle flagranze di tutti i suoi passare bologna. 15 aprile 2016cliccare QUI per Scritto nell ariaCi sono luoghi-di-colore che non finiscono di trasmutare il segno dei loro divenireaccostati       abbandoni acconsentono l impronta di un passare passato de flagratoE ritornano e in cerca assiepando umidori e solitudini che non si coniugano mai.bologna. 11 aprile 2016cliccare QUI per una nota~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREIl mercatino dell antiquariato, ogni seconda domenica del mese.bologna, piazza Santo Stefano. Aprile 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Piazza Santo StefanoNel deserto del tempo sereno appena un giorno di sole             d improvviso la pietra            al            grido       scoppiato            di un bambinobologna. 10 aprile 2016Fioriscono asfodeli nelle piane di Ade come nei giardini d ulivo abbandonati.montevergine di Arnesano (Lecce). Marzo 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Cliccare QUI per l articolo completoBasilica di Sant Antonio da Padova. bologna, aprile 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Concerto di PasquaE di ali un fremere tutto alla base del cuore a-vicendarsi di stormi in volo       d angeli un tuffo al soffio inter rotto, palpitando       e nella volta della notte       misteriosa       levatura in sogno       di nembi che       rischiarano       fino ad estinguersi       nel       blu.Bologna. 2 aprile 2016Dissodatimontevergine di Arnesano ( LE ). Marzo 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )cliccare QUI per leggere di più . in lavorazione « Rivengo in te       nei tuoi passi       se vuoi »                il Tupperware                e la grattugia                arancioni, bagaglio del viaggio. Puliti,                lasciati sul marmo                bianco                di cucina« Posso fermarmi,       se vuoi      je m arrête       nel noi. » ( in sogno ) 4 aprile 2016La via stretta della passionelecce, basilica di Santa Croce. Marzo 2016( cliccare sull immagine per ingrandire )Cliccare QUI per l articolo completo       baluardo di correnti.Porto Badisco, in Terra d Otranto. 21 marzo 2016~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREPer l incolto, più solitari alberi fioriscono in bianco.Strada provinciale Lecce San Cataldo. 16 marzo 2016                di correnti.Strada provinciale Lecce San Cataldo. 16 marzo 2016                  via       lucente,                  colmando le mancanze del de-siderare.                  E senza resti,                  nella forma senza corpo                  nel punto senza spazio                  nel senza-tempo estraneo                  all eternità.( in sogno ) 16 marzo 2016~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRECatarsiChe mi avrebbero saldato il cammino a questo nido di Legioni celesti, per il tramite del danno irreparabile alla nascita nel sale e nella polpa . . .bologna. 5 marzo 2016~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRE    di viole        nei canti del merlo le urgenze.bologna. 25 febbraio 2016             del povero cristo             gettato fra il portico e la strada             la cantilena questuante non desta             un moto del cuore             tanto stanotte la Grazia             ci manca.bologna. 23 24 febbraio 2016CP 84 7 JANVIER 2016“ tutissescomme feuilles en hiverune flamme confondanteet glacéed’un chagrinune mémoire ”tu,tessicome foglie in invernouna fiamma che confonde     ghiacciatadi uno zigrinoun ra-memorareCliccare QUI per l articolo completo con il piede alle sparse correnti, alla dimenticanza nel sorriso       solitaria lontananza di affetti, allattata di parolaAria nuova che infiora di ventoLa notte di stellebologna. 10 febbraio 2016illimitéTraduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREUn chiarore per se stessoIn qualche istante la nebbia ha avuto ragione su di noi, sulle nostre vite luccicanti e prive di splendore. Un corpo di chiarore per se stesso, ha occupato tutta l’aria e le distanze un dipanare di sogno, e la pietra manufatta e il suo detto solitario nuovamente si confidano nell’occhio restituito d’improvviso alle selve.rosaturca                     Une clarté en soiEn un rien de temps, le brouillard nous a englouti, nous et nos vies scintillantes et privées de splendeur. Bloc de clarté en soi, il a occupé tout l’air et les lointains démêlant le rêve. Alors, la pierre taillée et son dit solitaire se confient à nouveau dans la vue des forêts soudain retrouvée.Traduzione dall’italiano di Philippe AigrainATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRENota alla traduzioneL’incantesimo dell’aria declinato in un’altra dimensione, altri occhi nei ritagli della nebbia tra la pietra e le selve riecheggiano le parole di Philippe Aigrain, che attraversa la mia lingua del testo con la danza delle sue immaginazioni. Con la gioia di un dono inatteso ricevo la sua traduzione, e mi slancio incontro all’invito dei suoi passi diversi. E quanto più magico diviene questo germogliare misterioso d’eco : a due voci, una doppia melodia nella stessa armonia. Perché quello che conta davvero non è la stessa cosa in una lingua diversa — se mai fosse possibile…. Ma un’altra voce toccata da risonanza, che possa germinare dall’inedito fondo comune di tutte le parole.Come dice bene Philippe quando parla del demone della traduzione …              Cliccare QUI per la pagina dedicata sul sito di Philippe AigrainI bambini aspettavano la neve. I bambini non hanno pazienza. Gridavano per crepare le nuvole, disegnando sui loro quaderni dei cannoni puntati verso il cielo basso, facevano cerchio nel cortile, come pagani sotto gli alberi spogli con tutte le loro forze sfidando l’equilibrio delle nuvole .Hervé ChesnaisTraduzione dal francese di rosaturcacliccare QUI per l articolo completo sui miei passi le sue immagini le sue ? Le mie parole.Il testo, la marea del corpo che forma questa voce. sempre là che riecheggia la sua attesa, e innestato alla mia lingua a colpi di incisioni. Illeggibile questa teoria di pelle e di saliva, questi orizzonti che si sfanno di polvere. questa traccia del sangue declinato nelle sue calcinazioni.Tentazione di abbandonare sempre la stessa.E poi. Sei tu che leggi per caso e non dici niente. Guardi. Riguardi le parole, segui lo scritto del testo, ti guardi intorno. E stato allora che ho visto. qualcosa passare fra noi e potere sospendere il verso del tempo. qualcosa si è visto, è avvenuto. chissà dove chissà perché.bologna. 23 dicembre 2015cliccare QUI chissà dove chissà perchéEpisodio 31I nibbi girano il cemento del cielo, le grida sono più lucide, il rumore della città in alto crepita nell orecchio. Occorrerebbe che il corpo non fosse così stanco. Si vede talvolta un occhio in una parvenza di blu che ci guarda, una scoria di nuvola prima che si dissolva. « Ah, mais n oubliez pas le sang toujours sur la route, les solitaires que l on calcine  » No, noi non dimenticheremo della foresta il sangue che passa ogni giorno sulla strada, e nella savana gli alberi calcinati anneriti, solitari nella morte. La pietra si arroventa e noi a cuocere nell oblio. a predire di nausee, di spasmi. eppure a sentire lontano, così lontano da superare la distanza degli aerei. a prendere l aria cattiva che ci spezzerà le ossa e addormentarsi dicendo che non esiste niente. auscultare gli hiboux asmatici. avere le dispepsie lunari. affannare tra schiuma e lenzuolo. seguire sul soffitto tutta una geografia di macchie e resti dei nembi di pioggia. volere, in sogno, penetrare degli istmi che si restringono. ancorare la piroga al letto. Poi vorremo che tutto questo finisca, come finivano i vecchi dischi continuando a girare, scricchiolii di zaffiro sul fondo dell orizzonte nei secchi pascoli.Serge Marcel RocheTraduzione dal francese e corsivo in italiano nel testo di rosaturcacliccare QUI per l episodio in lingua originalecliccare QUI per la nota a margineQUI un anteprima di più episodi tradotti in italiano~ Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREde la nuit Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREPer tutti quanti camminiamo nel buio di una ferita che non rimargina mai, possa stanotte una Luce danzante diffondere il conforto della sua cura.bologna, Notte di Natale 2015 :esterno, levare di luna sul quadriportico di Santa Maria dei Servi ;interno, cattedrale di San Pietro, pala d altare di Donato Creti, 1736. Particolare dello sfondo con la vista della città.( cliccare sulle immagini per ingrandire )                   ed è come piovesse di mistero.bologna. 16 19 dicembre 2015~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRETeresa Muratori, Il miracolo di San Mauro (1661-1708)Chiesa del Crocefisso, complesso di Santo Stefano. Dicembre 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )Prima della caduta.cliccare QUI per l’articolo completoJerusalem Bononiensis, questa sera. Dicembre 2015Monte Donato. bologna, novembre 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )I pomeriggi di brumeI pomeriggi di brume dei mattini sereni       chi li raccoglie             al primo gelo d inverno,             chi se li portasulle braccia, fino all espiro d azzurro fra la terra e il cielo, sopra le rime di sogni dei rovi?bologna. 30 novembre 2015Monte Donato. bologna, novembre 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )SegretoNell alitare segreto e gelido un tremolare di foglie non visto dal vento.Monte Donato. 29 novembre 2015cliccare QUI per l anteprima delle traduzioni di versi di Pierre Soupir~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIREallo stupore gettato nel gridodella lingua dei padri          che le madri non l hanno.bologna. 1 dicembre 2015~Traduzione dall italiano di Philippe Aigrain @balaitousATELIER DEBRICOLAGELITTÉRAIRECosì l oscuritàCome del tempo la risacca s’arresta        e là, dove s’accumula, volenterose mani accorrano a dipanare                    così, l’oscurità.Monte Donato di bologna. 22 novembre 2015Passa l angelo e rintocca alla mia porta                   leggerissimo,                          la stanza ne rimbombaE nell attesa del vuoto di parola che il suo silenzio si rivolge a me.bologna. 8 dicembre 2012 Et le ruisseau obscur essuie ses lèvres molles à peine décollées                                                                    Pierre Reverdy L arrestoQuesti polsi che pesano al mattino, questa mancanza di contorno al cuore e poi                        l arresto della voce                        è nell ApertoSi ridiscende, con il gelo dellebrume solitarie       aureolanopasso apasso .bologna. 14 15 novembre 2015Crepuscolo d autunno. Piazza Maggiore, bolognaSettembre 2012( cliccare sull immagine per ingrandire )Terra di cui è fatta anche la carne si assesta, nel silenzio tempo del riposo nell intimo lucore delle membra       si addensa       e si fa       forza, e slancio.bologna. Settembre 2012( cliccare sull immagine per ingrandire )Asciugata dal vento non ha più odore la vigna delle sere.Nell’aria la vena di un selvatico marino e le foglie dei tigli di colpo ingiallite si staccano dai rami, e più lontane da sé vanno a riempire la breve oscurità.cliccare QUI per l’articolo completobologna. 10 13 novembre 2015Éditions QazaQ ( cliccare QUI per scaricare in PDF / ePub )Chemin tournant ( cliccare QUI per il sito dell autore )Poèmes écrits dans la chambre, de nuit.Lui à la table ne fait rien que chercherla douceur trop souvent absente du cœur humain,la cherche dans la forme enneigée de l’effraie,le nid de l’oiseau-soleil,le silence du bois,le coq sur le toit,les arbres des forêtset la chair tremblante du vent sous le poids de la gloire.Vient le jour,son pendant à porter,les pistes à départir,les heures à remonter,le prochain pas à faireavec la terre battue du corpssous le couvert des nuages.Serge Marcel RochePoesie scritte nella stanza, di notte.Seduto al tavolo non fa che cercarela dolcezza troppo spesso assente dal cuore umano,la cercanella forma innevata di spavento,il nido dell’uccello-sole,il silenzio del bosco,il gallo sul tetto,gli alberi della forestae la carne tremante del vento sotto il peso della gloria.Viene giorno,[ la sua pendenza ] da portare,le piste da ripartire,le ore da risalire,il prossimo passo da farecon la terra battuta del corposotto il manto di nuvole.Traduzione dal francese di rosaturcabologna. 12 novembre 2015Una scelta esteticaUna scelta estetica : ciò che si include e ciò che si esclude nella propria rappresentazione. Una scelta determinata dalle persone e dai contesti ai quali si rivolge – si dedica, si destina – la nostra rappresentazione.“Una scelta estetica è sempre una scelta sociale …Ciò non significa affatto che la scelta estetica sia impura o interessata. Anche le scelte dei santi sono sociali.”Pier Paolo Pasolinicliccare QUI per l articolo completoLa notation est un art de forêts inconnues**D. HasselmannDieci notazioni dalla foresta dell inedito pulsanteTesti in lingua originale francese di Serge Marcel RocheTraduzione dal francese di rosaturcaChiedo di ottenere una nazionalità, cerco un cavallo purosangue della taglia di un paniere, ma due sogni non fanno una poesia, stessa cosa vivere alla frontiera o praticare l equitazione. Je demande l obtention d une nationalité, cherche un cheval pur sang de la taille d un panier, mais deux rêves ne font pas un poème, même à vivre sur une frontière ou pratiquer l équitation. notation 3Più niente. Soltanto, attendere.C’era una libellula sul rubinetto dell’acqua. Pas de plus que rien. Attendre seulement.Il y avait une libellule sur le robinet d’eau. notation 8Avrò passato sei anni in questa poltrona dai cuscini blu.        Adesso, lassù, i cani mi disfano la notte. Aurai passé six ans dans ce fauteuil aux coussins bleus.Maintenant, là-haut, les chiens me défont la nuit. notation 10cliccare QUI per l articolo completoHo ascoltato la pioggia cadere       senza fare rumore                 del vento                  la voce,                 ma più lontano da qua.bologna. 14 ottobre 2015Contro la chiusa del tempo                                                     da un letargo              di sonno              s affiora.bologna. 3 novembre 2015L inverno si fa il nido      nella notte            traduce il gelo            alla riserva d acque,            nell oscuritàTempo senza misura         la storia di tutti                                          è finita?bologna. 1 3 novembre 2015In fotografia : San Girolamo di Ludovico Carracci,1591 Basilica di San Martino Maggiore, bologna. Ottobre 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Tutte le notti di secoli sono ancora là :all incrocio fra l arco e la vela che slancia          nell orbitare segreto          del cielo          lunarenostalgia di durare del tempo che fuga e sfiorando fino a noi bologna. 25 30 ottobre 2015Cliccare QUI per la raccolta completaIn fotografia : Plenilunio Piazza Maggiore, bologna. Ottobre 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Ci sono torri Ci sono torri medievali rinchiuse nelle mura di antichi palazzi,mura di torri al cuore di altre mura di terra su terra che pietrifica.bologna. 24 ottobre 2015La notte gonfia d inverno      il buio dischiuso profuma      sfiorando E cateratte di cieli si rovesciano alla terra, e tutto il mondo che s irradia vivo passato alla ferita del cuore abbandonato.bologna. 22 ottobre 2015Cliccare QUI per la raccolta completaIn fotografia : Al tramonto Piazza Maggiore, bologna. Autunno 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Twitter :  @fa_rouPer il sito di Pierre Soupir cliccare QUI“ dans le poème,quelque chose se passe, enfin,loin de toi. ”e nel poemaqualcosa si sfila, infinelontano da te.Traduzione dal francese di rosaturcaCome richiami nella notte presi da desiderio. Versi brevi riecheggiano campi di spazio in cui niente è da vedere e l’ascolto mette a fuoco il silenzio. Quasi poesie, se non fosse che si arrestano proprio sul punto di farsi canto. Sono la mappa di erranze di un’assoluta soggettività.Una lista di versi. Pierre Soupir la compila su Twitter giorno per giorno sulla linea del tempo. Giorno per giorno lui abbandona nella rete brecce d’identità. Ri-attraversare i suoi versi con un’altra lingua è riconoscere al cuore del suo richiamo una comune vertigine.rosaturcacliccare QUI per il primo gruppi di versi tradottibologna. 19 ottobre 2015NOTA PER UN VELABRO*velàbro, è parola scelta qui nel suo significato derivato da velo : copertura che vela, che sottrae l’oggetto velato allo sguardo, lieve strato che copre, avvolge e prolunga. Il termine non si trova più nella maggior parte dei vocabolari della lingua italiana – decaduto dall’uso e infine obliato nella nostra coltura della lingua. E tuttavia velabro non è lo stesso di velo. Non fosse altro per l’eco latina del nome, che ispira suggestioni di sacre velazioni nuziali di tradizione mediterranea ( greca e romana ). Ma rinviene anche lungo tutta la tradizione biblica, in cui si dice di veli che non smettono di nascondere – rivelando, spesso come nube di viva luce che adombra – trasfigurando.……………Cliccare QUI per l’articolo completo.bologna. 2 – 13 ottobre 2015 una duración de rosas.                                            rosaturcaTraduzione dall italiano di Francesca CaggianoCliccare QUI per i versi in lingua originaleune durée de roses.                                            rosaturcaTraduzione dall’italiano di Francesca CaggianoCliccare QUI per i versi in lingua originaleLorenzo Zava il pianista sotto i porticibologna, portico del Pavaglione. 21 settembre 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )                                      La poesia è una retorica vittoriosa, ma la musica lo è di più. E essenziale non perdere di vista la concretezza di ciò che è vero, riuscire a distinguerla dalle illusioni deluse di ciò che era stato più desiderabile. Era quello che andavo pensando alle quattro del pomeriggio, seduta al Mercato di Mezzo davanti a cappuccino e brioche. Fra le ondate  di vento più fresco, la luce che si schermava di grigio, nel piacere degli accenti di lingue diverse che si parlavano intorno a me.      La sera prima avevo conosciuto Lorenzo, tornando a casa, avevo scoperto la dolcezza selvaggia del tocco della musica nella prima oscurità. Da lontano avevo seguito quel suono, da sotto il voltone della Mnemosyne di Modlov, da dietro il palazzo del museo. E quelle note barocche erano un ponte gettato sulla tristezza immensa, una passerella di giunchi legati come un canto alla musica e in cui condensava soltanto per me la marea del suono in parole. Soltanto dopo nella luce del portico ho scorto la figura, ho fermato una fotografia di quel passaggio della vita. La musica, quella di Haydn, e poi Bach dedicato, un preludio di quel clavicembalo Più tardi. Avrei smesso di ricordare le parole senza volto nella prima oscurità, ma non ho smesso di conoscerne la voce. Il senso, un segreto.       E poi la vita nuovamente ha ripreso a passare. Grazie Lorenzo.( cliccare QUI per la pagina facebook )bologna. 21 29 settembre 2015 Refaire une société vivante à l intérieur d une société condamnée *Albert Camus*rifare una società, viva, al cuore di una società di condannatiTraduzione in italiano di rosaturcagriglia del testo in francesegriglia del testo in italianosito : MOTS LIÉS Parcours de lectureGrazie a @aunryz !( cliccare QUI per la pubblicazione originale )                      E tempo di andare.Jerusalem Bononiensis. 21 settembre 2015bologna, sotto il portico in via San Petronio Vecchio. Settembre 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )Mañana no serálo que Dios quiera.A GIl giorno non sarà quello che Dio vuole.bologna. 22 settembre 2015Astor Piazzolla, 1975 immagine web( cliccare sull immagine per ingrandire )Dopo ogni gioco della danza. Resta un avanzo d eco, e un murmure buio nel cuore. Dopo la magia intensamente lirica del canto. Resta il vento che sale, la forza del vento, non finisce di salire.      Dalle fredde paludi in cui Mnemosine disseta l arsura di ogni ricordare viene anche l anima misteriosa di una musica nera, un fango che si fa voce, e le parole si fondono, e il silenzio è una fibra tesa,  e una cifra impressa a fuoco in questo cuore di cera.http://rosaturca.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/01-Libertango.mp3Libertangohttp://rosaturca.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/02-Meditango.mp3Meditango( cliccare QUI per ascoltare di più )bologna. 23 settembre 2015du chant**traduzione in francese di Philippe Aigrain ATELIER DU BRICOLAGE LITTÉRAIREbologna. 21 settembre 2015[ ]Fuori. Finita la musica nella via è ancora la notte, ancora calda. Una notte di fine estate. Il lamento e il richiamo inatteso di un uccello che passa di qua ha screziato d’aperto la notte mentre va a spegnersi oltre le ombre nel parco.                                            cliccare QUI per l articolo completobologna. 17 settembre 2015     AnticoIl cielo di rose nei mattini di settembre       sulla pietra che annidaDi rudezza,di miele.Jerusalem Bononiensis. 10 settembre 2015Il grillo sulla croce canta      una voce alata.Beneàuguro nella notte, l aria fredda e il vasto cielo sotto le ali del cuore.Jerusalem Bononiensis. 10 settembre 2015In fotografia : Dopo la notte, Jerusalem Bononiensis Settembre 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )I.Nell’incertezza dell’andatura libera da impegni ho guidato i miei passi verso dove la luce si tuffava al tramonto. Diretta ai Giardini, insieme all’aria scivolavo nel suono di campane, rintoccavano le sei.Del ritorno in città conoscevo gli ultimi fuochi dell’estate, quelli che forzano nelle membra fino a spremere la forza vitale. Poi c’erano stati quei colpi di vento, improvvisi verso sera che portavano quest’aria nuova di settembre. Conoscevo l’azzurro limpido che seguiva nei cieli del mattino, la trasparenza luminosa dell’etere e l’inarrivabile dolcezza che ti segna nell’aria fredda come una ferita. Non avevo visto ancora i boschi. Perciò andavo nel parco, andavo a vedere i colori che prendono le foglie, i cascami di oro fuso fra gli alberi, le radure danzanti di luce.[ ]II.cliccare QUI per l articolo completo e altre immaginiI II Giardini Margheritabologna. 7 settembre 2015( cliccare sulle immagini per ingrandire )                     e                           come si riaccendono nel cielo le stelledella serabologna. 27 agosto 2015bologna. 1 luglio, ore 14.00Biblioteca dip. lingue straniere( cliccare sull immagine per ingrandire )      Le sang et l eauCe que l homme a de meilleur en lui, après le sang pour lui, ce sont les larmes.Pierre Reverdy Le gant de crin Flammarion, 1968* * *      Il sangue e l acquaCiò che l uomo ha di meglio in sé, dopo il sangue per sé, sono le lacrime.Traduzione dal francese rosaturcaje prends source dans un silence qui brûlequand sous la terre toutes les couleurs sont prêtesà bondirFrancis RoyoAnalogos – cliccare QUI per leggere sul sito dell’autore      Dires 235sorgivonello stesso silenzio che ardequando tutti i colori sotterra sono prontia balzareTraduzione dal francese rosaturca      Dires 234de mon coeur d’hommerien n’éclôt qui pleure en vainmain versée dans la tienne la victoire est au sangson nidFrancis RoyoAnalogos – cliccare QUI per leggere sul sito dell’autore      Dires 234del mio cuore di uomoniente si schiude che pianga invanomano versata nella tuala vittoria è al sangueil suo nidoTraduzione dal francese rosaturcaAnalogos  cliccare QUI per leggere sul sito dell autore      Dires 233l alba       le acque felicie spaventoso il sospettoTraduzione dal francese rosaturca                                     Senza voce accostare l orecchio       dormire in questi voli.bologna. 27 giugno 2015Cliccare QUI per leggere un estratto di questi versi su :MOTS LIÉSSlow Reading Parcours de lecturesL ascolto rimesso nelle voci del mondo si ravvolge a questo farsi di silenzi della sera.       L incunearsi nell ombra del legnodi una stella, uno sfogliarsi d ali alla finestra per questo varco schiuso appena.bologna. 19 giugno 2015      Il racconto del viaggioDalle montagne fino alle coste rocciose lambite dalle correnti è tutto un donarsi di forma molteplice allo sguardo e al pensiero in frammenti. Ruotandoci lo spazio ci separa in distacchi d oblio, ci scioglie in baleni vagabondi e ci salda nel tempo che passa sotto il cielo.Alpi Apuane. Giugno 2015I.II.III.I III Nell acquaio, frammenti di roccia levigati dal mare e marmo grezzo di Carrarabologna. 4 giugno 2015( cliccare sulle immagini per ingrandire )che non è ancora passato?Volto verso di me       così nudo, così schiaritocome una piana dal Vento bologna. 26 maggio 2015Cliccare QUI per leggere un estratto di questi versi su :MOTS LIÉSSlow Reading Parcours de lecturesSulla piana d acquesolo i cori di grilli       scivolando l aria a quelli s afferrapianura veneta. 16 maggio 2015Felicia con l immagine del figlio Peppino      Questa madreQuesta donna era la madre di Peppino Impastato che «fecero a pezzi sui binari della ferrovia di Cinisi nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978. Lo misero sulle rotaie quando era già stordito, adagiarono il corpo su una carica di tritolo e fecero brillare l’esplosivo. Poi lo uccisero per 23 anni ancora. Provando a seppellirne il ricordo sotto una montagna di falsi e calunnie.» *Questa madre sopravvissuta a lungo nello strazio per la morte del figlio ammazzato, lottando fra le mura domestiche ha custodito la propria integrità poi la vita dei figli infine la memoria di Peppino. Mai questa madre ha cessato di rigenerare la vita. Negli ultimi tempi erano in molti ad andare a trovarla, dopo che la storia di suo figlio era stata raccontata in un film. La casa di Felicia da allora è diventata anche per noi «un giardino nel quale si coltivava l’attesa di giustizia, nutrendo la memoria e sradicando la menzogna una piccola stanza bianca dietro a una persiana » *  Felicia è morta a Cinisi nel 2004, aveva 88 anni. ( cliccare sull immagine per ingrandire )* La storia di Peppino Impastato, di Enrico Bellavia cliccare QUI per il documento completoPer maggiori risorse su Felicia Bartolotta Impastato cliccare QUINotturno solitario senza Ventopunteggiato di luci di stelle nell attesa di luna       e non ancora silenziobologna. 7 maggio 2015E il silenzio nell aria svolgeva la riuscita del giorno        come se fosse l incedere di luce materia certa del mondo e i canti brevi degli uccelli nell orecchio minassero l uscita.bologna. 4 6 maggio 2015      Leggere i fondi  di schiuma di infruttescenze di polvere di caffè, dell inclinazione della luce e del caso. Ci sono testi che non si accontentano di essere letti e interpretati. Intagli quotidiani nel vascello del tempo, matrici di quella lingua senza confini che produce in noi una conversione del vedere, del sentire, del pensare. I.II.III. IV.V.VI. VII. VIII.I VIII Nell acquaiobologna. Maggio 2015 ( cliccare sulle immagini per ingrandire )      DanzePrimavera è matura e le infruttescenze piumate degli alberi nei giardini e nei parchi migrano al minimo soffio del Vento, dissolvendosi nell aria sui viali, sotto i portici, nel cielo sui cortili e attraverso le finestre fino dentro le stanze. Danza Demetra iridata nel sole, conduce lei gli sciami aureolati di soffice pelo di questo primo viaggio della vita.I.II.III.IV.I IV Lanugini arboree bologna. Maggio 2015 ( cliccare sulle immagini per ingrandire )* Cofano : grande recipiente circolare di terracotta usato per il bucato, nel dialetto salentino. senza il minimo attrito all enigma del canto, e in superficie uno sgombero favoloso opera nell orecchio alla venuta del mondo.bologna. 4 maggio 2015      I passi del tempoSolo la forza di volontà decide per soluzioni di continuità. Per tutto il resto valgono soltanto i passi che fa il tempo, forzandoci       nel bene nel male.bologna. 3 maggio 2015Il tempo di un giornobologna. Maggio 2015 ( cliccare sull immagini per ingrandire )Cliccare QUI per la raccolta completaL angelo di Spina nello specchio. Aprile 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )Barocco venezianoUn guscio per la vita come se tempo fosse il maree le spinte dei flutti cristallizzano nell incantesimo di porcellana,e le catture del Vento nel vetro bianco soffiato dei lumi, che si accendono quando fuori il giorno si è spento.La madre ha cinto fra le braccia il silenzio sui muri, adornando sulla pietra il movimento di legnidi ricurve membrature che inabissano la fugae l ovaledi specchiriverbera un fondale d immanenza       che imbrunisce di duratadi salmastro.Spina di Ferrara. 26 aprile 2015Raggio di sole su cavedio a nordbologna. Aprile 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )      πανικόςL ora assolata e sensuale dei meriggi estivi, quando il dio Pan delle montagne e della vita agreste presiede al riposo mediterraneo e sgomenta e attrae con la sua potenza creativa.bologna. 15 aprile 2015bologna. Via Castiglione, angolo via Sampieri. Aprile 2015( cliccare sull immagine per ingrandire ) __ tienen la misma cadencia __ noches las mismas estrellasDi cadenze       come di notti di stellebologna. 12 aprile 2015Pierre Reverdy, ca 1960 by Gisèle Freund On ne fait pas de poésie. On écrit des poèmes en risquant sa chance; on peint des tableaux, on compose une musique et il s en dégage de la poésie ou il ne s en dégage pas, c est-à-dire qu on a écrit, peint ou composé absolument pour rien, ou bien Pierre ReverdyEn vrac Flammarion, 1989* * *Non si fa della poesia. Si scrivono delle poesie rischiando in proprio, si dipingono dei quadri, si compone una musica ed è come disimpegnarsi dalla poesia oppure non disimpegnarsene affatto, che è lo stesso che dire che si è scritto, dipinto o composto assolutamente per niente Traduzione dal francese di rosaturcaParigi 9 aprile 1821 – 31 agosto 1867      L étranger Qui aimes-tu le mieux, homme énigmatique, dis? ton père, ta mère, ta sœur ou ton frère? Je n ai ni père, ni mère, ni sœur, ni frère. Tes amis? Vous vous servez là d une parole dont le sens m est resté jusqu à ce jour inconnu. Ta patrie? J ignore sous quelle latitude elle est située. La beauté? Je l aimerais volontiers, déesse et immortelle. L or? Je le hais comme vous haissez Dieu. Eh! qu aimes-tu donc, extraordinaire étranger? J aime les nuages les nuages qui passent là-bas là-bas les merveilleux nuages! Charles Baudelaire * * *      Lo straniero Dì, chi ami di più, uomo enigmatico? Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello? Non ho padre, né madre, né sorella, né fratello. I tuoi amici? Vi servite di una parola di cui il senso mi è rimasto fino ad ora sconosciuto. La tua patria? Ignoro sotto quale latitudine sia situata. La bellezza? L amerei volentieri, dea e immortale. L oro? Lo odio, come voi odiate Dio. Eh! Chi ami dunque, straordinario straniero? Amo le nuvole le nuvole che passano laggiù laggiù le nuvole meravigliose! Traduzione dal francese di rosaturca      T. Tranströmer ( nota sulle immagini )Possiamo fare esperienze di bellezza. Quando succede non si sa mai, prima. Soltanto dopo, più tardi se qualcosa è accaduto si vede.I racconti di ricordi di Tomas Tranströmer nella traduzione italiana, trascorrono con una voce che rischiara appena la memoria d immagini che avvengono sotto i nostri occhi e tuttavia molto più indietro, lontane nel tempo. Nella mia vita di lettrice è la prima volta che mi succede di cogliere un ascolto così, la prima volta in cui leggendo mi percepisco fisicamente in uno spazio incerto fra il non più e il non ancora.E poi mi viene in mente che avevo già provato uno smarrimento simile davanti al mio ultimo album di fotografie. Che non ero riuscita a risolvere, fissata in quello stupore per me allora inintelligibile e perciò senza via d uscita. Bocca di Magra sulla riviera ligure è un villaggio di pescatori e in passato luogo di ritrovo di scrittori e poeti. Non lo sapevo ancora quando ci sono stata, portata là dal mio fratellino come un regalo nelle prime ombre della sera. La dolcezza del paesaggio d acque, la magia della confluenza tra il fiume e il mare e ciascuno di noi solitario in quell ora del paesaggio sul finire di un giorno di pioggia. Quasi senza vedere, senza nessuna importanza ho fermato alcune fotografie.E stato naturale accompagnare la lettura dei racconti con una scelta di  quelle immagini, anche se come già nei casi precedenti non presentano alcuna corrispondenza superficiale con il testo. Svanito ogni imbarazzo, un legame più fondo, quasi un vincolo con le forze segrete che muovono la materia della vita agisce nella trama dell ascolto come in quella dello sguardo.bologna. 9 aprile 2015      MUSEI *Nella mia infanzia ero attirato dai musei. In primo luogo il museo nazionale di Storia Naturale, nel sobborgo di Frescati. Che palazzo! Gigantesco, babilonico, inesauribile!Visitavo il museo con qualcuno che mi teneva per mano. Avevo più o meno cinque anni.I.All entrata si era accolti da due scheletri di elefanti. Erano i custodi della porta del meraviglioso. Mi facevano un enorme impressione e li disegnai su un grande blocco.Dopo qualche tempo le visite al museo cessarono. Ero entrato in una fase in cui avevo una paura inaudita degli scheletri la paura si estendeva a tutti gli scheletri in generale, quindi anche a quelli degli elefanti del museo. Avevo perfino paura del mio disegno e non osai più aprire il blocco.II.Rivolsi allora il mio interesse al museo della Ferrovia Un paio di volte alla settimana scendevo con il nonno dalle alture di Söder per andare a visitarlo. Anche il nonno evidentemente doveva essere affascinato dai modellini dei treni, altrimenti non avrebbe resistito. Diventava poi una vera festa quando potevamo concludere la nostra gita nella vicina stazione Centrale di Stoccolma, dove arrivavano sbuffando treni a grandezza naturale. III.Qualche anno dopo, in età scolare, tornai al museo di Storia Naturale. Ero a quel punto uno zoologo dilettante, serio, da piccolo adulto. Passavo il tempo chino sui libri di insetti e di pesci.Avevo anche cominciato a raccogliere le mie collezioni personali. Le tenevo in casa in un armadio. Ma nella mia testa cresceva intanto un museo immenso e tra questo museo fantastico e quello molto reale di Frescati c era un continuo interscambio.IV.Più o meno ogni due domeniche andavo al museo di Storia Naturale. Prendevo il tram fino a Roslagstull e facevo gli ultimi chilometri a piedi. La strada era sempre un po più lunga di quanto non pensassi. Ricordo benissimo queste spedizioni, tirava sempre vento, il naso gocciolava, gli occhi lacrimavano. Non ricordo invece nessun percorso inverso, è come se non fossi mai tornato a casa, ma solo andato, in un perenne pellegrinaggio pieno di aspettative, moccioso e lacrimante, verso il colossale edificio babilonico.V.Collezionai insetti, e soprattutto scarafaggi, dagli undici anni fino più o meno ai quindici. Poi furono soprattutto gli interressi concorrenti a prevalere, soprattutto artistici. Che malinconia che l entomologia dovesse cedere loro il posto! VI.L attività cominciava in primavera, ma naturalmente era soprattutto d estate che fioriva, sull isola di Runmarö Ero sempre fuori in perenni spedizioni. Una vita all aria aperta senza il minimo interesse salutistico. Non avevo ovviamente alcun punto di vista estetico sulle mie prede si trattava di Scienza ma senza rendermene conto feci molte esperienze di bellezza. Mi muovevo nel grande mistero. Imparavo che la terra era viva e che esisteva un mondo infinitamente grande che strisciava e volava e viveva la sua ricca vita senza curarsi minimamente di noi.VII.VIII.* Minnena ser mig, I ricordi mi guardano nella traduzione dallo svedese di Enrico Tozzo, per le edizioni Iperborea. Milano 2011I – VIII  Dove il fiume si getta a mareBocca di Magra, riviera ligure. Pasqua 2015( cliccare sulle immagini per ingrandire )      RICORDI*Dopo il divorzio, la mamma e io ci trasferimmo in Folkungagatan 57, un abitazione di classe medio bassa I ricordi di quella casa si congegnano più o meno come in un film degli ani Trenta o Quaranta, con adeguata galleria di personaggi C era uno sporadico andirivieni di estranei. Qualche ubriaco cercava di riprendersi nella tromba delle scale. Dei mendicanti suonavano alla porta un paio di volte alla settimana La mamma preparava loro dei panini dava fette di pane invece di soldi.I.II.Io disegnavo quasi ininterrottamente a quei tempi, verso la fine degli anni Trenta. Il nonno portava a casa rotoli di carta bianca del tipo che allora si usava in tutti i negozi di alimentari e io li riempivo di storie disegnate. Avevo imparato a scrivere verso i cinque anni, è vero. Ma ci voleva troppo tempo. La mia fantasia reclamava un mezzo di espressione più rapido. Per di più non avevo nemmeno la pazienza di disegnare accuratamente. Avevo sviluppato una specie di stenografia figurata con corpi in violento movimento e un azione drammatica molto azzardata, ma senza dettagli. Erano fumetti a mio solo uso e consumo.III.IV.* Minnena ser mig, I ricordi mi guardano nella traduzione dallo svedese di Enrico Tozzo, per le edizioni Iperborea. Milano 2011I IV Laboratorio di artigiano della cartapesta. Lecce, marzo 2015( cliccare sulle immagini per ingrandire )I.      RICORDI *Le prime esperienze restano per la maggior parte irraggiungibili. Racconti ripetuti, ricordi di ricordi, ricostruzioni in funzione di stati d animo che improvvisamente si riaccendono.Il mio primo ricordo databile è una sensazione. Una sensazione di fierezza. Ho appena compiuto tre anni e mi hanno detto che è qualcosa di molto importante, che adesso sono diventato grande. Sono a letto in una stanza luminosa e a un tratto poso i piedi sul pavimento con l inaudita consapevolezza che sto diventando adulto. Ho una bambola, cui ho dato il nome più bello che sono riuscito a inventare : KARIN SPINA. Non la tratto maternamente. E più una compagna o un innamorata.II.Abitiamo nel quartiere di Söder a Stoccolma, in Swedenborgsgatan 33. Papà fa ancora parte della famiglia, ma tra poco ci lascerà. Il nostro stile è piuttosto «moderno» fin dall inizio do del «tu» ai miei genitori. Abbiamo i nonni vicini, abitano proprio dietro l angolo.II.Il nonno, Carl Helmer Westerberg, è nato nel 1860. Era pilota di rimorchiatori e mio grandissimo amico, maggiore di me di settant un anni. E strano che ci fosse la stessa differenza d età tra lui e suo nonno, che era quindi nato nel 1789 : presa della Bastiglia, ammutinamento di Anjala, Mozart compone il quintetto per clarinetto. Due grandi passi uguali indietro, due lunghi passi, ma in fondo non così lunghi. Si può toccare la storia.Mio nonnno parlava la lingua dell Ottocento.* Minnena ser mig, I ricordi mi guardano nella traduzione dallo svedese di Enrico Tozzo, per le edizioni Iperborea. Milano 2011I III Lecce, palazzo vescovile. Marzo 2015( cliccare sulle immagini per ingrandire )( cliccare sull immagine per ingrandire )      RICORDI«La mia vita». Quando penso a queste parole mi vedo davanti una scia di luce. Guardando più da vicino, la scia di luce ha la forma di una cometa, con una testa e una coda. L estremità più luminosa, la testa, è l infanzia e l adolescenza. Il nucleo, la parte più densa, sono quei primissimi anni in cui vengono definiti i tratti fondamentali della nostra esistenza. Cerco di ricordare, cerco di arrivare fino a là. Ma è difficile muoversi in quelle regioni compatte, è pericoloso, mi dà come la sensazione di avvicinarmi alla morte. Poi la cometa si dirada è la parte più lunga, la coda. Diventa man mano più rarefatta, ma anche più ampia. Ora sono a uno stadio avanzato della coda, ho sessant anni quando scrivo queste righe.  *La roccia dell aquilaDietro il vetro dell urna i rettili stranamente fermi.Una donna stende il bucato nel silenzio. La morte è senza vento.Nelle profondità della terra scivola la mia anima silenziosa come una cometa. * ***  *ÖrnklippanBakom terrariets glas reptilerna underligt orörliga.En kvinna hänger tvätt i tystnaden. Döden är vindstilla.I markens djup glider min själ tyst som en komet.* Minnena ser mig, I ricordi mi guardano nella traduzione dallo svedese di Enrico Tozzo, per le edizioni Iperborea. Milano 2011* *Dalla raccolta Den stora gåtan, Il grande mistero nella traduzione dallo svedese di Maria Cristina Lombardi, per le edizioni Crocetti. Milano 2011Di che colore il cielo delle sere a primavera? Mediterraneo azzurro, come nell aria il suono dei bronzi di campane. E quanto fonda la notte, quanto più nera e limpida l oscurità.bologna. 30 marzo 2015Crepuscolobologna, piazza Galvani. Marzo 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Cliccare QUI per la raccolta completablusulle conche dei vivi       rimugina il buio quello che siamo noi, attaccato a questa linea di terra.Lontana e più viva, farà contorno di pelle l aureola alla luna.Via Æmilia. 29 marzo 2015      Giorno nuovoIl giorno nuovo mi ha sorpresa sui miei stivali neri, e nere spalle di piumeuna luce d Oriente dardeggia lontananze La memoria dei morti perdutabologna. 28 marzo 2015Stoccolma 15 aprile 1931 – 26 marzo 2015Uccelli Mattutini […]Non ci sono qui spazi vuotiStupendo sentire come la mia poesia crescementre io mi ritiro.Cresce, prende il mio posto.Si fa largo a spinte.Mi toglie di mezzo.La poesia è pronta.Tomas TranströmerTraduzione Maria Cristina Lombardi, Crocetti Editorebologna 19 marzo. San Giuseppe falegname Il giorno è venuto con i versi del merlo puntuali all aurora. Per tutta la vastità del cielo nel mio orecchio, acuto e limpido il canto si stagliava come per modellare sonoro lo spessore del buio nell aria. Nel dormiveglia non riesco ad aprire gli occhi, a orientare il mio sguardo verso lo specchio della finestra per scoprire a quest ora in quale rapporto luce e oscurità si contendono il giorno. sul limitare d ombra di notte di confini.Autostrada Adriatica. 17 marzo 2015Materia madre. Giardini d ulivo nel Salento, marzo 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )Duramadre Il tuo letto di vecchia alla luce della lampada prima di dormire           tu che parli      di lei      che eternamente si distoglie      da te.Villaconvento di Lecce. 16 marzo 2015Che notte fonda sopra il mare      quasi non si vede, l orizzonte sfondato e noi su questo bordo dell abisso con i discorsi delle onde nell orecchio.Porto Adriano, San Cataldo di Lecce. 15 marzo 2015Sospeso al suo declino l astro del giorno solitario nel cielo sulla pianura sotto il livello del mare coronato di rose nell aria dal fiato delle terre dal Vento di bonaccia che spira dalle maree.Case Simini di Lecce. 14 marzo 2015Ex cave di pietra. Mater Domini di Lecce, marzo 2015      Imbiondisce l ombraImbiondisce l ombra delle sere sui calcari ai limitari i cieli si piumano di rose sui giardini d ulivi uccelli secolari involano richiamidi canti lamentosi.Mater Domini di Lecce. 14 marzo 2015lecce, chiesa della Madonna di monte vergine. Marzo 2015      Poco lontano Poco lontano dai centri abitati superate anche le ultime periferie, percorrendo strade che oggi non portano a niente più lontano verso i dominii della luce sotto un cielo che sembra non finire mai. La terra abbandonata fiorisce da se stessa di mandorli, di bianche velature sui limitari di rovi. Fra i banchi mossi di roccia la terra, dissodata una volta tanto tempo fa ora ritorna selvaggia d incolti. Sparse pietre d inutili confini sono adesso disertate clausure e i cippi solitari di memorie perdute che assordano d echi.Terra d Otranto. Febbraio marzo 2015e i canti fini degli uccelli al tramonto e l azzurro incipiente della sera che strugge e la clausura d echi alla fonte del poema.Villa Convento. 10 marzo 2015Le sei di sera, attraversiamo l Abruzzo. Siamo a metà del viaggio. Nel cielo scivola lentamente l oscurità e le dorsali degli Appennini e le valli si accendono delle luci dei fanali. Incomincia adesso il tempo più rischioso alla guida dell auto, quello dell ipnosi del buio.Autostrada Adriatica. 21 febbraio 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )Cliccare QUI per l album completoAltare della Croce. Santuario della GrottellaCopertino di Lecce. Marzo 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )        brividi freschi soltanto di nuova vitaVillaconvento di Lecce. 8 marzo 2015Mareggiata di Grecale.Marzo 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Cliccare QUI per l album completoNei giardini d ulivi. Strada di servizio Lecce Copertino, marzo 2015( cliccare sull immagine per ingrandire )Cliccare QUI per il blog di Francis RoyoCiglio di strada. Lecce, via extraurbanaMarzo 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )cliccare QUI per l album completoLeggiadra nel piede in un salto  di qua dalle onde. Lo stupore,la Grazia nell orecchioci volsero Porto Adriano, San Cataldo di Lecce. 1 marzo 2015 la presenza ha vibrato.Porto Adriano, San Cataldo di Lecce. 28 febbraio 2015Porto Adriano. San Cataldo di LecceFebbraio 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Canneti di palude. Strada litoranea Lecce Torre dell OrsoFebbraio 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )Tutta la notte il mare scava tra le alghe oscure vie di canali ; l orizzonte nel buio si riposa, dimenticato dagli sguardi estivi.La distesa ritmata del tempo porta il colore di acque di grotte rimaste ad aspettare.Nessuna urgenza di Vento.Non si arena dell onda la risacca, ma sulle dune di alghe salta e sgronda il passo di schiuma forse una Venus noctàmbula, forse una Kore di nascente primavera.Porto Adriano, San Cataldo di Lecce. 27 febbraio 2015Risveglio primaverile di Tamerice. Torre dell Orso, LecceFebbraio 2015 ( cliccare sull immagine per ingrandire )a est della notte per gli orizzonti fatui di chiarore.lecce. 21 febbraio 2015Trafitto il sogno nella tenebra                    albeggia         sui bordi                    lingua promessa di poesia.bologna. 17 febbraio 2015Cliccare QUI per il blog di Francis RoyoI. immagine webQualche riflessione dalla lettura di Le Due Signore. L archetipo della trasmissione della vita, di Tilde Giani GallinoDemetra e Persefone, madre e figlia, le Due Signore : raddoppiano l immagine della segreta conoscenza che hanno le donne di dare alla luce, di mettere al mondo figli e figlie. Molteplici le figure di divinità femminili accoppiate provenienti dai più antichi miti dell umanità, da diverse aree geografiche del mondo. Sia che si tratti di sorelle o di madri-figlie, la loro venerazione scaturisce dal rappresentare la facoltà di generare la vita di ogni cosa creata, ma in un rapporto che si intensifica e si sprigiona moltiplicato rispetto alla potenza già straordinaria che ogni Grande Madre manifesta da sola. La potenza simbolica delle Due Signore è allora nella relazione degli sguardi che circoscrivono lo spazio in cui le donne si riconoscono e si trasmettono il segreto della generazione possibile della vita. Tale segreto potrebbe essere anche il significato del libro che quasi sempre compare tra Anna e Maria bambina, ultima variante della coppia di Signore.rosaturcaPer approfondire : Tilde Giani Gallino Le Due Signore. L archetipo della trasmissione della vita, in Le Grandi Madri. Feltrinelli, 1989II. immagine webIII. immagine di Beppe FiorelliI. Ade, Demetra, Persefone con adoranti Museo Archeologico Nazionale, AteneII. Bartolomé Esteban Murillo, Sant Anna e la Vergine bambina Museo del Prado, MadridIII. Anonimo, Sant Anna e la Vergine bambina in una chiesa del Salento( cliccare sulle immagini per ingrandire ) Il mito è  infatti esplicito : non la figlia soltanto, in quanto sottratta dalla madre, ma la terra intiera diviene sterile e più non genera. E la nascita stessa, il phyein, che cessa di apparire, quando è negato il reciproco sguardo fra madre e figlia. Il genere femminile, nel quale la nascita si incarna, vuole relazione di sguardi fra le simili, vuole che il genere stesso sia per ogni donna comune orizzonte di riconoscimento, affinché il nascere, che è già accaduto, possa ( e non debba ) accadere ancora.Demetra, di Adriana Cavarero. 1990Cosa significhi questa relazione di sguardi di riconoscimento resta misterioso. Un senso forse tanto misterioso quanto già sottratto. E tuttavia è sufficiente registrare questo blocco di senso perché intorno vi possiamo sperimentare nuove vie d uscita ..sempre in assenza di sicurezza.rosaturcaDemetra, in Nonostante Platone di Adriana CavareroEditori Riuniti, 1999e immenso affaccia alla distanza sul bianco declinare e gelido, degli spioventi s apre in volo nel suono di campane lo slancio in gola dei merli. L oscurità non passa,nella sera non più di un accennato veleggiare di sogni soffusi di arance di rose fra le gole oscure di mura erte di secoli sotto questo cielo.Jerusalem Bononiensis. 9 febbraio 2015 Truly, she was nothing more than just a purse But when lost, there was a problem How to face the world without her Especially Because the streets remember us together The shops know her more than me Because she is the one who pays She knows the smell of my sweat and she loves it She knows the different buses And has her own relationship with their drivers She memorizes the ticket price And always has the exact change Once I bought a perfume she didn’t like She spilled all of it and refused to let me use it By the way She also loves my family And she always carried a picture Of each one she lovesWhat might she be feeling right now Maybe scared? Or disgusted from the sweat of someone she doesn’t know Annoyed by the new streets? If she stopped by one of the stores we visited together Would she like the same items? Anyway, she has the house keys And I am waiting for herShaimaa El-SabbaghTranslation in English by Egyptian poet Maged ZaherArabic Literature (in English)  link al sito * * *      Una lettera nella mia borsaNon sono davvero sicura che fosse nient’altro che una borsa Quando la persi fu un problema Affrontare il mondo senza di lei Specialmente perché le strade si ricordavano di noi due insieme I negozi la conoscono meglio di me Perché è lei quella che paga Lei conosce il mio odore e lo ama Sa riconoscere gli autobus diversi E ha la sua relazione con i loro conducenti Lei ricorda il prezzo del biglietto E ha sempre il cambio esatto Una volta comprai un profumo che non le piaceva Lo sparse dappertutto rifiutandomi di usarlo A proposito Lei ama anche la mia famiglia E portava sempre con sé una fotografia di ognunoCome si sentirà adesso Forse sarà spaventata? O disgustata dall’odore di qualcuno che non conosce Seccata di trovarsi nelle strade diverse? Se si fermasse in uno dei negozi che visitammo insieme le piacerebbero le stesse cose? In ogni modo, lei ha le chiavi di casa Ed io sono in attesa di lei.Traduzione dall inglese rosaturcaShaimaa El Sabbagh al Cairo il 24 gennaio scorso, poco prima di essere uccisa( immagine web, cliccare sopra per ingrandire )Cairo 24 gennaio 2015              la ragazza a cui era proibito amare nelle piazze non finisce di morire nella strada, in piedi con la sua voce rotta in gola, con il raccolto nelle sue mani piene di stelle.              Raccolgo briciole di testimonianze nella rete tra le asfittiche analisi politiche, perché trapeli la figura di questa donna in carne e sangue come simbolo di altre donne, altri uomini le cui vite non hanno mai nemmeno sfiorato la nostra immaginazione e che ugualmente hanno compiuto incarnandolo il sacrificio totale di sé.rosaturcaAlcuni links :شيماء الصباغ في 3 مشاهد مبارك مرسي السيسي  video-collage che testimonia l energia dell impegno politico di Shaima El-Sabbagh insieme al suo popolo. In coda le immagini della sua uccisione al Cairo il 24 gennaio scorsoA message from Shaimaa el Sabbagh s husband  Chi era Shaimaa El-Sabbagh? Un video-messaggio del maritoBo somat Lyrics: Shaimaa el Sabbagh  foto-collage di vita quotidiana di Shaimaa El-SabbaghComing to Mourn Tahrir Square’s Dead, and Joining Them Instead  articolo pubblicato su The New York Times il 3 febbraio scorsoimmagine Sarah Carr arablit.org      I’m the Girl Banned from Christian Religion ClassesI’m the girl banned from attending Christian religion classes, and Sunday mass Although I am a witness to the crucifixion of Jesus In Train Station Square at the height of the morning Even then, all the windows were open and the blood was racing the cars on the asphalt The eyes of the girls were running in Heaven, catching the forbidden rocking chair.I am the girl banned from love in the squares I stood in the middle of the street and gathered in my hand the stars of the sky, individually, And the sweat of the street vendors The voices of beggars And the people who love God as they damn this moment that the creatures of God approved To crucifying Jesus naked in the crowded square on the clock arms as it declared one at noon I, the girl banned from saying no, will never miss the dawn.Shaimaa El-SabbaghTranslation in English by Egyptian poet Maged ZaherArabic Literature (in English) – link al sito* * *Io sono la ragazza a cui è proibito partecipare alle classi di religione cristianaIo sono la ragazza a cui è proibito partecipare alle classi di religione cristiana, e alla Messa della domenica Nonostante io sia una testimone della crocifissione di Gesù Nella piazza della Stazione Ferroviaria quando era alto il mattino E anche dopo, quando tutte le finestre furono aperte e il sangue faceva a gara con le auto scorrendo sull asfalto Gli occhi delle ragazze si erano rifugiati in Cielo, attratti dalla sedia a dondolo proibita.Io sono la ragazza a cui è proibito amare nelle piazze Io sto in piedi nel mezzo della strada e nella mia mano Le stelle del cielo raccolte una ad una E il sudore dei venditori ambulanti Le voci dei mendicanti E le persone che amano Dio Dannano questo momento Che le creature di Dio hanno approvato Crocifiggendo Gesù nudo nella piazza affollata, sulle braccia dell’orologio a mezzogiorno come uno dichiarò Io, la ragazza a cui è proibito dire no, non mancherò l’alba.Traduzione dall inglese rosaturcaI.II.III.I III Funerali di Shaimaa El-Sabbagh, Alessandria d Egittoimmagini dailymail.co.uk ( cliccare sopra per ingrandire )      Quanto più vividaQuanto più vivida l aria nel mese di febbraio quando viene la serae agli spioventi non imbrunisce il cielo il suo biancore di neve la noia solitaria di chi pregae sa il riverbero della chiarezza in bocca che lo sguardo esclude.Jerusalem Bononiensis. 4 febbraio 2015      La grazia della polvereOggi, il riconoscimento del tempo dell attesa. E della vita come attesa. Straniante e consapevole il momento del risveglio      come un addensamento di etereo divenire fino a fissarsi nella vita del mondo.Inutile cercare dentro quella che sei, una rotta dei giorni. Quella parte del tempo, finita. Disorientare invece con urgenza questa terra e la sua radice.bologna. 25 dicembre 2015      I nomi del tempoI rintocchi nell aria del bronzo di campane ci segnano le ore, o forse soltanto le mappe nel cielo della lucecome fossero i nomi possibili del tempociascuno con il proprio avvenire.bologna. 25 dicembre 2014 in assenze di VentoDi fuori il giorno velato di chiarissima luce, come dal sogno immaginato delle nevi.E ancora luce di sera nell azzurro mentre va scivolando dietro ai tetti.bologna. 25 dicembre 2014 This gallery contains 3 photos. La città abitata fluttuante I. II. III. I II Palazzo D Accursio e la torre dell orologio, piazza Maggiore III Basilica di San Petronio, piazza Maggiore bologna. 19 dicembre 2014 in questo bordo del fiume luminoso      una vena d argilleun insorto clamore di silenzi come distese di neve, di senso germinante rompe le catene nell orecchioe poi la brezza delle sere d inverno ci rinfresca sul viso, sotto il portico di viole dove sedevamo. Nell alto scambiano le brume col buio.bologna. 3 dicembre 2014Rifuggendo le investiture del mondo abbracciare la fine qualunque      mescolarsi alla grazia elargita della polvere.bologna. 17 dicembre 2014affastagliato indietro alla collina dove si stira la rosadi sopra un sogno di nevi.bologna. 9 dicembre 2014Particolare del dipinto di Giovanni Marchesi, detto Sansone (1699 -1771). SS. Trinità( cliccare sull immagine per ingrandire )Tota Pulchra Es Maria (canto)  link This gallery contains 12 photos.       La cara oscurità Sono portali di nuvole di viole a coronare le arance della sera. Respira di sale la cara oscurità qua punge di rucola selvatica, là dispiega la curva nell umido ricetto disteso sopra il mare. otranto. 13 14 novembre 2014  I. Tramonto d autunno. otranto Continue reading I cenci, i fiumi, l’alba della sposa mi dicono: non sarai cencio né fiume, non sarai l’alba della sposa.L’àncora, il quattro di quadri, il divano-letto mi dicono: non sarai noi, non lo sei mai stato.E così il sogno, l’arco, la penisola, la ragnatela, la macchina espresso.Dice lo specchio: come vuoi essere specchio se non sai dare altro che la tua immagine?Dicono le cose: cerca d’esser te stesso senza di noi. Risparmiaci il tuo amore.Io fuggo da ogni cosa delicatamente. Provo a esser solo. Trovo la morte e la paura.Vittorio Bodinida Metamor, 1967. BESA editriceLimpida gioia, di che mano sei morta sotto i duri piumaggi di palmizi senza profeti? L insonne adolescente assetato di sogno e di brutalità piange ora sulla spalla di un alba spilungona non lontano dal mare non lontano dalla verità. Che furia. Che vergogna senza pace. Che accanimento oppone la cruda invereconda casistica del vizio a ciò che fu sentirsi un tempo il cuore in petto o camminare nelle vie, tra la gente come armati di un bastone meraviglioso e invincibile. Come potremo ora vivere perdendo quota in noi stessi? O forse nei mattini senza specchi ringrazieremo la morte dei suoi cortesi anticipi? Le pallide avanguardie desiderose di scandalo avanzano anch esse verso il loro Acheronte. O, soccorreteci, aiuto, bianca poesia! Aiutatemi voi, bianco foglio di carta, a dire ciò che non so.Vittorio Bodinida Metamor, 1967. BESA editriceCosteggiando la Basilica di Santa Caterina, Galatina (LE) This gallery contains 9 photos.       Madonna del Passo Una Madonna fra gli orti di pioggia santifica il Passo delle sue genti che ancora conducono sul colle verso il martirio. otranto. 13 14 novembre 2014  I. In autunno sulla via del Passo, otranto  II. Sulla via del Passo, otranto Continue reading This gallery contains 14 photos. Possibile che polverose cicogne trapassino la cruna dei campanili? Che l’esatto sorriso delle astrazioni baleni dalle velette, per le stanze ove l’odore degli agrumi e il vento di scirocco escludono ogni memoria? .. Vittorio Bodini da Foglie di tabacco, 1945 47. BESA Editrice Basilica di Santa Caterina, Galatina (LE) Continue reading Orto domestico. Villaconvento di Lecce, novembre 2014( cliccare sull immagine per ingrandire )Canto di pioggiaAlla finestra lo specchio del cielo nelle sere d autunno.Dalle cucine silenziose sole l odore del tempo di un vivere         odore di fuochi domestici         e nerofumo         nell aria sui muri di pietra         di secoli.Il Vento di fuori si è fermato e un canto di pioggia nell imbrunire portapiù lentauna teoria di nerovestite sui tabernacoli di carni bianco-lunari,su occhi ridenti e segrete obbedienze, sul dolore rimesso ma perdonato mai.Villaconvento di Lecce. 7 novembre 2014      La parola AssisiNon avevo immaginato che la parola Assisi avrebbe designato da allora in poi quel miraggio inatteso di un chiarore all orizzonte, come l approdo di un vascello nel verde argenteo delle distese d ulivi sullo sperone del monte, fra l azzurro e l oro della prima ora del tramonto, incastonato fra pietra e pietra, fra spazio e luce.assisi. 30 marzo 2012Sull argomento linkbologna. 24 ottobre 2014 Il poeta la testa ardente di sonno  Nella notte stellata non finisce di venire tradotto Con tenero gelo agli esili del Nord.bologna. 22 ottobre 2014      La vicinanza dei pazziSi spingono verso il porto come si dice del Vento, la gentilezza violata violenta e la folla che li abita come vanno nel Vento fiumi di foglie staccate via.bologna. 21 ottobre 2014conversationQuali interlocutori si evocano in queste conversazioni notturne, quali ascolti si coniugano senza fine tra loro e nell immensità silenziosa di tutto quanto non finisce di venire? Nel fluido incedere dei segni di passaggi il tempo custodisce l uscita.rosaturcaImmagine S. M. Rocheconversation une questionL écrit ne pose plusLa question du retourLe fleuve d il y a des joursCoule encore très loinSans m avoir jamais ditQui je suisEt la part manquanteLaissée dans le jardinCelle qui m attend selon tes motsAu tournant du cheminS est jetée dans ses eauxIl me semble vois-tuQue c’est sans importanceLa domanda del ritorno Lo scritto non pone più — Il fiume, ci sono giorni in cui Corre più lontano Senza che mi abbia detto Chi sono io E la parte che manca Lasciata nel giardino Quella che mi attende secondo le tue paroleAl tornante del camminoNelle sue acque si è gettata E questo vedi Mi sembra senza importanza conversation entre nousLa musiche de l’eauSur la terreSur les toitsLe ventAilleurs ce même ventLa pluieSi petite chez toi— Entendre fragilejusqu en sa force même —La mer aussiLe long ciel au milieuQui sépare ici-basEt luiQui passe entre nousQui va son chemin d eaux profondesEntre ta belle attente de terreEt la nuitLa musica dell’acquaSulla terra Sui tetti Il ventoLo stesso vento che altroveLa pioggia Così piccola presso di te—L’intendere fragilefino nella sua stessa forza —Il mare e poi Il lungo cielo nel mezzo Che separa quaggiù E lui Che passa fra noi Portato nel suo cammino di acque profondeFra la tua bella attesa di terra E la nottenotes en marge de conversationLa cour le jardin, ce sont des mots anciens qui se glissent là sur la pierre,sur l assise de ma vie cachée : une histoire incomplète qui serait muette sans euxLà où je suis, faisant mes heures de nuit,je ne vois pas, j écouteIl n y a pas de conversation qui ne laisse affleurer le secret de soiOn se tient alors au bord de l autre, à sa table de nuitet l’on mange en silenceLa corte il giardino, sono antiche parole che scivolano là sulla pietra, sull’assisa della mia vita remota: una storia incompleta che senza di loro sarebbe mutaLà dove sono io, nel mio fare notturne le ore,là non vedo, io ascoltoNon ci sono conversazioni che non lascino affiorare il segreto di séCi si tiene allora sul bordo dell’altro, alla sua tavola notturna e si mangia in silenzio Testi Serge Marcel Roche (traduzioni in italiano di rosaturca)conversation  link alla raccolta On se tient alors au bord de l autre, à sa table de nuit et l on mange en silence*Serge Marcel Rochenotes en marge de conversation*Ci si tiene allora sul bordo dell altro, alla sua tavola notturnae si mangia in silenziobologna, dopo il voltone in via de Foscherari. Giugno 2014( cliccare sull immagine per ingrandire )Y siempre tengo tus ojos como un amuleto                                                      Mnemosynee sempre tengo i tuoi occhi come un amuletobologna. Giugno 2014bologna, portico in via San Leonardo. Settembre 2014( cliccare sull immagine per ingrandire )mi poesia no es mia sino de quien la necesita              igual que el pan              pertenece al hambriento                                               Modlovla mia poesia non è mia ma di chi ne ha bisogno       come il pane appartiene a chi è affamatobologna. Settembre 2014 A Bologne, en Italie, se répand certains jours et à certaines heures un parfum de rose damascène, celle qu on nomme la Rosa Turca [ ] Serge Marcel RocheStamattina dai tigli intorno alla fontana scivolano le foglie nei soffi brevi del Vento. Dardeggiano l ombra sul lastricato umido e bruno, prive di splendore. L aria bagnata della notte stringe ancora la luce. Nella fontana la voce degli zampilli d acqua, il frusciare di foglie fra i raggi della bicicletta e gli sbuffi che fa il Vento. Lo stupore di notte che ci salva, che va estinguendo nel giorno per giorno di ogni mattino.* * *Serge Marcel Roche dedica sul suo spazio digitale Chemin tournant un lungo articolo al mio lavoro poetico in Sigillature. Simili ai passi di una danza le sue parole vanno intorno a un profumo di rosa damascena e s intrecciano ai giorni, alle ore in cui si schiudono i miei versi di poesia. L occasione della sua ospitalità e la trama sottile delle relazioni che l hanno preparata rappresentano per me un nuovo e importante giro di boa nel succedersi delle maree di una vita. Est-il possible d en dire un mot? Ho provato a dirlo, ma  è stato come fare luce due volte sul solo cammino di un giorno, non si può. Ho scritto e poi ho visto di averlo fatto come per sigillare la via di un accesso indicibile dal quale io sono giunta fin qui. Gli scritti raccolti in Disséminations sono anche il tentativo frammentario di raccogliere le tracce dei molteplici punti di vista da cui ogni volta come se fosse la prima ho ripreso la via verso abbandoni ancora sconosciuti.Grazie a Serge Marcel Roche per l occasione di questo giro di boa. Grazie a Francesca Caggiano per avermi traghettata con materna solerzia fra le due lingue e per la sua forza di spirito. Grazie a Giorgio, Beppe e Benedetta disponibili a leggere gli illeggibili testi preliminari * * *E poi l azzurro è tornato come d abitudine ad incantare l attesa nelle sere.Sigillature su Chemin tournant link all articolobologna. 2 ottobre 2014(Testo originale in lingua francese tradotto in italiano)Son seul passageSur le bord du chemin où il s est laissé tomber, les bras pendants, ses mains traînent dans le ruisseau où l eau ne coule pas. La forêt s ouvre sur sa tête et d en haut le passant regarde le chemin. Il attend; aucun bruit ne court ailleurs que dans les branches où passe le vent. Le silence a désolé son cœur solitaire et fermé.Un chien qui mord, une roue qui crie sur le gravier un moment secoueraient sa torpeur. Mais pour lui le monde est une route interminable où l on se perd. Il a laissé dans les buissons ses souvenirs et les années passées sans rien comprendre.La forêt qui l arrête est un abri où il fuit le soleil et il regarde, sans la voir, monter la route vers les arbres. Plus loin le village s endort étendu dans les champs que la nuit assombrit, mais pas une fenêtre en s éclairant ne lui sourit.Pierre ReverdyLA LUCARNE OVALE (1916)* * *Il suo solo passaggioSul bordo del cammino dove si è lasciato cadere, le braccia che pendono, le mani che strascicano nel ruscello dove l acqua non scorre. Sulla sua testa s apre la foresta e dall alto il passante guarda il cammino. Aspetta; nessun altro rumore che corra oltre a quello dei rami al passaggio del vento. Il silenzio ha desolato il suo cuore solitario e chiuso.Un cane che morde, una ruota che grida sulla ghiaia per un momento hanno scosso il suo torpore. Ma per lui il mondo è una strada interminabile in cui ci si perde. Ha lasciato dentro i cespugli i suoi ricordi e gli anni passati senza capire niente.La foresta che lo ferma è un ricetto in cui lui sfugge al sole e guarda salire, non vedendola, la strada verso gli alberi. Più lontano il villaggio si addormenta disteso nei campi che la notte adombra, ma non una finestra che illuminandosi verso di lui sorrida.Traduzione dal francese di rosaturca(Testo originale in lingua francese tradotto in italiano)Le voile du tempsLe temps passe à des gens plus vieux. La lumière froide qui sort de leurs yeux n appelle pas le jour. Ils regardent en dedans pour rien voir. Des gens, des souvenirs pénibles y remuent. Parfois des formes se précisent et leurs têtes se penchent lentament. Ils sont émus.Entre les fenêtres qui se croisent on n écoute pas. Le soir vient et la lampe traverse la maison. Un oiseau de nuit chance, une voix des femme lui réponde. Mais celii qui est parti n est pas encore revenue.A genoux devant son image elle demande pardon. Un son de cloches frôle le toit, une ombre a remué dans le rideau du fond. Une pluie d étoiles descend du cadre où il y a un mort. Le feu d en bas s éteint peu à peu.Devant la porte par où les vieillards sont sortis il y a un trou et un voile de neige qui tombe pour nous empêcher de voir. Le vent qui souffle nous fait trembler ou la peur qui vient des limites qu on ne connaît pas.Pierre ReverdyLA LUCARNE OVALE (1916)* * *IL VELO DEL TEMPOIl tempo vola per i più vecchi. La luce fredda che spandono i loro occhi non chiama il giorno. Guardano all in-dentro per vedere: niente. Vi si agitano persone, ricordi penosi. Talvolta alcuni contorni si fanno più precisi e le loro teste si chinano lentamente. Sono commossi.Fra le finestre che si socchiudono niente che si oda. Viene la sera e il lume attraversa la casa. Un uccello notturno canta, una voce di donna gli risponde. Ma chi se n è andato non è ancora tornato.In ginocchio davanti alla sua immagine lei chiede perdono. Un suono di campane sfiora il tetto, ha mosso un ombra nella tenda di fondo. Una pioggia di stelle discende dalla cornice in cui è un morto. Di sotto il fuoco si spegne poco a poco.Davanti alla porta da cui i vegliardi sono usciti c è un buco e cade un velo di neve per impedirci di vedere. Il vento che soffia ci fa tremare o la paura che viene dai limiti che non si conoscono.Traduzione dal francese di rosaturcaIn ricordo di M. B. (immagine blog.fgm.it)      Fare luce due volte sul solo cammino di un giorno, non si può. Per questo a volte si scrive come per sigillare quello che non possiamo dire che è già avvenuto, si è visto.bologna. 25 settembre 2014Basilica di San Petronio. bologna, settembre 2014      Dalla cancellazione del morireDalla cancellazione del morire, il vivere deriva solitario apparire      morire     non apparire piùPorre lo sguardo in comune davanti a questo enigma, vegliarne la distanza offrendo gli olocausti delle nostre illusioni permetterebbe di agognare per la rotta del dolore ancora  la speranza di una costa d amoreNon è la vita che continua, non è la pena che passa. E la  vita interrotta che non finisce di venire per tutto il tempo che restabologna. 22 24 settembre 2014 fino alle ombre dei baci      nell istante fermarsicome per chiedere dimentiche di non avere parole.bologna. 17 18 settembre 2014 This gallery contains 15 photos.       Giardini Le tre e mezza del pomeriggio, nei Giardini Margherita. E molto calda l aria, il cielo azzurro è schiarito da una luce che abbacina senza splendore. Ho fermato alcune fotografie fra gli alberi e le foglie e le ombre. L orafo dell aria ha incominciato a colare le sue gemme a sigillo della stagione estiva. bologna. Continue reading       Risacche: Ifigenia e lo scritto del mareHo sempre dimostrato molte resistenze verso la fotografia, il mio rapporto con l immagine fotografica fa parte della mia vita recentissima. E poi un giorno all improvviso compro una macchina fotografica. Non avevo perduto le mie resistenze, semplicemente avevo comprato una fotocamera. Fotografavo senza progetto, quasi senza un punto di vista. Si può dire anche: nella più completa cecità. Fotografavo a Bologna, dove vivo io, la vita quotidiana mentre passava. Non sapevo mai prima quello che stavo facendo, soltanto dopo la fotografia, se c era qualcosa, si vedeva.I.D estate partii per il sud d Italia dove sono nata. Ci sono luoghi per me in cui più che altrove si aprono come fuochi meridiani punti vuoti dello spazio naturale, in cui mi sento più vicina a qualcosa come un significare prima che prenda qualsiasi direzione. Lo chiamo “cuore palpitante di un mito”. In certe spiagge abbandonate dell Adriatico seguivo a piedi i moti di risacca del mare. Fermavo alcune fotografie, non sapevo perché. Lo sguardo attraverso la macchina fotografica mi isolava. Guardavo, non vedevo niente. Non guardavo più. Dopo un poco che si guarda, succede sempre dopo un poco, diventa come leggere lo scritto d acque di sabbie di catrame.II.Misteriosamente avevo bruciato la distanza. Riuscivo con la fotografia dove ancora non mi era consentito con la parola a causa della mia prudenza a non avanzare mai nel nominare oltre la soglia di una vivente veridicità. Fotografare mi liberava da questa preoccupazione. Trattenevo il respiro come per restare nell ascolto che aderiva alla cosa mentre la diceva. Mi sembrava di guadagnare il punto esatto in cui l esperienza vivente non è ancora un racconto messo in prospettiva, e non è nemmeno il motivo di una sua astrazione.III.E anche l inizio una fotografia, credere che sia possibile scriverne. Un anno dopo quell estate si schiariva per me la figura di senso che aveva scritto di schiume e di bagliori la risacca del mare. Ifigenia: non so da quale punto della mia memoria affiorasse il suono del suo nome. In quelle spiagge avevo visto e conosciuto il suo destino. Potevo scrivere adesso il suo ritorno.Ancora più tardi lessi Agamennone di Eschilo.I III Temporale sul mareBaia dei Turchi, Otranto. Luglio 2014bolognaagosto settembre 2014Ifigenia  linkLo scritto del mare  link(Corollario a uno scritto di prossima pubblicazione su Chemin tournant)Di calore sostiene       Come di membra il silenziobologna. 9 settembre 2014 D où je vois onduler les moissons de la mort Toutes ces mains avides qui pétrissent des boules de fumée Plus lourdes que les piliers de l univers Têtes vides Coeurs nus Mains parfumées Tentacules des singes qui visent les nuées Dans les rides de ces grimaces Une ligne droite se tend Un nerf se tord La mer repue L amour L amer sourire de la mortPierre ReverdyBOIS VERT (1946-49)* * *Carne vivaLevati carcassa e mettiti in marcia Niente di nuovo sotto il sole giallo L ultimo degli ultimi luigi d oro La luce che si stacca Sotto pellicole del tempo La serratura del cuore che scoppia Un filo di seta Un filo di piombo Un filo di sangue Dopo queste onde di silenzio Questi indizi d amore dal crine nero Il cielo liscio più del tuo occhio Il collo torto d orgoglio La mia vita nel retroscena Da cui vedo ondeggiare le messi della morte Tutte queste mani avide che pressano palle di fumo Più pesanti dei pilastri dell universo Teste vuote Cuori nudi Mani profumate Tentacoli di scimmie che mirano alle nubi Nelle rughe di queste smorfie Una linea dritta si stira Un nervo si torce Il mare sazio L amore L amaro sorridere Della morte.Traduzione dal francese di rosaturcaGli scettici sono devono essere politici del pensiero.Esiste una siffatta politica del pensiero: miscuglio di diffidenza assoluta e di coerenza estrema.Non sorvolare, né impantanarsi.Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012Spogliata delle forme solenni o rigorose, la domanda del filosofo è sempre infantile: chi interroga senza alcuna necessità è bambino, perde la maestà della tigre, rassegnata a essere magnificamente ciò che è, come è, accada quel che accada, o la semplicità e impersonalità della pecora nel gregge.Giacché nell uomo si trovano riuniti tutti gli animali, e l Uomo, quasi costruito per partecipazione dell intera Zoologia, con alcuni apporti della Botanica e dei Minerali è serraglio; e ci sono scimmie e gazze, incroci di belve, di pecore, ecc.[ ] Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012Falsi filosofiQuelli generati dall insegnamento della filosofia, dai programmi. Essi vi apprendono problemi che non avrebbero inventato e che non sentono. E li apprendono tutti!I veri problemi di veri filosofi sono quelli che tormentano e intralciano la vita. Il che non significa che non siano assurdi. Se non altro, però, nascono vivi -e sono veri come le sensazioni.*La prima cosa che fanno gli uni è consultare i libri. Gli altri, guardare le cose.Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012Di fiori bianchi, riarsa e incolta.Nell’aria chiara sembra disciolto al soleForse il sogno di schiere di guerrieri in armiChe cingevano della sua vita il corso.Del loro ferro di morteRisuona l’eco in questo vuoto sereno nei versi di cicale.Terra d Otrantoluglio settembre 2013 Riserva naturale Cesine, San Cataldo di Lecce. Luglio 2013( cliccare sull immagine per ingrandire )( Scritto preparatorio di prossima pubblicazione su Chemin tournant )torre Chianca (LE). Luglio 2014        [ ]      Ci sono luoghi per me dove più che altrove riecheggiano certe insorgenze di senso che si aprono come fuochi meridiani nelle più assolate solitudini: punti vuoti di uno spazio naturale dove sento di essere più prossima a qualcosa come un significare, prima che prenda qualsiasi direzione.bologna. 19 – 27 agosto 2014(Scritto preparatorio di prossima pubblicazione su Chemin tournant)Che tutti i sistemi finiscano con delle menzogne è indiscutibile. Sarebbe impossibile e innaturale il contrario. Quanto ai loro inizi, si può discettare sulla buona fede.Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012Giudica le intelligenze facendo attenzione a dove mirano. Alcune, che si spacciano per grandi, conducono il loro uomo soltanto al vuoto. Se i loro pensieri si sviluppassero, morirebbero per inanizione.Bisogna capire che le idee hanno un valore puramente transitivo. Un idea vale solo per la speranza che suscita e per le possibilità che arreca di una più grande perfezione del nostro essere, che influirà su di essa, e condurrà l idea a uno stato superiore di semplicità, di ricchezza e di speranza.Ecco perché non si devono costruire sistemi. Un sistema è una sosta. Una rinuncia. La sosta su un idea è la sosta su un piano inclinato, un falso equilibrio. Non vi è idea che abbia il proprio termine in se stessa e che interdica o assorba qualsiasi sviluppo o qualsiasi risposta ulteriore. La sosta su un piano inclinato è dovuta dunque a una qualche resistenza passiva. [ ]Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012baia dei Turchi, Otranto (LE). Luglio 2014       Era la prima volta che usavo una macchina fotografica, prima di quel momento avevo dimostrato sempre molte resistenze verso la fotografia.     [ ]     Non sapevo mai prima  quello che stavo facendo, soltanto dopo la fotografia, se c era qualcosa, si vedeva.bologna. 19 24 agosto 2014(Scritto preparatorio di prossima pubblicazione su Chemin tournant)baia dei Turchi, Otranto (LE). Luglio 2014       Ci sono cose per me che si assomigliano. O piuttosto che deriverebbero da una comune necessità: leggere come scrivere come guardare.     [ ]     Scrivevo come raccogliere corpo , darmi a leggere ciò che accadeva là dove ero io, che non era stato mai scritto.bologna. 19 24 agosto 2014(Scritto preparatorio di prossima pubblicazione su Chemin tournant)Ho notato che tra i fautori e gli avversari di una qualunque tesi (da questa uniti) la stragrande maggioranza è composta di persone che in realtà non conoscono la tesi.Ho altresì notato che ciò che chiamiamo convinzione è solo l atteggiamento fittiziamente risoluto necessario alla fragile consistenza di una opinione. Tutta l energia che mettiamo nella forma anche interiore è l indizio di dubbi volontariamente repressi.Infine, quando di una teoria si dice che può essere sostenuta , non si dice forse che ha bisogno di qualcuno che la sostenga? Da sola, cade e lasciala cadere. Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012L oggetto specifico, unico e costante del pensiero è ciò che non esiste. Ciò che non è davanti a me; ciò che è stato; ciò che sarà; il possibile; l impossibile. [ ]*Forse il pensiero è soltanto una stravaganza della natura data a una specie, come le corna di ruminanti rari e scomparsi [ ]. No? Perché no? La nostra testa è gravata da questioni e idee che si impigliano nell intricata foresta dei fatti, e ci lascia intralciati, orgogliosi di esserlo, condannati a bramire poesie e ipotesi fieri e disperati.Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012Ricordati che ogni mente è plasmata dalle esperienze più banali. Dire che un fatto è banale significa dire che è fra quelli che più hanno contribuito alla formazione delle tue idee essenziali. [ ]*L origine della ragione o della nozione di ragione, è forse la transazione. In certi casi bisogna concludere una transazione con la Logica in altri con l impulso o l intuizione; in altri ancora con i fatti. [ ]*Ci sono in noi inspiegabili certezze e dubbi infondati: cause dei mistici e dei filosofi. [ ]Estratti da Cattivi Pensieri di Paul Valéry, a cura di Felice Ciro Papparo. Adelphi, 2012torre Colimena, golfo di Taranto. Agosto 2014       [ ]     Scrivere come guardare senza vedere niente, come ascoltare parole dove niente era da dire. Come una voce nell orecchio che non ha suono ma ritmo, che mi legava nel respiro e mi attraeva a restare in ascolto.     * * *     Per la maggior parte del tempo ho scritto come sotto dettatura. Soprattutto di notte, nel sonno. Oppure in certi vuoti nel giorno del cielo.bologna. 19 -23 agosto 2014(Scritto preparatorio di prossima pubblicazione su Chemin tournant)(Testo originale in lingua francese tradotto in italiano)Les vides du printempsEn passant une seule fois devant ce trou j ai penché mon front Qui est là Quel chemin est venu finir à cet endroit Quelle vie arrêtée Que je ne connait pasAu coin les arbres tremblent Le vent timide passe L eau se ride sans bruit Et quelqu un vient le long du mur On le poursuitJ ai couru comme un fou et je me suis perdu Les rues désertes tournent Les maisons sont fermées Je ne peux plus sortir Et personne pourtant ne m avait enferméJ ai passé des ponts et des couloirs Sur le quais la poussière m aveugla Plus loin le silence trop grand me fit peur Et bientôt je cherchais à qui je porrais demander mon cheminOn riait Mais personne ne voulait comprendre mon malheurPeu à peu je m habituais ainsi à marcher seul Sans savoir où j allais Ne voulant pas savoir Et quand je me trompais Un chemin plus nouveau devant moi s éclairaitPuis le trou s est rouvert Toujours le même Toujours aussi transparent Et toujours aussi clairAutrefois j avais regardé ce miroir vide et n y avais rien vu Du visage oublié à présent reconnuPierre ReverdyLUCARNE OVALE (1916)* * *I vuoti di primaveraPassando una volta sola davanti a questo buco ho inclinato la mia fronte Chi è là Quale cammino è venuto a finire a questo punto Quale vita fermata Che io non conoscoGli alberi all angolo tremano Il vento timido passa L acqua s increspa senza rumore E qualcuno viene lungo il muro Lo s insegueHo corso come un pazzo e mi sono perduto Le vie deserte svoltano Le case sono chiuse Non posso più uscire E tuttavia nessuno mi aveva rinchiusoSono passato per ponti e per corridoi Sugli argini la polvere mi accecò Più lontano il silenzio troppo grande mi fece paura E presto cercavo a chi potessi chiedere il mio camminoSi rideva Ma nessuno che volesse comprendere la mia cattiva sorte Poco a poco mi abituavo così a camminare solo Senza sapere dove andavo Non volevo sapere E quando mi sbagliavo Un cammino più nuovo davanti a me si schiarivaPoi il buco si è riaperto Sempre lo stesso Sempre così trasparente E sempre così chiaroAltre volte avevo guardato in questo specchio vuoto e non avevo visto niente Del viso dimenticato e ora riconosciutoTraduzione dal francese di rosaturca   Chemin tournant      LunaLa luna è nell occhio Di una cerva nictàlope A cui diamo la caccia nel sonno, L unico sogno che abbiamoE l unico lampo d altra parte E la lancia della nostra notte Che si getta nell incrinatura, Nella faglia del tempo Che non dorme.Traduzione in italiano di rosaturca(Testo originale in lingua francese tradotto in italiano)En ce temps-là le charbon était devenu aussi précieux et rare que des pépites d or et j écrivis dans un grenier où la neige, en tombant par les fentes du toit, deve-          nait bleue.Pierre ReverdyLUCARNE OVALE (1916)* * *A quel tempo il carbone era diventato più prezioso e raro delle pepite d oro ed io scrivevo dentro un granaio dove la neve, cadendo per la fenditura del tetto, dive-            niva blu.Traduzione dal francese di rosaturcaIl mare immensoIl battito del mio cuore negli scoppi che fa il mare immenso.Roca vecchia di lecce. 4 agosto 2014                Un fuoco senza fiamma rinsecca i secolari non vivono più.Abbatteranno i giardini d ulivi e sulla terra nuovamente sarà il cielo avvinto.nardò. 2 agosto 2014Spento l astro nel cielo, si accende nella campagna un fuoco di stoppie nella sera.lecce. 31 luglio 2014Sul più alto ramo della serastanno due grandi uccelli neri       lunghe bendedisciolte sulle braccia comeauspicirivelati dell oscurità.lecce. 1 agosto 2014CarmelitaneCome ruscelli di frescura scorrono cori di donne       fra la pietra sudata di memoria       e       un arsura che infiamma       sotto i cieli di Grecale.lecce. 16 luglio 2014Il treno attraversava le terre di Puglia fra gli incolti che separano l autostrada dalla ferrovia dal mare; la luce del tramonto cade morbida e calda, si allunga breve all orizzonte lento      e nello sguardosenza una parola ogni cosa è dichiarata.12 luglio 2014Allineamenti. Santuario del Sacro Cuore a Bologna, giugno 2014( cliccare sull immagine per ingrandire )ConcepireRadicando nella propria madre          “bacchi viventi stanno piantati intorno alla solida casa”* Discendo ridente nei suoi passi, e non ha forma l’inedito dove ogni cosa liberata —Vuole.*libero adattamento di Senofane fr. 21B 17DKBologna. 6 luglio 2014StuporiMeraviglia delle braccia dell essere-in-piedi        lo sapevi che negli archi sono le danze per i bacchi verdi e delicati?La rosarancia-alla-finestraora non morràIl tintinnio gocciante della pioggia nell orecchio, una luce diffusa ci ricopre e porta odore di dimenticanze. Scorre l acqua di pioggia lungo i piani       stanno intenti i verdi ad ascoltare.bologna. 8 luglio 2014      Come trovarsi in un rifugio tra i boschi di montagna, così stanotte il temporale in città. Illumina fra i lampi il borgo antico cinto dalle colline, gli orizzonti dei boschi com erano un tempo e i fiumi ancora impetuosi e navigabili di nuovo sotto il cielo.* * *      Una giornata immersa nella vita materiale, in vista della partenza estiva. Coltivo alle mie finestre varie specie di vita vegetale: alcune hanno lunghe radici aeree, altre invece si gettano nel vuoto d aria con i lunghi rami. Portano foglie in forma di mani, in forma di cuore. Spuntano dalla madre come da uno strappo che lacera la membrana vegetale. Sorgono come lentamente si sfila una costola dal fianco. Non più all interno della madre, hanno bisogno di un tempo lunghissimo per disvolgersi verso l aria.      Ci sono fiori, lentissimi anch essi, come amigdale biancolatte si allungano dritte dal verde scuro del fogliame. Guadagnano l altezza delle correnti d aria avvolte nel sonno della loro fioritura per la maggior parte del tempo.      Sono specie che crescono all ombra negli spazi di servizio degli antichi palazzi o dei conventi che furono. Qui dove vivo io non viene mai nessuno a guardare, ad ascoltare queste colonie di verdi che spezzano le foreste di pietra, questi guardiani sulle intercapedini dello scorrere del tempo, di tutti i suoni del silenzio. Qui un mese fa un rondone è caduto smarrito nel suo volo.bologna. 29 giugno 2014    Analogos cliccare QUI per leggere sul sito dell autore      Dires 157vieni a prenderechi è vivo.     io brucerò la pietraTraduzione dal francese rosaturca       Dires 153j’ai cru à une caresse. ce n’était que le vent qui se trompait de bléFrancis RoyoAnalogos cliccare QUI per leggere sul sito dell autore       Dires 153ho creduto a una carezza       e non era che il ventoche si confondeva di granoTraduzione dal francese rosaturcaPRIMO CANTO  Anteprima del Diario Adriatico di rosaturca(Un estratto)     In principio     E questa terra di tali solitudini, da alimentare nascite di geni visionari. Hanno per destino quello delle immagini imperfette: recano le deformità di un indigenza remota. I segni di una fame che  li distingue lontani e diversi. Vengono in fretta, si tendono nello sforzo d improbabili malinconie. Restano al cielo espulsi, nella notte del rifiuto.  A Ezechiele Leandro  lecce. Estate 1993Il Vento di seraIl Vento si diffonde nell aria profumando di fiori dei tigli che crescono per tutta la città. Nell azzurro del cielo la luna a tratti fra migrazioni di nuvole verso l est. Dai tetti i canti del merlo, nell alto i voli delle rondini fra nuvole e grida. Diventa fresco.Più tardi. Il Vento si è fermato, portando via le nuvole con sé. Il cielo liberato è spento. Le ultime rondini volano più basse, più misteriose gridano vicine.Luna risplende di rosa. Si torna a casa, senza un perché.bologna. 4 giugno 2014     L ultimo raggio     L ultimo raggio di saluto       l aria nel cielo s increspò di Blu       come in forma di ala.bologna. 3 giugno 2014   Nonostante il fracasso che fanno gli autobus alla fermata, i canti degli uccelli vibrano all aria più sonori dal più alto dei rami d alberi nella piazza, dai tetti dei palazzi di pietra rossa e antica non finiscono di venire, di richiamare. La sera.   Più lontano e più in alto di nuvole rosa-arancio al tramonto si aprono i voli dei rondoni numerosi, vanno esplodendo in un vapore d arie sottili.   L inatteso precipita, ma lentamente come rappreso un poco nella caduta. Filature d arie che cancellavano gli sguardi nel cielo finite, soffiate via.   Specchio degli alberi nella piazza sono questi velabri di nuvole viaggianti che cingono la terra dagli orizzonti di metamorfosi curiose di noi.bologna. 31 maggio 2014Quali indizi di passaggi I velabri della sera        quali disseminazioni fini Trasfigurano quest ora dell assenzaE l aria è quest attesabologna. Ascensione, giugno 2014                                            la sospensione del tempo                                           precipita.Fuori. Non è freddo come andavano dicendo, E il Vento si è fermato. Sparito. Profuma la notte Di verdi fatui dagli incolti Di fossili salmastri.lecce 23 aprile bologna 9 maggio 2014Domenica di Pasqua. Casalecchio di Reno, parco Talon.links:Gesù per ateiComunità di Bosebologna. 22 aprile 2014Il Vento si è fermato. Al posto suo lo spazio liberato, l estensione innumerevole del tempo. Com è difficile durare in ascolto. Essere qui.bologna. 17 aprile 2014bologna, basilica di San Domenico.E morto il Cristo. Sollevato dalla terra con le sue braccia in croce ci attrae verso di lui incontro al cielo. La terra non è mai stata così desolata e nera, lo spazio intorno così vuoto, così solitario questo dolore immenso.bologna. 17 aprile 2014bologna, basilica di San Petronio. (ombrelibere)Le prime ore del pomeriggio, il sole di primavera riscalda il Vento di umidità, si accende la luce sui fiori gialli delle mammole alla finestra. Sono in disordine, ancora incolta alla vita del giorno, anche per oggi ho disertato la sua chiamata. Ieri notte -dopo una lunga assenza sono tornata a scrivereSe si scrive, si osserva si sceglieNuovamente stregata dalla lettura del mondo.bologna. 11 aprile 2014Chemin tournant      NotturnoLe parole scivolano lungo il tetto fino alla sedia La luna assisa nel Vento L orizzonte s inclina dalla sporgenza più alta dei tempi Fra il tavolo e il muro-di-bianco La pelle del giorno divenuta liscia E nera Si stira lungo il bordo del cammino La notte setaccia lentamente le stelle Fino al mattino.Traduzione in italiano di rosaturcaLe grida delle rondini nel cielo di città sono arrivate all inizio del mese. Primavera è matura. Oggi, il primo giorno di luce dorata.La vigilia di luna piena, veniva la sera di un aria indimenticabile: appena tiepida nella sua freschezza, dalle sottili distanze fra le cose, agiva affiorando una nuova vena che sapeva del profumo dei fiori erano gelsomini quelli sulla via. Con il fiato sospeso alla vista del cielo, che dai fondi del mare si faceva cobalto.E poi è venuto il Vento di notte. E la pioggia a scrosci larghi, lunghi e generosi. Prima del mattino. La sera viene luminosa.bologna. 15 aprile 2014Edith PiafVideos link L hymne à l amour  link À quoi ça sert l amour  linkSimone Weil AntigoneCirca duemilacinquecento anni fa in Grecia si scrivevano bellissimi poemi. Ormai sono letti soltanto dalle persone che si specializzano in questo studio, ed è proprio un peccato. Perché  questi antichi poemi sono così umani che ancora oggi ci toccano da vicino e possono interessare tutti. Sarebbero anzi molto più toccanti per la gente comune, per coloro che sanno cos è lottare e soffrire, piuttosto che per chi ha passato la vita tra le quattro mura di una biblioteca [ ]*        *Tratto dai due articoli scritti per la rivista di fabbrica Entre Nous in cui Simone Weil presenta agli operai le storie di Antigone ed Elettra, raccolti successivamente nel volume Intuitions pré-chrétiennes.bologna. 13 aprile 2014Cos è un lutto? Della vita ritrovarci le mani, più nessuna parola: esistenza è soltanto poesia. Sovrabbondante bellezza senza incanti. Dormire sonni senza attese.bologna. 13 aprile 2014Le sei di sera, secondo l ora legale. Non finisce di confondermi questo cambiamento d orario. Così come in certe giornate le strade di sempre si confondono, e allora non so più dove mi trovo io. Come stasera, in cui domandavo con smarrimento Non è ancora il morire, ma è quando i confini  diventano così accessibili che si può solamente tentare in questa inedita densità, soltanto l ampiezza delle zone come un processo d imprimitura* * *Luna decollataGalleggiaNell azzurro velatoDei Venti della sera.bologna. 10 aprile 2014 La Beata Vergine sulla luna [ ] Malvasia, 1766Particolare del dipinto di Giovanni Marchesi, detto Sansone (1699 -1771). SS. Trinitàbologna. 9 aprile 2014Natura urbana. Giardini Margheritabologna. 10 aprile 2014Dovevo raggiungere una biblioteca in via Genova, dove avevo un prestito scaduto da tanto. Di sera ormai, mancava poco alle sei. Ho continuato a pedalare fino a quando ho capito che mi ero perduta. Ho girato la bicicletta per ritornare indietro, troppo tardi per proseguire.E stato allora che ho sorriso. Mi stavano aspettando, proprio lì dove finiva la mia strada e incominciava questa necessità di guardare e di essere visti, per registrare una prova di esistere, una volta, la prima.bologna. 13 marzo 2014 Ho fermato qualche fotografia d alberi fioriti, nel crepuscolo. Ho cercato di accordarmi così con il tempo e l ambiente. Significa per me anche lavorare.Ai salici del canale ho letto i miei ultimi versi.bologna. 12 marzo 2014La morte di Maria molte cose avrebbe legate insieme, disorientandole verso nuove forze diverse. Come se il vuoto segreto e rivelato sulla sua spoglia mortale, facesse più vivo il risalto della toccante bellezza del mondo, della delicatezza misteriosa di vivere.bolognaMarzo 2014   I.   Confusa a giri di vite nel volgere del tempo, dentro i vuoti di parole neppure per ultimo si separò all ascolto   Giacendo    e non ancora   Con le tue melagrane per i giorni dei morti, davanti alla tua pietra lisciata di dolore ed esibita alla nostra incomprensione      Io vengobologna barletta5 marzo 2014II.Fra due solchi brevi di pianto All infinito si svuotò La casa La vita.bologna14 marzo 2014   III.   La forma giacente di forze, setacciata palmo a palmo la vita      Quando il dolore supera il limite fisico della polpa      Corpo, non è più. Dimentica di gridare a tratti invocabologna14 marzo 2014IV.Nera notte di Stige Si affolla Contro il principio E non passa Nel vuoto d aria Lontano ogni fragore.lecce7 8 marzo 2014V.Poi dietro un cielo di stelle La notte si rivela Legata d acque Ai mirti Alle prime viole.lecce8 marzo 2014VI.D azzurro e di Vento. Canti d uccelli E grida di gabbiani. Dentro e fuori la casa Il profumo dei fiori.lecce8 marzo 2014VII.Fra giorno E oscurità Distribuisce una forza di sale. Fra le paludi e i pini Corpi d arie Si levano Di luce incerta. Sugli orizzonti d ulivi La sera è uno specchio di viole.lecce9 marzo 2014VIII.Sopra la casa Nel circolo delle stelle Luna risale il corso del tempo, Nel blu del cielo di notte Le sponde misteriose Dell esistere.lecce bologna9 15 marzo 2014 This gallery contains 8 photos.      Un dire che sta adeso alla cosa che dice I II  III  IV V VI Più immagini sono visibili su SIGILLATURE  link I II III Sigillature nell aria IV Sigillature nella roccia V VI Nella carne Continue reading       (Sempre la stessa illusione di contare)      Pioveva di notte sui giardini       sui mirti      sulle rose. Pioveva lento impenetrabile, Eterno      Quelli che non ci sono, nell aria veloce e densa vengono.       (La memoria  affiora sorgiva)   NaturaleLiquido Azzurro il cielo del mattino(Il mare alto, Lontano Il mare calmo      Fermo) * I canti dei passerisul muro della casa dei voli improvvisiil frullo d ali.    EloquiI gelsomini portano Vento, e una voce dal ricordo antico.Come gesti tesi nel richiamo per l eternità.   NotturnoPosa nella guancia dell Oscurità come onda silente e mai ferma, calma frescura di santità di sale.Nuvole e Vento ai cardini di stelle.        Un alzata di secoli muoveva silenziosa in mezzo al brusio del mondo      Dagli ordini delle arcate dai timpani dei portali, fluttuando più misteriosa dal vacuo delle loggelecce. Gennaio 2014          E tutto tutto manda avvisi e ogni cosa si ripete    LA BETISSA     Scrittura del fantastico in cui la parola magica connotativa fino all estremo si plasma per non essere riconosciuta, smontando così l affidabile cliché della produzione del senso che vuole sempre la lettera come una ri-lettura. E tuttavia ogni parola dice, vede come la prima volta un mondo mentre si fa di poetici incantamenti irreparabili fino alla fine:            Che lievità di narrare, è proprio il vecchio sapere. Una vera fortuna oggi!   e si è più addentro a ogni passo, senza immedesimazione.        Il tempo: assoluto illimitato, in cui levitano suggestioni e memoria popolare di molte vite. E invenzioni di tormenti per ritenere nella lingua un dolore di voci sorde, di mancanze, inascolti. Una parola fatta d argilla che muta il suo racconto a ogni lettura come a ogni pressione di dita.rosaturcabologna. 27 gennaio 2014Capitolo SedicesimoL uomo dei curli ha guadagnato il carroe steso tra le spondenon offre dorso al cielo ma ha palpebre ingrossatee pensa non lancerò più un solo curloe pensa non pesterò più di filato il tamburoe pensa ormai non ruberò l oro agli dèiné i diamanti all eldorodoe pensa Castro non è più rossae pensa niente più vigoree pensa niente guizzo che al culmine rinculae pensa niente signora dalla grossa golae pensa niente di nientee come un cancro esce adesso la sua vocee dice ma gli pare di gridare niente torre solitariae dice ma gli pare di gridare il rosso più non generae dice ma gli pare di gridare il tamburo l argilla non monteràE mentre dice pensa allo squalo che da dentro divorae mentre dice pensa non avrò mai parti boccali astatee mentre dice pensa né carte gialle e rosse mi terranno lontanoe mentre dice pensa non avrò da ridere per le giubbe sforacchiatee sa che d oggi in avanti aprirò bocca e perderò vocee sa che d oggi in avanti non avrò carro ma voce sempre più fiocae sa che d oggi in avanti sarà meno di un bocciòlo di candelae sa che d oggi in avanti sempre più gente premeràe avrà solo da dire un tempo in Castro rossa facevo correre i miei curlie avrà solo da dire un tempo avevo una donna dal ventre di morae avrà solo da dire un tempo la vita correva sulle rigature del curloe avrà solo da dire un tempo si stupiva la terra melogranaE mentre parla o pensa alza la testa tra le spondee mentre parla o pensa la testa muove come rigido rubinoe mentre parla o pensa muove la testa in continui dinieghie mentre parla o pensa la testa tocca il cielo di nubi rossee dice anche oggi Castro avrà una luna che racchiude nubie dice anche oggi Castro sarà piena di parti boccali astatee dice anche oggi Castro sarà terra di venditori incrèdulie dice anche oggi Castro sarà di quattro spuntoni la reginae dice un ragazzo dai capelli rossi ha sfidato lo squaloe dice un ragazzo dai capelli rossi verso l orlo degli dèie dice un ragazzo dai capelli rossi presso una cava provava un congegnoe dice un giovane dai capelli rossi con una grossa apertura alaree dice ho pensato fosse un angelo caduto presso la cavae dice così ho pensato visto che dentro di me si agitava lo squaloe dice non so più dentro di me quanti serpenti e squali e quante bocche astatee dice è grande la furia dello squalo che preme sottoterrae dice ancora per me il mare è un odeon bene illuminatoe dice c è tanta eleganza nel ragazzo dai capelli rossie dice ancora il giovane è muto chissà la sua rabbiae dice i capelli rossi toccano il tetto di Castroe dice ancora l aria è già un vasto rossoe dice l aria ha mandibole e bocche astate però non ha corpoe dice e dice e dice e mentre dice squali sottoterra mirano al suo intestinoPoi dice ad alta voce sottoterra è un sussultodice ad alta voce sottoterra ogni squalo ha un suo spaziopoi dice ad alta voce sono moltissimi gli squali rossidice ad alta voce sottoterra la loro ansia è la loro rabbiagrida l uomo dei curli e si rizza tra le spondegrida l uomo dei curli ed è in piedi mentre Castro è tutta rossa[ ]Santa Cesarea terme Castro di Sopraagosto ottobre 1986Tratto da LA BETISSA di Antonio VerriRistampa Edizioni Kurumuny Calimera, 2005                                  Sono un seme caduto sulla roccia. Sono una pianta germinata negli anfratti inospitali là dove nessuno si aspettava che    Una lunga permanenza in casa per curarmi da uno stupido virus infettivo mi ha gettata in uno stato d isolamento che non avevo patito mai nella mia vita adulta. Quando dico isolamento intendo una condizione radicale di distacco non soltanto dall ambiente esterno, ma anche da parti più familiari di me.    L isolamento mi ha cagionato uno sguardo diverso e un giudizio. Forse, anche una voce nuova.   Rimane questa intrinseca difficoltà      Questa inattitudine agli arrivi pur senza perdere la rotta senza smettere di disgregare l unità delle parti, aprendomi in quelle un varco. Questa voglia confusa di vivere che sa compensare        Uguagliare una mancanza con un altra supplendone il difetto                                        Bologna mi piace perché c è la neve con il sole perché l azzurro del cielo è barbarico sopra i rossi del cotto nei muri        All ingresso del mercatino agricolo settimanale, sta scritto in stampatello sulla panchina dove siedono quelli che ti chiedono una moneta. Doveva essere in una giornata come questa con una bava di neve che ti soffia nell aria e il più barbarico degli azzurri nel cielo. Che vuol dire inattesa una rotta di bellezza nella piena dei giorni, incontenibile estraneità di pesi di misure di vie di fuga. E in così libera armonia ancora domandi Che fare?bologna. 25 gennaio 2014.   E stato con il secondo movimento che qualcosa d altro cominciava      Fra la nuda pietra e la spoglia verità, nella cella più sacra del complesso abbaziale. Fra stature di secoli      Cambiava   Quando il dolore stupisce dimentico di sé      E possibile      Una risposta all infinito      Commossa, senza oggetto. La musica suonava naturale,      Respirare      Non respirare più e cedere semplicità d esistere come in un prato, i fiori   Ora il complesso abbaziale ha ritrovato la sua stabilità, i suoi volumi nella sera che sbuffa di attese di neve. Ora, la forma che giace di un uomo alla sua fine, è alla destra del cuore, stretta di girasoli.bologna. 23 26 gennaio 2014Intervista a Claudio Abbado estratto da uno Speciale RAI (link)Claudio Abbado (immagine corriere.it)bologna. 20 gennaio 2014Muore stamattina nella sua casa in Santo Stefano il maestro Claudio Abbado. Aveva lottato a lungo con la malattia. Un immenso dolore per la perdita dell uomo capace d infondere straordinaria bellezza con la sua musica e un amore strenuo per la vita.La camera ardente verrà allestita nella chiesa dei Santi Vitale e Agricola, nel complesso della Basilica di Santo Stefano, dal 21 al 22 gennaio.La poesia e lo spirito Viso e gesto di musica: Claudio Abbado (link)minima moralia Ricordando Claudio Abbado (link)      provincia è quel paese strano e disperato attraversato da altrettante strane, disperate e meravigliose energie.     Provincia è anche l oggetto di una violenza, di uno sfrutamento intellettuale perpetrato da chi ha interesse che sia così e solamente così       Per noi salentini vi è una mortificazione in più: la rarefazione della nostra espressione, della nostra cultura, delle nostre idee. Antonio Verrida Caffè Greco, maggio 1977.          Piove, un mattino di foglia          Sotto un cielo di Cenere.          Mura palpabili e vive          Prendono spazio tutto per sé.          Si cammina sui bordi.rosaturcabologna. 20 gennaio 2014.     E il giorno del mio compleanno. In piedi nel caffè consumo la mia colazione. Passate le undici del mattino. Ho dormito soltanto poche ore.    Fuori, il cielo rarefatto di neve sospesa a mezz aria ha ingoiato per metà la torre degli Asinelli. La purezza della neve in un freddo giorno d inverno. Il primo della stagione      Quanto bene fa al grano la neve farinosa       il pane sotto la neve l ha scritto Antonio Verri e ancora non finisce di dire. E ancora la promessa della fragranza di ogni cosa che vive      E la poesia che odora      E poesia da tutte le parti bologna. 16 gennaio 201442. (Acquatico)     Disciolto il limite fisico della forma       Oppure nella perfetta adiacenza al perimetro del suo confine           Scivola nel  volume          Generale,          Nella forma del moto          Dell onda          dal battito          Al respiro. La curva scompare         Riappare.         Lo stiletto di Luna         Nell atmosfera         segreto,         E qui.bologna. 22 dicembre 2013.   Da veli d aria      Affiorando      Sulla marea delle Oscurità        Candore di muschio        Di nevi        schiariva        Il vuoto deserto portato        Del corpo        Celeste.bologna. 14 dicembre 2013.      E danzando si attendeva che giungessero le note preferite che errano lontano, che balenassero nell aria come lo scintillio inatteso del soffio di primavera nel cuore delle notti di febbraioela gioiaerompeva       nel cuore della danzaogni passo in levare.bologna. 13 dicembre 2013Solstizi d inverno          Immacolati solstizi di Luce          Nei cieli brevi          Degli azzurri d inverno.Una giornata limpida e silenziosa. I passaggi che fa il Tempo come il palpitare segreto delle declinazioni di Luce   Agli azzurri dei quattro angoli del Cielo.bologna. 13 dicembre 2013.Notturno   Fu per il debito contratto dal padre      che non aveva pagato      Di lui la moglie e le figlie da uomini diversi venivano portate a viva forza   E uccise.bologna. 13 dicembre 2013.Nel corso del tempo   Senza dire parole si svolge al respiro      Tutt Uno alle membra nel fuoco che muove      E di Silenzio      Nevicabologna. 12 dicembre 2013.   Era bello della città di Rimini l orizzonte dei colli orlati di ombre turchine, sotto Cieli di luce di rose con il sole al tramonto.29 novembre 2013.         Soffia alle fibre dell albero della vita         In fremiti e palpiti         L oro del giorno         Nel cielo         Della stagione.   (Era tutto un mareggiare di rose, di urgenze di canti.)bologna. 28 novembre 2013.          Sottili trasparenti tenuità luminose          Nel trapassare d orbite          Al tempo della sera   Scivolano cortine di rose lungo il profilo bruno delle rotazioni dei mondi    Nel progredire incipiente dell oscurità        Una riserva di luce schiarisce misteriosabologna. 25 novembre 2013.          Del buio del dolore del pianto    Delle rivelazioni che portavano le antiche figure dipinte ha dissipato il gesto l incastro che fa il tutelare assembrando di quelle gli attributi e preparando così l analogia     Quello che viene è la forza, e la violenza dei Voli     Una seminagione danzante nei gesti dell uomo per il sogno più vivo di pittura.bologna. 23 novembre 2013.III.    Toujours il y eut cette clameur, toujours il y eut cette splendeur,   Et comme un haut fait d armes en marche par le monde, comme un dénombrement de peuples en exode, comme une fondation d empires par tumulte prétorien, ha! comme un gonflement de lèvres sur la naissance des grands Livres,   Cette grande chose sourde par le monde et qui s accroit soudain comme une ébriété.    Toujours il y eut cette clameur, toujours il y eut cette grandeur,   Cette chose errante par le monde, cette haute transe par le monde, et sur toutes grèves de ce monde, du même souffle proférée, la même vague proférant   Une seule et longue phrase sans césure à jamais inintelligible     Toujours il y eut cette clameur, toujours il y eut cette fureur,   Et ce très haut ressac au comble de l accès, toujours, au faîte du desir, la même mouette sur son aile, la même mouette sur son aire, à tire-d aile ralliant les stances de l exil, et sur toutes grèves de ce monde, du même souffle proférée, la même plainte sans mesure   A la poursuite, sur les sables, de mon âme numide [ ]Paris. 1946* * *EsilioIII.    Sempre vi fu questo clamore, sempre questo splendore,   E come un alto fatto d armi in marcia per il mondo, come un censimento di popoli in èsodo, come un fondamento d imperi per un tumulto pretoriano, oh! come un gonfiarsi di labbra al nascere dei grandi Libri,   Questa grande cosa sorda per il mondo e che cresce a un tratto come un ebrezza.    Sempre vi fu questo clamore, sempre questa grandezza,   Questa cosa errante pel mondo, quest alta angoscia per la Terra, e su ogni spiaggia di questo mondo, dallo stesso soffio proferita, la stessa onda proferente   Una sola e lunga frase senza cesura per sempre inintelligibile     Sempre vi fu questo clamore, sempre questo furore,   E quest altissima risacca al colmo dell impeto, sempre, all apice della brama, lo stesso gabbiano sull ala, lo stesso gabbiano sullo spazio, col battito d ala unente le stanze dell esilio, e su ogni spiaggia di questo mondo, dallo stesso soffio proferito, lo stesso lamento smisurato   A inseguire, sulle sabbie, la mia anima nùmide [ ]Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni Accademia, 1972.Saint-John PerseExilII.   A nulles rives dédiée, à nulles pages confiée la pure amorce de ce chant    D autres saisissent dans les temples la corne peinte des autels:   Ma gloire est sur les sables! ma gloire est sur les sables!    Et ce n est point errer, ô Peregrin,   Que de convoiter l aire la plus nue pour assembler aux syrtes de l exil un grand poème né de rien, un grand poème fait de rien    Sifflez, ô frondes par le monde, chantez, ô conques sur les eaux!   J ai fondé sur l abîme et l embrun et la fumée des sables. Je me coucherai dans les citernes et dans les vaisseaux creux,   En tous lieux vains et fades où gît le goût de la grandeur. [ ]Paris. 1946* * *EsilioII.   A nessuna riva dedico, a nessuna pagina confido la pura esca di questo canto    Altri agguanti nei templi il corno dipinto degli altari:    La mia gloria è su sabbie! La mia gloria è su sabbie! E non è errore, o Pellegrino,   Bramare l area più nuda per adunare alle sirti dell esilio un gran poema nato da niente, un gran poema fatto di niente    Sibilate, o fronde, per il mondo; cantate, conchiglie sull acque!   Io fondai sull abisso e la nebbia e il fumo delle sabbie. E mi stenderò nelle cisterne e nei vascelli cavi,   In ogni luogo cavo e sciàpido ove giace il gusto della grandezza. [ ](Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni Accademia, 1972.) This gallery contains 4 photos. Sfocati sereni nel cielo sulla città, mentre nel resto d Italia di pioggia si muore. Dove si schiude una rosa decade una rosa e uno è il tempo ma di due verità. * (Versi da La poesia delle rose 2 di Franco Fortini) bologna. Continue reading * (Versi da Qualcuno è fermo... di Franco Fortini)bologna. 19 novembre 2013.*COMPOSITA SOLVANTUR  dall epigrafe sulla tomba di Francis Bacon.“si dissolva quanto è composto, il disordine succeda all’ordine ma anche, com’era nel vetusto precetto alchemico, si dia l’inverso.”Franco FortiniVibra di Bianco la notte granitica Mentre le corse del pensiero sfociano a estuario Nell organismo ricettacolo di esistenti in divenire.bologna. 16 novembre 2013.[ ]   Fuori, il cielo si ventila con le branchie di sale. La notte estiva incrocia le vele e ritira le barche dotate d ali. La luna si placa nel vino di malve. E la domestica buttata supina sulle sue stuoie di giunco accoglie in fondo al golfo le grandi figurazioni celesti in via d immersione.Parigi. 1957(Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni UTET)[ ]   Tu per me sei l avvicinarsi del mattino e la novità del giorno, per me sei la freschezza di mare e freschezza d alba sotto il latte dell Acquario, quando la prima nube rosa si specchia nello specchio d acqua delle sabbie, e la Stella verde del mattino, Principessa ereditiera del giorno, scende, nudi i piedi, i gradini verdi del cielo per elargire l infanzia alla fronte ricciuta delle acque    Tu per me sei la trasparenza di smeraldo del risveglio e la premonizione del sogno .Parigi. 1957(Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni UTET)[ ]   Io veglio solo e sono inquieto: portatore di donna e del miele della donna, come un vascello portatore di grano d Africa o di vino di Betica. Ed è vigilia ancora ad Est, l ora porosa alla nostra attesa.Parigi. 1957(Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni UTET)[ ]   Sapore di vergine nella Donna che ama, favore d amante nella donna, e tu, profumo di sposa dove nasce la fronte, o donna presa nel suo aroma e donna presa nella sua essenza, labbra che t hanno assaporata non odorano di morte Incorruttibile, o grazia, più della prigioniera nella lampada.   E perché sei presente, l oro s illumina nel frutto, e la carne immortale ci dice il suo cuore di zafferano rosa; e perché sei presente, l acqua notturna serba presenza e sapore d anima, come nei bianchi tessuti interni, immacolati, delle grandi palme faraoniche, nel posto purissimo e di seta finissima in cui vengono strappate.Parigi. 1957(Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni UTET)5[ ]   Colei che dorme ancora in pieno giorno, ha la notte di mare sul volto, specchio di un alba senza viso. E io veglio sulla sua riva, roso da un astro di dolcezza Avrò per quella che non ode   parole che non sono parole d uomo.Parigi. 1957(Traduzione italiana a cura di Romeo Lucchese. Edizioni UTET) This gallery contains 4 photos. 27. (άγγελος) Dove sono ovunque Non si può fare a meno di tacere. A meno di non sentire. Non possiamo pronunciarne il nome. E la dimenticanza che ne portiamo a dargli tatto e lucore     Sfanno queste opere nostre un poco per consentire all Aperto di passare, all abbandono l inaudita levità. Continue reading 25.   Un opale azzurro il cerchio del Cielo, una luce dimentica delle ore del giorno sembra non riuscire a finire, non poter volgere verso la sera.    Così la notte  lunare ci sorprendeva specchiando come da un lago alpino, mentre si borda di queste ombre di cedri appena mosse nel Vento.bologna. 9 novembre 2013.24. (Il segreto o dell antico amor)   Oggi la madre è tornata alla casa del padre. E lui ne ha guadagnato in sorrisi. A lui, nuovamente offerta in ogni giorno della vita la riserva d Azzurri, la sua fertilità ridente semplice          Anche quando l amore           Veniva spostato           Disperso           Dimenticato lontano       Duravano, per quella grazia custodita di un sorriso che ancora sapevano nel segreto fra lorobologna. 9 novembre 2013. (Testo originale in lingua francese tradotto in italiano e inglese)Michel DeguyDu secret   Mais en même temps il me parut qu il ne tenait pas qu à moi que l amour fût sans issue; un secret de la vie dans la vie comme dans les meubles ou les demeures d autrefois, un secret aussitôt perdu que changé en union comme un meuble à secret éventré requiert qu on refasse un secret; et que le nôtre avait suivi cette voie de sa fatalité clandestine «aveugle» sous son bandeau et donc malheureux dans son bonheur, heureusement malheureux en certain sens; rapporté à l imminence toujour differée et rapprochée de la séparation et suivant en cela le destin annoncé, narré, dans les oeuvres petites et grandes Et que l oeuvre avait à voir avec cette logique, l oeuvre nouée, serrée d arcane, tissant les liens avec les oeuvres anciennes, bourrant de secrets ce secret, coffrets ouvragés cénotaphes adornés d amour recelé, francmaçonne, passeuse du latent couloir comme les roses de Fortini étouffant de fines relations complexes l histoire et la parole d amour.   Et c est tout cela qui fait la souffrance; et entre la souffrance dont à l instant où j écris je sens la montée antipéristaltique et cette phrase de sonate ou cette peinture, il n ya aucun rapport direct (comment l un « traduirait »-il l autre?), mais l abîme de la métaphore, et le mot d expression dit en vain le rapport le plus vague qui soit, dit désespérément, aveuglément, la croyance en ce transport massif et irretraçable entre la souffrance et l art.Paris. 1985*Il segreto   Ma nello stesso tempo mi parve che non dipendesse soltanto da me che l amore fosse senza via d uscita; un segreto della vita nella vita come nei mobili e nelle dimore d una volta, un segreto perduto non appena mutato in unione, come un mobile a segreto, una volta sventrato, esige che venga creato un nuovo segreto, mi parve che il nostro avesse seguito la via della sua fatalità clandestina, «cieca» sotto la sua benda e perciò infelice nella sua infelicità, in un certo senso infelicemente felice, riportato all imminenza sempre differita e ravvicinata della separazione, seguendo in ciò l annunciato destino, narrato nelle opere piccole e grandi Mi parve che l opera avesse a che fare con questa logica, l opera serrata, cinta d arcano, e che tesse legami con le opere antiche, che stipa segreti in questo segreto, scrigni lavorati cenotafi adorni d amore celato, l opera francomassone, traghettatrice del corridoio latente – come le rose di Fortini soffocano con sottili e complesse relazioni la storia e la parola d amore    Tutto ciò costituisce la sofferenza; e tra la sofferenza – di cui, mentre scrivo, sento la lievitazione peristaltica – e questa frase di sonata, o questo dipinto, non c è alcun rapporto diretto (come infatti l uno «potrebbe tradurre» l altro?), ma l abisso della metafora, la parola espressione dice invano il rapporto più vago che esista, dice disperatamente, ciecamente, la fiducia in questa traslazione massiccia, impossibile da rintracciare, tra la sofferenza e l arte.(traduzione italiana a cura di Geràrd Genot. San Marco dei Giustiniani, 1999.)*On the Secret      But at the same time it seemed to me that it did not depend on me alone that love be without prospects; a secret of life in life as in furniture or dwellings of old, a secret lost as soon as it is changed into union like furniture with a secret smashed open requires one to renew the secret; and that ours had fallowed this course of its “sightless” clandestine inevitability beneath its blindfold and hence unhappy in its happiness, happily unhappy in a certain sense, related to the imminance of separation forever drawn near and postponed and thus following the fate foretold, narrated, in works small and great. . . . And that the work had to do with this logic, the work spliced, tautened with arcana, weaving ties with the ancient works, cramming this secret with secrets, carved caskets cenotaphs adorned with hidden love, freemasonic, smuggler of the latent passageway like Fortini s roses smothering with fine complex relations the story and the word of love.   And all that is what makes up suffering; and between suffering whose antiperistaltic ascent I feel at the instant I write and this phrase of a sonata or this painting, there is no direct relationship (how could the one “translate” the other?), just the abyss of metaphor, and the word expression utters in vain the vaguest relation there is, utters desperately, blindly, the belief in this massive and irretraceable transfer between suffering and art.(traduzione inglese a cura di Wilson Baldridge. Wesleyan University Press, 2005.)Cammino.A ogni passo sospinto mi addentro in porzioni di spazio elementare come non sapere più dove andare, non sapere perché. E questa la nuova condizione.Cammino. Tra la mia faccia e le vie della città si apre lucido il vuoto. Indolore. Provo a riflettermi su questa novità, ma poi che specchio è mai questo? Perduta. Registro nello sguardo quello che incontro. Fermo qualche fotografia.Luis Rizzo Viento De Otoño (download)bologna. 7 novembre 2013.22. (Emily)     Anche stanotte nella sua stanza chiusa Emily sta seguendo i confini di una stella. Fra le sue bianche mura è silenzio diamante, la vastità notturna e straniera dialoga con lei.bologna. 29 ottobre 2013.19. (Tempo solare)     Il naturale battito del mondo creaturale si riannida alla carne alla foglia alla stella.     Biancotessuta una luce, o una gioia segreta viene calma di ombre, di grigio paziente.bologna. 27 ottobre 2013.17.       Recinta di pioggia naviga la notte, verso l azzurro del giorno e il cielo che verrà di pietra alabastro.bologna. 23 ottobre 2013. This gallery contains 5 photos.        La prima notte fredda Una dovizia di Croci si distribuiva nelle ombre del tempio, mentre di fuori la notte sul cortile polverizzava il cielo di stelle. Nel corpo della misteriosa ecclesia , agli angoli dei muri venivano al tatto cicatrici di chiodi intagliate nella pietra tutta una devozione di croci piccole da stare nelle Continue reading Eduardo RoviratangoIl filo teso nel vuotosulla notte silenziosa       non si riflette l immaginedentro lo specchio nero     si riconosce al     tatto di     un cieco. Quello che non si danza, esi consuma di musicae abbracci, abbellimenti     calore segreto     di una vena, il ritmo sepolto     di un battito costante.appena sogno di  p o e s i a sela danza che viene si sfa     turbinio e caduta     vortice     smarrimento,     infinito       profumo animale della vita, sorriso disteso a ogni passoimmerso nell oscurità.bologna. 29 ottobre 2013Eduardo Rovira Taplala This gallery contains 15 photos. La cura a Ginevra All Albero alla radice Alla scorza. Ai colori che cadono di foglie All aria spenta di Luce che esala il suo vapore A questo passo nell aria che è sciolto  A chi mi cura la scheggia di dolore, Continue reading DELFIOggi mi sono stancato molto con questo caldo, poi; tutti questi anni mi sono stancatosu e giù dal Ginnasio al Museo, dal Museo al Teatro,dal Teatro allo Stadio e viceversa. Sono stanco di indicaresenza che loro vedano; di parlare senza essere ascoltato.Forse perché sono vecchio.[ ]Sono stanco di andare avanti e indietro per la Via Sacra, il Portico degli Ateniesi,la Fonte, il tempio di Apollo, lo spiazzo delle Colonne, mi sono stancatocome se camminassi da secoli. Credo di appartenere anch ioalla famiglia delle statue, di avere la loro etào anche di più.Solo questa stanchezzami resta, tutta mia, e mi piace; che cos altro dire?Quanto durano poco non solo gli uomini, ma anche le statue, le pietre. Rovine. Rovine. Guerre su guerre. Incendi, terremoti, saccheggi. Poi la quiete delle rovine, tranquillizzante, consolante, senza fine. Percorrila salita deserta fino allo Stadio; una pietrarotola in un fondo incredibile, lasciandoin aria un vuoto senza risonanza; lì dentropuoi immergere la mano come sotto il tuo cuscino. Niente.Quiete rappresa lungo le gradinate.Solo il despota sole, che tutto osserva con indifferenza, forse anche con malignità,mostra spietatamente i marmi mutili ogni giorno più dentro.[ ]Senti, la fonte, una piccola vena che sale dalle viscere della terra, senza perdere nulla della sua segretezza una vena recisa così consapevolmente calma da tradire la sua profondità. E questo, insieme alle altre cose, è inutile, inutile. Sono stanco. Sono stanco di recitare date [ ]Perfino le statue sono stufe; stanche anche loro, innocenti, belle, irresponsabili, plasmate con tanta tenerezza da mani umane innamorate e che mostrano in tutta la sua bellezza il corpo umano; le statue, che hanno simulato gli dèi per nascondere la propria divinità, per nascondere la loro grande, insopportabile sincerità e passare, diciamo così, nell immortalità completamente nude, chi? loro ch erano già immortali nella propria effimera bellezza, loro che, proprio dalla mortalità, hanno sognato perfettamente e plasmato perfettamente l immortalità col loro vulnerabile amore. Naturalmente, più tardi, soggiacquero anch esse come i loro artefici alla tirannia.[ ]A volte queste colonne, nel sulfureo chiaro di luna, somigliano ai denti rotti di un dio gigantesco, e le gradinate del teatro sono come le mascelle nude di giganti morti, mascelle nude, calme e indifferenti senza ormai più l avvilente necessità del cibo, del bacio, del grido, senza più l umiliazione della sconfitta, l alterigia della vittoria, solo con l immobile e impersonale vittoria della nudità.A cosa serve, dunque, tutto questo? commenti, ripetizioni,interpretazioni, traduzioni, reviviscenze, imitazioni?[ ]Nella traduzione di  Nicola Crocetti Crocetti Editore, 2012.* * *Soltanto una meditazione silente può seguire la lettura completa della traduzione di Delfi, in cui il ritmo calmo della notte che cala sulle rovine riporta dai versi il tempo al suo ciclo di calma naturale, di resa e abbandono, di silenzio fraterno, stanchezza riposante, infinita. E infatti la stanchezza smisurata di un Vecchio (una guida turistica) che ci investe fin dalle prime righe, una spossatezza di secoli che diventa la nostra stessa gravità in una specie di nenia che procede per lampi di memorie fra luci e ombre e voli d aquile che stendono certe isolette segrete, oscure, quasi sotterranee, sul meriggio colmo di luce.Il canto di una resa della bellezza, di un riconoscimento del suo esilio davanti all estenuante richiesta di consumo che facciamo noi del suo bene. Un bene nudo e divino, ma tutto immanente, sognato perfettamente e plasmato dalla mortalità. Sono cose ormai fuori della storia, indifferenti, sole, fiere [ ] non resta altro che un immobile nero opposto alla volontà spossata delle statue; perché le statue, col loro biancore, sono il negativo di tutto il nero. Esse, con le loro mani mozzate, ci donano molte cose, o forse ce ne prendono? Che cosa possono dare le statue?Incontri impenetrabili per noi nella nuova libertà clandestina che si istituisce fra le statue, le rovine (sorta di muta Anfizionia). A meno di riuscire ad espugnarla cedendo distaccati, liberi, perduti come all altezza di quella sospensione del suono di campane, come sorretti dalle due possenti ali di bronzo su in alto, senza sapere dove siamo, o se siamo e dove cadremo.bologna. 20 ottobre 2013.C è ancora speranza: una vetrina di libri di poesia in un antica libreria in piazza.bologna. 20 ottobre 2013. quando la luce dal mondo si ritira, lasciando al posto suo prossimità di lontananze fertili e silenziose.bologna. 19 ottobre 2013.epodo Benigna tu sei, o bella Artemide, ai teneri cuccioli do feroci leoni e ai piccoli ancora lattanti di tutte le fiere agresti; ma in bene si compia, ti prego, questo presagio, che favorevole apparve, se anche per te esecrando.E te invoco, soccorritore Peana, non voglia la dea con venti contrari e lunghe dimore tener ferme alla riva le navi dei Danai; né voglia apprestare un altro sacrificio, contrario a natura questo, contrario a imbandigione di carni, artefice di liti domestiche, che fa nemica una sposa al suo sposo. Terribile furia resterà nlla casa, ricordevole e subdola, e pronta a risorgere per vendetta dei figli .Tali funeste vicende, sebbene congiunte a prosperi eventi, dal volo degli uccelli preannunciò Calcante alla casa del re.E tu con questi presagi accorda lugubre canto, lugubre canto intona; ma il bene trionfi.Dalla parodo di Agamennone, di Eschilo. Traduzione di Manara Valgimigli.[ ]Apparve il re degli uccelli ai re delle navi. Due aquile erano, la nera e la bianca. Apparvero presso la reggia, dalla parte del braccio che vibra la lancia. Spiccavano in alto nelle lor sedi aeree, e divoravano una lepre femmina, gonfia del suo peso di figli, ghermita nell ultima corsa. Intona lugubre canto, lugubre canto intona, ma il bene trionfi.antistrofeVide il sapiente indovino dell esercito; e conobbe che la coppia dei due guerrieri Atridi erano essi i divoratori della lepre, i capi della spedizione. E così disse interpretando il prodigio: Giorno verrà che la città di Priamo sarà distrutta da quest armata pronta a partire; e quante ricchezze le genti di Troia avevano accumulate dentro la loro corona di torri, violentemente la Moira saccheggerà. Purché la collera di un dio non fulmini prima e non copra di tenebre il grande esercito che intorno a Troia accampato la serra come una morsa. Pietosa è della lepre la sacra Artemide e irata agli alati cani di Zeus che la misera madre tremebonda prima del parto sacrificarono con gli stessi suoi figli. Odia la dea il convito delle aquile. Intona lugubre canto, lugubre canto intona; ma il bene trionfi.Dalla parodo di Agamennone, di Eschilo. Traduzione di Manara Valgimigli.Corifeo: E tu, figlia di Tindaro, regina Clitemestra, che cerchi, che cerchi di nuovo, che sai, quale notizia hai avuta, che mandi tutt attorno sacrifici votivi agli dèi? Degli dèi che proteggono la città, superi e inferi, degli dei delle case e delle piazze, di tutti sopra gli latari bruciano le offerte. Da tutte le parti si levano fiamme, fino al cielo si allungano, ravvivate da schiette, da molli blandizie di purissimi unguenti, nutrite da libami che vengono dalle stanze regali.[ ]Medica tu questa nostra ansia. Ancora presentimenti di male? Splenda dai sacrifici una dolce speranza che tenga lontano il dolore, insaziato dolore che il nostro cuore divora! Dalla parodo di Agamennone, di Eschilo. Traduzione di Manara Valgimigli.Corifeo: Il decimo anno è questo da quando il grande avversario di Priamo, Menelao re e con lui Agamennone, duplice trono e duplice scettro avuti in onore da Zeus, saldo giogo di Atridi, da questa terra uno stuolo di navi argive levarono esercito vendicatore. E dal cuore gonfio di collera gridarono il grande grido di guerra. Simili erano ad avvoltoi che dolenti dei figli strappati loro dal nido, in alto sul nido volteggiano e con gli alati remi battono l aria e lamentano la fatica di avere inutilmente scaldato nel covo gl implumi. Ma ode dall alto un dio, o Apollo, o Pan, o Zeus. Ode degli avvoltoi l acuta querela, e a vendetta di questi mèteci dell aria, anche se punitrice tarda, spedisce contro i predoni la Erinni. Così contro Alessandro i due figli di Atreo spedisce Zeus.Così Giove ospitale onnipotentemanda contro Paride la prole di Atreo,imponendo per una donna,preda di uomini molti,molte lotte a fiaccare le membra, (*)E intorno alla donna adultera suscita una dopo l altra battaglie e si vedranno guerrieri che piegano le membra, e ginocchia puntate nella polvere, e lance spezzate, di Troiani e di Danai insieme.Dovunque sia ora il destino, per tutti è segnato e già volge al suo compimento. Sacrifici empi non ardono, né sotto aggiungendo esca né sopra versando unguenti: nessuno potrà placarne le inflessibili collere.E noi che con questa vecchia carne non potemmo pagare il debito di guerra e indietro fummo lasciati, qui siamo rimasti a reggere sui bastoni il nostro vigore infermo. Simile a linfa che in membra di infanti appena incominci salire, tale è quella dei vecchi, e Ares non ha quivi dimora. Che cosa è un vecchio quando le fronde già sono inaridite? Se ne va sulla via su tre piedi, è meno saldo di un bimbo, e vagola simile a un fantasma di un sogno diurno. Dallla parodo di Agamennone, di Eschilo. Traduzione di Manara Valgimigli.(*) Traduzione di Leone Traverso.[ ]E quando la notte, su questo giaciglio battuto dal vento, bagnato dalla rugiada, non visitato da sogni perché la paura mi sta dappresso e non il sonno, la paura che m impedisce di chiudere al sonno le ciglia quando mi provo a cantare un canto o a mormorare una nenia sommessa,se levo uno canto ad incantare il sonno,piango le avversità di questa casa (*)allora io gemo e piango la sorte di questa casa che non più come prima buoni reggitori governano. Dal prologo di Agamannone, di Eschilo. Traduzione di Manara Valgimigli.(*) Traduzione di Leone Traverso.Alessandro Guardassoni (1819-1888).  Affresco della cupola centrale con cori  di angeli. bologna, chiesa della SS. Trinità. bologna. 12 ottobre 2013.Orazio Samacchini (1532-1577) Il Crocifisso fra la Beata Vergine, san Bernardo e san Giovanni Evangelista . bologna, chiesa della SS. Trinità.10. Magnificato il dono della Croce     (niente ombre né spazio un atmosfera di bistro ha preso il posto dell aria)      La carcassa bestiale ai ferri appesa sublima in chiarore d ossa la posa del dolore. Brilla il rosso del sangue fuori dal corpo nulla più che un vestimento. Come fosse il Sublime reale.bologna. 12 ottobre 2013.Impressione (dopo Promemoria di M. Deguy)Scintillando come zampilli rotolano giù dalla cima, o dalla tesa funesopra il vuotodi luce propria di nomi irrorano le cose.Certo, sono soltanto i sogni dei nomi delle cose, la loro danza in figure. bologna. 20 settembre 2013. This gallery contains 3 photos. Nella piazza di san Petronio Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna, e il colle sopra bianco di neve ride. È l ora soave che il sol morituro saluta le torri e l tempio, divo Petronio, tuo; le torri i cui merli tant ala di Continue reading 1. (Le Vie Maestre)DisseminaPer le sue Vie MaestreLa cristallina azzurritàFioritaDi nevi, di danze.bologna. 1 ottobre 2013. Crisalide di luce chiara lanterna avviluppata nei cieli della sera di braccia di nuvole sottili come scie, cangianti in blu, di biancoDi cenere.lecce. 8 settembre 2013.Come si dice con la stessa certezza il nome dei Venti,Alla deriva di un orizzonteDel principio che non finisce mai.Al confino di questa riserva di luce la curva del tempoOrofulgente per ogni istante si levaE declina.lecce. 4 settembre 2013.Alle gole e ai declivi già scritti dai ghiacci.Torrentizie di fiumi le valli  dalle montagneDiscendono ancora a ogni passoGravità e ancoraggioSotto la volta dei cieli.cadore. 10 agosto 2013.Sguardo che affonda nell assenza di parole Occhio che beve lentamente alla tua tenebra Che intercetta abbandoni E albe livide. Soltanto per te.Cosa domanda la tua assenza Che la voce sola non può? Come lanciarti queste braccia Per impedire a te A me Di annegare?lecce. 25 giugno 2013Una revisione. 22 giugno 2013.Il crinale spezzato della collina e il mare. I condomini che spuntano a blocchi  fra il porto e i binari della ferrovia. Stazione di Ancona. Lentamente il tramonto schiarisce verso il cielo della sera. Non si vede nessuno. Di tanto in tanto le mura di una rocca sul più alto della collina, oppure soltanto i merli di una torre fra i verdi. Quello che doveva essere qui.24 aprile 2013.Notturni moti di risacca fa il Vento, fra i ramiChe danzano alberi metamorfosiPer queste vene aperte dentro il cielo:Impeto d angeliChe battono alla terra,Che ti chiudevano la boccaDi silenzi.bologna. 14 agosto 2013. Il cielo schiarisce e sfuma di pastello come gli affreschi sulle volte delle chiese, che raccontavano le vite dei santi. Tutto un vapore quest aria nuova di settembre di velature a tocchi delicati. La notte, indugia fra le stelle con la dolcezza dei vecchi quando bambini ci baciavano sulla fronte, per paura di farci male.bologna. 15 agosto 2013.« Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio. »san Giovanni Damasceno **( Da Wikipedia)Un giorno di festività è per me quasi sempre anche un momento in cui mi domando perché? Cosa ricorre nel seguire del tempo che si dovrebbe salvare oggi nella memoria?Del culto di Maria mi tocca e mi lega la traccia che conserva come ultima espressione di venerazione di un altra specie di divinità femminili, di quel caleidoscopio di sacre figure che rientrano tutte nel culto della Grande Madre di tradizione mediterranea. Anche se nel processo storico di un generale ridimensionamento delle antiche dee le stesse sono diventate figlie di un dio padre, madri di un figlio dio-maschio che fin dalla nascita diventa più importante di loro.Citando Maurilio Adriani alla voce Verginità nell Enciclopedia delle Religioni, abbiamo occasione di riflettere sulla caratteristica saliente dell immagine femminile della madonna come Vergine Madre, di ancorare alla sua figura argomenti di essenziale importanza nel tentativo infaticabile di ritessere insieme elementi intorno ai quali ricostituire una valida identità di donne. Il profilo cristiano della vergine-madre abilita ad allineare su di esso tutta una tradizione fitta e polivoca, nella quale la verginità si connette con l immagine femminile appunto in rapporto dialettico con la fecondità e la maternità. Il fatto che nella tradizione mediterranea la dea pòtnia (Signora) alterni verginità e maternità, che nella tradizione greca Hera e Artemide siano concepite  come vergini e madri [ ], che nello stesso Cristianesimo Maria sia esaltata nella qualità paradossale significabile con la sentenza di Dante -Vergine Madre figlia del tuo figlio, indica nella verginità sì lo status dell indennità radicale dal male del mondo e lo iato incolmabile tra l integrità e la purità del sacro rispetto all inquinamento del profano, ma anche la funzione che il valore virginale ha nei confronti della vita, della fecondità, dell iterazione biologica, della continuazione rinnovata e dell iniziativa fertile del nuovo principio. Si tratta di riflessioni in coraggiosa controtendenza che, lontano da tentazioni retrive e in epoca di fecondazioni sempre più artificiali e assistite, individuano nell integrità del corpo femminile la prima condizione per la possibilità della vita, della fecondità nella rigenerazione, nella continuazione rinnovata dell iniziativa creatrice. Nessun paradosso allora nell identità di vergine madre, ma il riconoscimento della potenza naturale di ogni creatura femminile di presiedere la nascita e la cura della vita a condizione di riattingere ritmicamente in se stessa a quell ambiente proprio di sensazioni e senso. Che è quanto ci manca più di ogni cosa. Sostituito da fulgidi esempi d incoronazioni mistiche nel cielo.Le riproduzioni d immagine sono particolari dell Assunzione di Tiziano Vecellio, pala d altare in santa Maria dei Frari a Venezia. Sur le site Internet des élèves d un lycée d Istanbul, un jeune a expliqué que l important c est de résister, non de vaincre. Ils nous chassent avec des gaz? Peu importe. Reculons. Mettons-nous à l abri, préservons-nous, pour pouvoir revenir et résister. ( ) Sul sito Internet degli studenti di un liceo d Istanbul, un giovane ha spiegato che l importante è resistere, non vincere. Loro ci spazzano via con i gas? Poco importa. Arretriamo. Mettiamoci al riparo, riserviamoci, per poter ritornare e resistere. Questo giovane spiegava anche la possibilità di riservare la sua forza e la sua vitalità al movimento. In effetti, è molto semplice: resistere, ma senza cercare di resistere alla violenza. La violenza che picchia a vuoto è ridicola.Amici, seguiamo, seguite la saggezza di questo giovane.La persona che mi ha riferito questo è di un altra generazione (la mia), di un epoca -mi dice -in cui i movimenti non cercano più di vincere -rovesciare il governo o il capitalismo. Spesso in Turchia in una lotta disperata -suicida, il solo risultato è quello di aver lasciato dei martiri da commemorare: Deniz Gezmis  il cui ritratto compariva sull AKM durante le belle giornate del movimento attuale. Il mio interlocutore approva calorosamente le proposte del giovane liceale, ammettendo che abbiamo qualcosa da imparare da queste nuove generazioni. E vero.Sono tornato a Istiklal, ho fatto la via per tutta la sua lunghezza e non è rimasta traccia di niente. La stessa cosa nei quartieri caldi di ieri sera Siraselviler e Cukurcuma. Veramente c è da complimentarsi con i servizi municipali. Per la pulizia, ma soprattutto per la capacità di cancellare il passato, anche il più recente. Sono forti.All ingresso di piazza Taksim, allo sbocco su via Siraselviler, numerose forze di polizia in riposo. Sono stupito. Questi Robocop SONO SENZA ALCUN CONTEGNO. Stanno sdraiati sui marciapiedi, seduti per terra, fumano, bevono. C è da stupirsi giacché nelle CSR, in Francia,  si lasciano cuocere le truppe al sole o al freddo, in piedi, per alcune ore prima delle manifestazioni, a volte lasciando che la popolazione le insulti, così da innervosire per bene i poliziotti. L assenza di contegno è severamente punita dall esercito francese e sicuramente dalla polizia.Mi ricordo di aver visto qualche volta, nella mia via Susam sokak, dei poliziotti nella loro auto di servizio, letteralmente stravaccati nei loro sedili, farsi servire il tè a un semplice schiocco delle dita (sarei meravigliato che abbiano pagato per quel tè).Quest assenza di contegno non è un dettaglio. Dimostra che sono loro i re della strada, che fanno quello che vogliono. L assenza di contegno denota la loro pericolosità: assenza di contegno vuol dire che loro non hanno contegno.Il mio pensiero vagabondava osservando oggi quei Robocop delle Forze di pronto intervento. Non soltanto se ne stanno senza contegno, ma si sdraiano così in mezzo alla popolazione, alla folla dei numerosi passanti. Non posso immaginare, nel 68 o negli anni più duri che sono seguiti, in Francia, un poliziotto isolato in mezzo alla folla: avrebbe rischiato di essere insultato molto seriamente, se non aggredito. Sarebbe stato pericoloso per lui.Qui, in un contesto estremamente teso, i passanti non fanno niente, non dicono niente, non li insultano. Un amico con il quale mi stupivo mi dice: Ebbene, non hai capito? Ci troviamo in uno Stato di polizia, la gente ha paura, molto semplicemente.E vero, è talmente semplice. E mi viene in mente che, con il mio spirito di Francese sbarcato di fresco, avevo risposto a un poliziotto che mi si era rivolto senza metterci la minima formalità, dandomi del tu. Ho dovuto confrontarmi con una reazione violenta, gesti minacciosi, un cenno di schiaffo. Me ne sono andato sentendomi nel giusto.Capisco cosa può essere, in Turchia, la paura dela polizia. L ho compreso ancora meglio con il caso Metin Goktepe, il giovane foto-reporter pestato a morte in un commissariato nel gennaio 1996.Se ho capito la dimostrazione? Non ho osato fotografare quei Robocop sdraiati.bologna. A ovest, sulla Certosa.L Arcangelo.In principioNon appariva che una nuvolaFra le altre.Poi la sua luce iridataCominciò a piovere.bologna. 15 giugno 2013. STANDING MANIl ragazzo che ha dato il via alla protesta ribattezzata standing man , subito imitato da centinaia di persone tra Istanbul e Ankara.guardian.co (link al video)18 giugno ore 8:30.Si è vista una nuova forma di protesta nella serata di lunedì a piazza Taksim, a Istanbul: un uomo si e piazzato da solo, in piedi, al centro della piazza, e non si e mosso per ore, fissando in silenzio le grandi bandiere turche che coprono un edificio su uno dei lati della piazza. L uomo è stato per ore lì, con le mani in tasca, una borsa e alcune bottiglie d acqua ai suoi piedi. Il suo atto di protesta, dopo un po e stato seguito da alcune centinaia di persone, che si sono raccolte in forma pacifica e silenziosa nella piazza, da settimane epicentro delle manifestazioni anti-governative. (Agi)linkiesta.it (link agli aggiornamenti)bologna. A ovest, sulla Certosa.Annunciazioni.Una timidezza. Grande.Poi un raggio di luceD oro, una cascataDi oro fuso, e caldo.In quello,Neri voli cadevanoDall altissimo.Ho sentito il geloSerrarmi le ginocchia in meSi scardinavano le congiunzioni d essereChe mi tenevano insieme.Ho pensato che fossero demoniA scavalcarmi la schiena.IO SONO SVANITACome nel tonfoChe fa il silenzio improvviso.*Tutti hanno sempre creduto che si compì in un ora mattutina. Nella frescura di un aurora prolungata, e tersa.Fu invece sul finire del giorno. Nello splendore molle di un tramonto. Fisso, interminabile. Eterno.bologna. 15 giugno 2013.ANSA 17 giugno ore 15:43.Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha detto oggi di non riconoscere il Parlamento Europeo, riferisce l agenzia Anadolu. L assemblea Ue giovedì scorso ha approvato una risoluzione critica sulla brutalità della polizia turca e sul comportamento del governo e del premier di Ankara. Gli avvenimenti degli ultimi giorni sono stati un test per la nostra economia e per la nostra democrazia, che è stato superato con successo , ha affermato oggi il premier turco Recep Tayyip Erdogan, citato dall agenzia Anadolu.La polizia turca ha bloccato nel centro di Ankara una manifestazione con almeno mille militanti dei sindacati Kesk e Disk in sciopero oggi per protestare contro l assalto sabato notte a Gezi Park a Istanbul. Le forze antisommossa, appoggiate da blindati e cannoni ad acqua, impediscono ai manifestanti di avvicinarsi a piazza Kizilay. Manifestazioni parallele sono previste questo pomeriggio a Istanbul e in molte altre città turche.Daniele Stefanini. ( ) Il fotografo italiano Daniele Stefanini è stato ferito dalla polizia turca e fermato a Istanbul durante gli incidenti della notte scorsa. Lo hanno indicato fonti dell ambasciata d Italia in Turchia. Stefanini, 28 anni, è stato ferito nel quartiere di Bayrampasha, soccorso da un avvocato e trasportato in ospedale. La polizia lo ha messo in stato di fermo. Il fotografo è assistito dalle autorità consolari italiane.Appel urgent d Oya ErsoyDear brothers and sisters, dear friends of the democratic people’s movement in Turkey!Voici un témoignage de notre amie S., d Istanbul, sur les événements des 15-16 juin, rédigé le 16 juin vers 16h30. Prière de diffuser au maximumANSA 16 giugno ore 22:50 ( ) Decine di migliaia di persone sono di nuovo scese in piazza nella megalopoli del Bosforo per marciare su Taksim e denunciare il brutale assalto ieri notte della polizia a Gezi Park. Un attacco feroce, che ha fatto 800 feriti, fra cui bambini colpiti da proiettili di gomma, decine di persone bruciate dagli agenti urticanti messi dalla polizia nell acqua degli idranti come denunciato dalle foto degli attivisti nelle quali si vedono chiaramente i poliziotti caricare la sostanza Jenix nei blindati o soffocate dalle nuvole di gas lacrimogeni. Mentre le forze antisommossa arrestavano i medici che avevano curato i manifestanti feriti, picchiavano un deputato di opposizione, avvocati e giornalisti. E in atto una guerra contro la popolazione , ha accusato la presidente dei Verdi tedeschi Claudia Roth, intossicata dai lacrimogeni.* * *( ) A Kizilay, nel cuore di Ankara, gli scontri sono iniziati a fine mattinata, quando la polizia ha bloccato il feretro del giovane manifestante Ethem Sarisuluk, ucciso proprio a Kizilay da una pallottola nel cervello sparata da un agente. Le forze antisommossa hanno poi attaccato con lacrimogeni e cannoni ad acqua le migliaia di persone che aspettavano pacificamente l arrivo dei funerali, molte con un garofano rosso in mano.Aggiornamento ANSA (link all articolo integrale) Abisso nascosto, senza voce. Grande più di ogni cosa l orrore dei bambini.Piccoli feriti, spaventati a morte. Sono le vittime esemplari di ogni forma di repressione, di tutte le guerre.bologna. 16 giugno 2013.Istanbul. Irruzione della polizia al Divan Otel.Le tre del mattino, sono ore vissute con il fiato sospeso. Dentro un implorazione muta. Che si sottraggano al martirio. Ma era un solco già tracciato l epilogo di queste ore. Difficile sottrarsi all attrazione di dover opporre al mostro disumano un contegno umano fino al sacrificio di sé. Forse davvero questi uomini, queste donne non hanno paura e sfilano a migliaia spuntando da ogni altro luogo delle città turche che non sia piazza Taksim.Questi uomini, queste donne ristabiliscono davanti agli occhi di tutti noi che la politica è un luogo fatto dalla pluralità degli uomini e delle donne, che ha la sua ragion d essere proprio nella relazione, nel legame fra tutte le singolarità diverse che siamo noi. Una verità che ogni ordine politico per mantenersi stabile deve negare con la forza.La rivolta turca, come ogni rivolta, ha sospeso il tempo della storia. E così per chi popola e attraversa quei luoghi; lo è anche per chi -pur lontano dagli avvenimenti -non distoglie il proprio sguardo e il cuore, l attenzione. Spero per ciascuno di noi che non si tratti soltanto di un intervallo -una crisi di febbre in uno stato di buona salute. Auguro a tutti noi di essere sempre in cerca dei modi per scardinare questo rito di morte che rinserra le nostre vite nelle chiuse dinamiche del potere.bologna. 16 giugno 2013.contropiano.org (link all articolo di aggiornamento)rightnow.io (fotografie della notte) Cinque morti dall inizio della rivolta popolare turca disarmata. Decine di persone che hanno perso la vista a causa dei gas, migliaia di feriti -alcuni in coma. Dio sa quanti uomini e donne sono stati arrestati e in quali condizioni sono detenuti. La disperazione delle madri di Gezi-Park; la stessa delle persone davanti agli arresti delle decine di avvocati prelevati di forza in tribunale dalla polizia. Quello che abbiamo visto. * E. C. è ricercatore nel gruppo di studi sul Mediterraneo e il Medio Oriente del CNRS. Stamattina scrive da Istanbul. Dice che ieri sera in piazza Taksim era come una grande festa. Che la città adesso sembra calma. Calma, come  se niente fosse successo.*bologna. Il cielo di un mattino presto, sereno. Nel blu del cielo i voli ancora alti delle rondini sembra che galleggino.  Finalmente l estate è arrivata, l aria calda e silenziosa adesso poserà esausta fra qualche ora.Per tutta la notte alla mia finestra uccelli di carta frusciavano fra le tende. E ancora sono qua nel mattino, contro i vetri battono senza ali.bologna. 15 giugno 2013.Lettre d Istanbul (link all articolo)(58) Ma quando un anno fu, e si voltarono le stagioniDei mesi svanenti, e molti giorni terminarono, bologna. 11 giugno 2013. .continua . A ogni inizio di giorno ritrovarmi già immersa nel passaggio che fanno le parole. Così imbandite di senso. Come le vie che portano in tutte le direzioni, come atmosfere.Come le danze che trascorrono negli azzurri caldi, piumati dei cieli di città, in un tempo d estate che si è perduto in quest altra stagione che non sappiamo nominare.bologna. 11 giugno 2013.bologna. L orizzonte sui canali.Dispensa il tempoSeminagioni mirateDi dolori.Nel solco del giornoCadono solitariBozzoli di silenziRichiusi.bologna. 9 giugno 2013.bologna. Porta Lame.Azzurro dipinto il cieloDel mattino.E immoto.Solchiamo il giorno,Senza lasciare traccia.bologna. 8 giugno 2013.Dalle prime ridicole notizie sui canali tradizionali di informazione sembrava quasi che si trattasse di una protesta ecologista -salvare le centinaia di alberi del Gezi Park, contro il progetto di riqualificazione dell area pubblica con la costruzione di un centro commerciale. Ma ormai da tempo gli organi di stampa anche in versione digitale hanno perso il ritmo e il senso di ciò che è reale. Si capiva infatti benissimo fin dalle prime fiammate che l oggetto della rivolta civile -vi prego, non chiamiamole proteste -esplosa in Turchia riguarda piuttosto l orizzonte della vita in questo nostro mondo, sul Bosforo come a Genova, lo stesso rifiuto non soltanto della logica della globalizzazione liberista o dell ennesimo sistema di governo democratico dispotico e corrotto. E sempre un attacco puntato al cuore stesso della politica quando le donne, gli uomini si espongono con i loro corpi nello scontro con lo Stato. E il modo più radicale e vero, tragicamente umano in cui si riporta visibile ciò che della politica viene dimenticato e rimosso, quella sua fondazione antichissima sul doppio versante dell ordine tremendo della violenza, della guerra: quella agita contro i nemici esterni per difendere e rileggittimare ogni volta l ordine politico, ma soprattutto la violenza e la guerra contro i nemici interni, che si devono schiacciare, terrorizzare o uccidere perché l ordine pubblico sia stabile.bologna. 2 giugno 2013.http://occupygezipics.tumblr.comhttp://www.flickr.com/photos/ombrelibere/sit in di studenti turchi a Bolognahttp://www.infoaut.org/istanbul la parola alla piazzahttp://www.susam-sokak.fr/les arbres de taksim cachaient la foret de la revolte      Atto di dolore      (La kore sposa)Madre. Così distolta dal tuo sguardo E sola Non ho creduto alla paura Che mi metteva l Inferno Che mi serrava le viscere Che già mi aveva derubato il passo. Poi, Quando il mio gesto Ai polsi ha rinunciato Alla sua volontà allora ho visto, e creduto Alla mia fine.bologna. 31 maggio 2013     Il calore della stagione, quella che dovrebbe essere e invece ci manca oggi posava appena nell aria con la sua densità familiare, con il profumo e il sollievo di un momento.Viene distratta questa stagione, smarrita nelle corse che fa il Vento, confusa di pioggia.     Forse, non è diverso da sempre nonostante l idea che abbiamo di un tempo custode. Forse noi siamo sempre immersi in una specie di transito di sconosciute direzioni, e più di questo non ci è dato di sapere.bologna. 30 maggio 2013 La voce di una donna. Dedicata ogni sera a tutte le donne, anche a tutti gli uomini. Lo stupro (video del monologo in televisione)     Nell azzurro, gli ultimi voli delle rondini portano del tramonto l ultimo oro mentre si arrossa, e illumina di riflesso sotto distese d ali.     * * * Per tutta l aria si declina un pallore improvviso, che placa. Quella urgente bellezza del mondo vista da lontano più potente s incarnava  proprio là, dove la Terraferma siede lentamente, invecchiando.bologna. 21 maggio 2013 Sentíamos ascender a las playas de nuestros corazones la belleza urgente del mundo, innumerablemente rogando que la fijásemos en versos. Jorge Luis BorgesEvaristo CarriegoUna boccata d aria fresca     Evaristo Carriego, poeta argentino pressoché dimenticato, con i suoi versi ha avuto una grande influenza nel mondo del tango. Vissuto tra il 1883 e il 1912 possiamo ancora ricordarci di lui grazie alla sua biografia scritta dall amico J. Luis Borges, che attraverso l opera del poeta si addentra nella storia dell antica Buenos Aires.     Nel libro è inevitabile l escursus di Borges alla ricerca delle origini del tango. Lo scrittore non smette di domandare ad autori e compositori. La sua conclusione giunge come una boccata d aria fresca. .una volta era un’orgiastica diavoleria, oggi è un modo di camminare * Si può discutere sul tango, ed è quello che facciamo, ma esso racchiude in sé, come tutto ciò che è autentico, un segreto. I dizionari musicali registrano una concisa e sufficiente definizione del tango accettata da tutti.; tale definzione elementare non promette alcuna difficoltà, ma il compositore francese o spagnolo che, facendovi affidamento, compone correttamente un “tango”, scoprirà non senza meraviglia, di aver ordito qualcosa che le nostre orecchie non riconoscono, che la nostra memoria non ospita e il nostro corpo respinge. Si direbbe che senza i crepuscoli e le notti di Buenos Aires non possa nascere un tango, e che in cielo ci attenda, per noi argentini, l’idea platonica del tango, la sua forma universale (quella forma appena accennata ne La Tablada o El Choclo) e che questa specie fortunata abbia, per quanto umile, il suo posto nell’universo. ** Evaristo Carriego , Jorge Luis Borges. Edizioni Einaudibologna. 21 maggio 2013Eduardo Rovira A Evaristo Carriego Verso le forze nel cielo       mobili sacche di Dolcezza, di muschi, di volumi Del tempo ancora a venire Di una pittura Che scivola lungo la schiena Che danza Abbandoni. Brilla di luce per l aria Dietro di sé una stella, Per la durata Appena Della sua caduta.bologna. 14 maggio 2013Madonna Odigitria di San Luca. Giovanni Francesco Barbieri, detto il GuercinoNelson-Atkins Museum of Art. Kansas City, MissouriMancano le parole per ricominciare, oppure no, vengono le parole Nel cielo di luce diamante. Ma la voce manca, per continuare a dissodare tutto il resto.Maggio è il tempo delle rose: sulla soglia del deserto roccioso a Marrakech, nella valle di Dadès, dove distese di rose pallide profumano al colmo della fioritura prima della raccolta. Profumano le rose anche qua, nei rettangoli di cielo minimi sopra i giardini di periferia.Il maggio cattolico è anche il mese mariano. Al mio ritorno in città l immagine della Madonna di San Luca era già scesa in processione per offrirsi alla devozione popolare, dal colle della Guardia dove al capo di una serpe lunga 666 arcate di portici sta il santuario a lei dedicato. La migrazione santa dura una settimana, il tempo sacro è cadenzato da messe, rosari, vespri e litanie. Il duomo che la ospita rimane aperto la sera fino a tardi.Scorre una sottile alchimia fra questa negra Maria hodigitria e i cieli tersi come imperturbabili specchi custodi. Eppure anche mobilissimi e fluidi, questi cieli di maggio pronti a sciogliersi in acque di piogge benedette. Era nel 1400 la prima volta in cui l immagine fu portata in processione perché cessassero le piogge che duravano da mesi. Da allora ogni anno nei giorni che precedono l Ascensione si rinnova il culto delle preghiere pubbliche popolari. Anche le piogge in questo tempo ricorrono ancora.bologna. 12 maggio 2013I poeti lavorano di nottequando il tempo non urge su di loro,quando tace il rumore della follae termina il linciaggio delle ore.I poeti lavorano nel buiocome falchi notturni od usignolidal dolcissimo cantoe temono di offendere Iddio.Ma i poeti, nel loro silenziofanno ben più rumoredi una dorata cupola di stelle.Da: ilibrisonoviaggi (link al post)1. Da soloOgni notte da solo attraversa la città a piedi, lungo le vie illuminate del centro in direzione del buio sempre più consistente fino ai dormitori di periferia. Camminando gli viene in mente un ricordo, mentre un altro lo abbandona. Tutta la notte così. Con calma, come se fosse immerso in una riflessione senza fondo. E poi no, non si tratta di questo. Il suo movimento, incessante, potrebbe continuare all infinito. Non si arresta con la fine del suo cammino, con l arrivo del giorno. Si direbbe il movimento di una danza. Ogni notte riprende come la necessità delle maree, che non si vedono, ma sono sempre là. La sua calma è anche il segno della mancanza di qualsiasi forma. E con questa mancanza di forma, come una mancanza di resistenza, che lui si offre alla memoria degli spazi che attraversa. Ma quali spazi lo attraversano mentre cammina? Nel silenzio i suoi passaggi come scie luminose lambiscono tutte le notti, nel chiuso perimetro di sonno delle case, nelle città.bologna. 19 aprile 2013. Mi sveglio. Quasi le sette della sera, c è sempre luce fuori. Ancora vita. Richiudo gli occhi, mi rigiro. Penso. Il mio corpo nel letto grande di lino bianco. C è anche del rosso sopra il letto, e qualcos altro di rosso ancora sparso per la stanza. Di nuovo giro la mia faccia sul cuscino. Considero quanto tempo è passato da quando il tempo lo riempivo io. Il lino bianco, la vita quotidiana fatta di cure, le attese. Sulla piega delle lenzuola braccia che restano scoperte. Sono le mie. Sull orlo del tempo presago di destino. Con gli occhi chiusi.Nel tempo della casa sempre avanzava un resto, una pausa per il respiro, la scrittura veniva così. Un esercizio muscolare diverso, sui fogli bianchi, come latte. Come lino. Tessuto di pazienza, di attese. Di amore. Come la piega imprevista che può prendere un giorno di tempo sereno. E s infiammava la mente, sempre al di qua dello sguardo aperto e vuoto che inquadrava il terrapieno illuminato, nelle ore diverse del giorno, dalla finestra sull argine del fiume. Il fiume ormai alla fine della corsa, prossimo al suo estuario, azzurro già, più largo e piano come il mare. Più dolce e perduto nelle luci del tramonto.Scrivevo, sempre come allungare legni inutilmente da una sponda all altra del fiume. Come intrecciare improbabili passerelle che si puntano sul cuore, per camminare là dove non si può stare in piedi, mai. Una ferocia radicale. Con tutto l essere proteso nello slancio. Che non avviene come credo io. Che resta dentro, e strugge. E non chiedevo di vivere. Nemmeno di morire. Fulminante era l ascolto.Erano tempi in cui scrivere teneva il conto dei giorni, non si sa mai perché.Molti anni più tardi, è l inizio dell estate. Il primo giorno di maggio. bologna. Cortile in primavera.Nonostante i brutti sogni del mattino, oggi la mente viene al risveglio già ben orientata nel suo paesaggio di senso, di parole. Fuori è una bella giornata di sole, dal caldo che fa si potrebbe dire una giornata estiva. Si sta in casa con le finestre aperte, nell aria che aleggia in una sottile vena di brezza si respira delicata la dolcezza del profumo di fiori. Anche in un cortile di città. I versi degli uccelli si fanno più rari con l aumentare della luce. Manca poco a mezzogiorno. Vivaci le campane delle chiese chiamano alla messa, più solenni invece rintoccano le ore.Quando si dice che soltanto nella casa siamo veramente sole. Là dove insieme a noi tutto scrive ed è più vivo e reale di quello che quotidianamente ci sollecita e ci condiziona. Come intrecciare dialoghi di ininterrotti silenzi con qualche cosa di ineffabile che viene incontro -incantando -dal lato in ombra di tutte le voci. Soli, lo si è in una casa. Non fuori ma dentro di essa ( ) in casa si è tanto soli da sentirsi talvolta smarriti. * Tanto per cominciare, ti chiedi cos era quel silenzio intorno a te e praticamente a ogni passo che fai in una casa a ogni ora del giorno, sotto tutte le luci, quella di fuori o quella delle lampade accese anche durante il giorno. * Ci vuole sempre una separazione dagli altri intorno a chi scrive. ( ) La solitudine  reale del corpo diventa quella, inviolabile, dello scritto. **Estratti da Scrivere, di Marguerite Duras. Feltrinelli, 1994.La scrittura infinita (link all articolo di Edda Melon)Alzheimer: il peso del buio.Un paesaggio fatto al contrario (il video) Un paesaggio fatto al contrario è un racconto visivo e sonoro di percezioni, in cui il presente e il ricordo generano immagini e sensazioni. E come un teatrino disabitato, in cui a tratti prendono vita marionette scomposte, storie fantastiche, percorsi e visioni, sull onda dell entusiasmo generato dalla memoria che riconosce, ricolloca, riaccende. La mente del malato di Alzheimer non è solo capovolgimento delle percezioni, spaesamento senza ricordi, rarefazione della propria presenza. La coscienza, quasi regredita a una genuinità infantile, a volte genera pensieri in libertà, associazioni di idee audaci, imbandisce tavole di buonumore, in un percorso quotidiano che è condannato sì alla perdita progressiva, ma che non dovrebbe essere associato solo a uno stato di malessere costante e a un angoscia senza uscita. La percezione del sé è diversa e storie e ricordi ancora abitano, indecisi e fragili, la memoria e l individuo, a volte riproponendosi con realismo e inusitata forza, perfino con sprazzi di felicità autentica. Stupefacenti connessioni brillano tra le cose e la stanza buia della mente si popola di bagliori, riflessi, immagini nitide, anche se dipinte al contrario. A proposito d immaginario.Come spesso succede, comprendiamo l importanza di qualcosa proprio là dove ci accorgiamo che manca. Così l importanza di sentirsi ancora nella seduzione della passione dell immaginario, balza in tutta la sua drammatica urgenza e necessità proprio quando ci rispecchiamo nello sguardo di chi, nella sua mente, stia smettendo di fiammeggiare proprio di quei corto-circuiti. Scivolando con spavento in un paesaggio desolato in cui i contorni delle immagini di una vita si perdono, cancellandosi progressivamente e lasciando cadere al posto loro soltanto una pioggia di cenere, prontamente riassorbita dal nulla silenzioso di uno spazio mentale divenuto infecondo. Come accade nella vita delle persone malate di Alzheimer. Ma questa malattia è soltanto la manifestazione più estrema e radicale dell implorazione di aiuto che serpeggia più o meno latente nella vita di tutti in questa nostra epoca.M viene incontro la rilettura fuori moda de Lo spazio letterario di Maurice Blanchot, a partire dal saggio introduttivo di Jean Pfeiffer che l accompagna ampliando la riflessione sull immaginario oltre la sfera dell opera d arte. Ho sempre pensato che si potesse emancipare la patologia dell Alzheimer dall esclusivo campo clinico -come dovrebbe avvenire per tutte quelle patologie, che sono tante, a sfondo comportamentale -per ricollocarla nella vita.Sono passati più di vent anni da quando per la prima volta abbracciavo con passione il testo di Maurice Blanchot. Fui folgorata dalla sua poetica, dalla somiglianza stringente fra le sue riflessioni sull immaginario e la mia esperienza di vita e di scrittura. Soltanto una profonda intesa di sensibilità con l autore poteva infatti consentirmi di accedere allora alla conoscenza della sua opera, nonostante la mia mancanza di mezzi di formazione filosofica e letteraria.Dopo più di vent anni non sono sicura di essere riuscita a distinguere la mia vita reale dalla dimensione dell immaginario. Tuttora ritengo molto utili le riflessioni formulate dall autore nel suo saggio degli anni 50, per avviare sul tema un confronto critico e circostanziato non solo nella prospettiva dell opera d arte. I modi in cui ciascun individuo è in relazione -più o meno consapevolmente -con il mondo dell immaginario implicano la necessità di dedicare una riflessione più accurata a una dimensione tanto impalpabile quanto strenuamente intrecciata alla nostra vita organica.La passione dell immaginario -di Jean Pfeiffer *(Alcuni estratti.) L immaginario non esiste. L immaginario non è niente o, peggio, è menzogna, illusione che ci distoglie dalla vita. ( ) E tuttavia l immaginario ci ossessiona. Non c è un solo istante della nostra esistenza che non sia percorso dall immaginario, impregnato dalla sua lontananza; e non solo nei nostri sogni, nei nostri ricordi o nelle immagini, talvolta ci viene incontro nel cuore stesso di quella realtà che da ogni parte ci condiziona e ci sollecita, come ciò che d un tratto sembra annunciare in essa una sorta di conversione imminente, la promessa e quasi il pegno di una surrealtà . L immaginario ci ossessiona, non però come qualcosa che sia l altro versante della nostra esistenza, la sua faccia interna in rapporto con la sua faccia esterna, la sua possibilità infinita in rapporto alle sue possibilità limitate. ( ) No, se l immaginario ci ossessiona, nel seno stesso della nostra esistenza, è piuttosto come un di fuori, come un altrove che certamente ce ne distoglie, e dal quale tuttavia non possiamo distoglierci . L immaginario inteso come l esteriorità radicale in rapporto al mondo, lo spazio fittizio in cui vivono le immagini. Possiamo tentare di definire l immaginario come un altro mondo, o come un non-mondo o come l altro da ogni mondo. Ma forse l immaginario si riconosce soprattutto in questo: è lo spazio di cui le immagini parlano, o che parla in esse. Tuttavia l immagine non esiste come un qualunque oggetto del mondo, non si lascia ridurre a una qualsiasi realtà. Essa esiste soltanto superandosi verso altro, significando per mezzo della somiglianza qualcosa di altro, qualcosa che essa non è veramente, qualcosa di assente. ( ) Un assenza scava l immagine, la svuota del suo essere, della sua realtà. L immagine ci dà l essere, ma ce lo dà privo di essere.  * L immagine non appartiene alla realtà, e tuttavia vi rimanda, attraverso questa somiglianza, attraverso tutto il contesto di significazioni che l accompagna. ( ) Della natura specifica dell immagine in quanto tale, la sola cosa che possiamo dire è che essa si sottrae. L immagine di un oggetto non soltanto non è il senso di questo oggetto e non aiuta alla sua comprensione, ma tende a sottrarvelo mantenendolo nell immobilità di una somiglianza che non ha niente a cui somigliare.  * Che un essere somigli a un altro, un luogo ad un altro, un momento ad un altro, è cosa che già introduce l equivoco, una inquietudine. La somiglianza significa lo stesso, ma sotto le spoglie dell altro. In essa l identità si specchia in se stessa, ma per sottrarsi a sé e per esporsi alla vertigine.L immaginario risiede forse tutto in questo iato. Ogni somiglianza è immagine, fa dell oggetto la preda della sua immagine.   Avvertiamo tra lo spazio delle immagini (l immaginario) e il mondo della realtà una distinzione, una incompatibilità fondamentale. ( ) Entrare nell immaginario è dunque entrare in uno spazio radicalmente estraneo, operare in rapporto al mondo e alla realtà della nostra vita una sorta di conversione fondamentale, entrare nello spazio di un assenza che esclude ormai ogni correlativa presenza, nella dimensione di un altrove che esclude ormai ogni possibilità di essere qui. Tutto questo parlare di assenza, di un altrove che non è qui e che diventa perciò nessun luogo non deve trarre in inganno. Si tratta infatti, per me, di figure del linguaggio in cui la mente si muove cercando di delineare l anomalia di un paesaggio e un orizzonte verso i quali costantemente solleviamo i nostri sguardi, là dove vivono le nostre immagini e sono attratte le nostre vite. Paesaggio anomalo perché privo di consistenza tangibile, come le stesse immagini che lo abitano. Ma non per questo fittizio o irreale. Sebbene l immaginario sia un mondo impalpabile, sfuggente e le immagini siano oggetti immateriali tutto ciò costituisce qualcosa dotato di forza propria, immersa in una fluttuante dinamicità come un onda, una marea incessante di onde. Un mondo immaginario pulsante come un campo di elettricità che innerva di passione le nostre vite. Il primo nome che ha in noi l immaginario è il nome di desiderio. Quanto le immagini annunciano si presenta come lo spazio di una infinita possibilità. Una sorta di tutto è possibile verso il quale il desiderio si slancia. Nel desiderio l immaginario si fa promessa e fa risplendere come una promessa il fascino dell altrove. ( ) Proprio attraverso questo impulso il desiderio diviene prigioniero del immagine, della sua fascinazione. Poiché il termine a cui il desiderio mira nel suo slancio non consiste affatto nel ricondurre l immagine alle dimensioni del mondo, ma al contrario nel convertire il mondo alla dimensione dell immaginario. La fascinazione è passione dell immagine.  * Dunque entrare nello spazio dell immaginario è innanzitutto entrare nello spazio della fascinazione.   La fascinazione è il tramite per cui l immagine ci parla, se così si può dire il modo di espressione proprio dell immagine, ( ) il mezzo attraverso il quale essa ci attrae. E non con la chiarezza , la franchezza, la persuasione di un discorso, ma al contrario con la forza irreprimibile e la vertigine di un canto. Vivere un avvenimento in immagine non vuol dire disimpegnarsi da questo avvenimento, disinteressarsene ( ) ma vuol dire lasciarsi prendere, passare dalla regione del reale, in cui ci teniamo a distanza dalle cose per meglio disporne, a quest altra regione in cui la distanza ci tiene * Non vi è comportamento di fronte all immaginario, perché di una immagine non possiamo fare nulla, perché essa capovolge proprio il rapporto che possiamo avere con l oggetto, perché lungi dall esserne in possesso (e quest affermazione è al cuore dell immagine, che nella fascinazione diventa il nostro stesso cuore), ne siamo al contrario posseduti. Ciò che ci affascina ci toglie il potere di dare un senso, abbandona la sua natura sensibile, abbandona il mondo, si ritrae al di qua del mondo, attirandoci, non si rivela più a noi e tuttavia si afferma in una presenza estranea al presente del tempo e alla presenza nello spazio. * ( ) l area assoluta, dove l immagine da allusione ad una figura, diventa allusione a ciò che è senza figura -e, da forma disegnata sull assenza, diventa l informe presenza di questa assenza. *Attratti, dunque, verso un mondo immaginario cui le stesse immagini rimandano come verso un luogo che non è qui, ma altrove. Immagini allusive di un altrove in cui le fantasticherie più ingenue troverebbero la loro realizzazione. L ingenuità consisterebbe nel credere, nello sperare la possibilità dell avverarsi luminoso nelle immagini di quella surrealtà, che però messa alla prova rivelerebbe, secondo Blanchot, di essere allusione di ciò che non ha figura; non più forma che si delinea nello spazio della sua mancanza, ma informe presenza di quell assenza. Detto in modo diverso: l immaginario non esiste -oppure esisterebbe come nessun luogo. Blanchot vede nella spoglia mortale una forma esemplare dell immagine. Il cadavere non realizza la verità di essere pienamente qui, né d altra parte somiglia all uomo vivo che è stato. ( ) In quello che un cadavere evoca, l altrove è diventato in nessun luogo. Dov è? Non è qui e tuttavia non è altrove; in nessun luogo? *Il cadavere incarna così nella sua presenza materiale quanto è percepito solo in modo confuso, e anche contraddittorio nell immagine: la coincidenza insostenibile di qui e di in-nessun-luogo. Il cadavere, per me, è invece manifestazione esemplare dell impossibilità che avvenga qualsiasi forma d incarnazione, quando sia sfuggito ormai per sempre ciò che noi ci ostiniamo a sostantivare in un nome -vita -mentre si tratta di un agire -il vivere. Lo stesso fraintendimento che vuole per le immagini uno sfondo (immaginario) in cui posare, salvo poi considerare quelle forme illusorie, poiché prive della possibilità stessa di concretizzarsi in qualsiasi sostanza: spostando perciò l accento dalla facoltà propria delle immagini di agire su di noi a quella di disporre di una qualche sostanziale concretezza. Immagine insostenibile e, anche, immagine limite e limite dell immagine. Immagine di nessun luogo. Ma nessun luogo è pure in qualche modo il fondo di questo spazio senza fondo che chiamiamo l immaginario, di quest assenza senza contropartita di presenza che si annuncia come la sua stessa dissimulazione. ( ) Nell immagine -e alla patri nell opera -è la morte che parla. Non la morte, ma senza dubbio la passione. Tuttavia tra questa e la morte permane una relazione sorda ed ambigua. Come se solo l approfondimento di una passione ci introducesse nello spazio di una morte vera ( ) in cui appunto l Io sparirebbe in una somiglianza ormai senza nessuna somiglianza. Ma sull immagine noi non possiamo dire l ultima parola. Mentre col nostro sguardo siamo pronti sempre a saldare le cose fra loro, l immagine sola ci viene incontro. Per quanto integrata in tutte le sue parti, ogni immagine rivela di essere al mondo da sola, per sé. Tutte le immagini, vanno. Ognuna alla sua velocità. A volte passano insieme in tante, come portate su ali. Altre volte è la forza di un onda che le sposta ricoprendole di sé.Nel segno di una morte che cancella il primato della vita, così come di un immaginario che viene pensato privo di realtà -niente per noi accade più. Quest attrazione fatale di passione (opera) e morte realizza il fraintendimento più essenziale e clamoroso che sta al cuore del destino occidentale che ancora non è capace e non vuole riorientare le fondamenta del proprio ordine simbolico, che in una prospettiva lineare enfatizza la morte come origine e fine, dimenticando il primato essenziale della natalità per la vita, la ciclicità di caos e cosmos. Lo stesso ordine simbolico che ha originato la separazione fra pensiero e corpo, fra essere e apparire.Rimandando ad altri discorsi l approfondimento critico di questi ultimi argomenti, qui mi preme sottolineare come l esperienza sopravanzi di gran lunga le più sottili speculazioni sulla natura dell immaginario, sulla sua presunta realtà o irrealtà. Riconoscendo a questa dimensione psichica una fortissima implicazione organica vitale e materiale. Mi fermo ad osservare il potere rigenerativo che si sprigiona dalla dimensione immaginaria, così come dalla fascinazione che viviamo in relazione alle nostre immagini. Osservo ciò proprio là dove queste facoltà -come avviene nei malati di Alzheimer -vengono a sbiadire gradualmente con angoscia e dolore fino a mancare tragicamente.Ho l impressione di non esagerare se affermo che la passione dell immaginario è anche passione d amore per la propria vita.*La passion de l imaginaire di Jean Pfeiffer pubblicato su Critique nel 1966, è presentato nella traduzione di Goffredo Fofi nel volume edito da Einaudi Lo spazio letterario, di Maurice Blanchot.*Le citazioni in grassetto sono tratte da L espace littéraire, di Maurice Blanchot. Editions Gallimard, Paris 1955. Nella traduzione di Gabriella Zanobetti per i Reprints Einaudi, 1975.* * *Nell’azzurro della sera.Sopra il traffico stradaleAttraversa la traccia di una grottaIn mezzo al cielo.Finestre e davanzali.Giambattista lavora in officina, batte il ferro incandescente. Giambattista fa il fabbro artigiano. Ha costruito dei palchetti -di pirandelliana memoria -per le mie finestre, a protezione delle piante che coltivo sui davanzali. Cedevo così alle preoccupazioni di tutti quelli che temevano potessero cadere giù. Oggi, il primo giorno dei davanzali legali .Ma c è di più. Nello squadro delle mie finestre quei palchetti sembra che ci fossero da sempre. Discretamente modellati nella forma del ferro, scorrono lungo i muri del prospetto e sono un accento di eleganza dal decoro semplice, un aggiunta di stile con una vena di antica sensibilità. Ha avuto un bel gusto Giambattista nel disegnare i suoi ferri ancora umani -come li descrive lui. Davvero un lavoro fatto ad arte.Alle finestre lo spazio vegetale si è misteriosamente trasformato: disteso qua come un prato in fiore, là come un parco proteso a mezz aria.L ancoraggio artificiale accrescendo psichicamente il principio di radicamento sembra coinvolgere fino al luogo umano abitato, consentendoci di guadagnare anche un aerea depandance sul cielo.     La chaconne di Arturo Benedetti Michelangeli precipita sulla tastiera, per la stanza, le note dalle sue dita d acqua sono cadute fragorose di zampilli.     Chaconne come i lillà di Thomas Eliot, […]. Ancora una volta in aprile, il più crudele dei mesi.     Io ritorno dal tempo della vita materiale. Dalla più muta voce delle cose terrestri, dai ferrei vincoli di un vivere fatto a mano. Chaconne Bach-Busoni     Il suono e la sua erranza. Nella musica dissona una primiera nostalgia. E si trattiene il respiro -solo un momento interminabile, prima della fine affranta.Arturo Benedetti Michelangeli (immagine web) Vengono giorni in cui non scrivo una riga. Giorni in cui ancora non scrivo, ma sono in cerca, organizzo, leggo, penso. Ascolto. Molte cose vengono in mente, talvolta vere e proprie visitazioni che riescono a illuminare i lati riposti del mio immaginario.Sono giorni in cui mi occupo d altro. Dell altro che ha sempre a che fare con uno sgombero -più o meno favoloso -di spazio. Faccio spazio per i futuri abbandoni che arriveranno con i nuovi giorni da scrivere.Oggi a Bologna è finalmente una giornata di sole.Cluster. L esperimento Le capitava di dormire anche per intere giornate da quando tutto era finito. Nella casa l ospitavano nessuno le domandava niente, niente che si aspettassero da lei. Di colpo ogni cosa intorno si ritrovò immersa in un fisso silenzio, le notti, i giorni venivano ancora, ma come si aprono inutilmente su certi luoghi abbandonati. Dormiva, per risanare da una spossatezza di secoli. Da lontano la sorvegliavano perché la vita non l abbandonasse.Fuori. Il mondo avrebbe trovato un nome per tutto questo. Ma non aveva importanza. Una marea d oblio ricopriva adesso la sua realtà, una qualsiasi forma di realtà per lei. E tuttavia quello sterminato deserto in cui si risvegliava e si riaddormentava era ancora amore. Un amore valido e folle, di prima delle origini.Dormiva, senza sogni.Quando non dormiva riempiva fogli di colore puro. Con pochi tratti i suoi disegni venivano nel disordine alla luce, si dibattevano nel continente bianco di silenzio di prima dell inizio -quasi che nel silenzio qualcosa, esitando, fosse sul punto di disgregarsi. Indifferente se sulla porta qualcuno le si arrestasse alle spalle, e trattenesse il respiro.Non ho saputo mai se gridava distruggendo la forma. Né se quella distruzione avvenisse di continuo, di giorno, di notte, mentre dormiva oppure quando era sveglia. Ho sempre pensato che in quei momenti dovesse essere felice.Tutti avevamo creduto che avesse deciso di curarsi, infine di guarirne. Sarebbe stato ragionevole pensarlo. Che si era trattato all ultimo istante di un ravvedimento nella direzione della scelta di vivere. Dinanzi all evidenza di quella che avrebbero detto la sua follia, tutto le avrebbero concesso e perdonato. Era accaduto in una città di provincia -dicevano -un giovane uomo e una ragazza. Di lei non si sapeva niente, soltanto che non era del posto, sì, veniva da fuori città.Le avevano tutto perdonato, anche se le cose da sole avrebbero preso il posto suo. Lei, semplicemente smetteva di resistere. Fino al momento in cui la storia incominciava a prendere forma: a quella aveva rinunciato, non all amore.Diversi racconti sarebbero possibili dei fatti, e ognuno sarebbe un vagare attorno a un centro vuoto, richiamare qualcuno verso un futuro inatteso. Niente che sia avvenuto una prima volta -niente, è compiuto. Niente da recuperare alla memoria del desiderio, in cui abbandonarsi alla nostalgia per i giorni che restano da vivere. Lo scacco di qualcosa che non ha avuto inizio, non avendo avuto un luogo dove farsi, dove nascondersi, annidarsi. E rimanere per questo la possibilità che non smette di venire ancora.La storia non avrebbe avuto inizio una volta, per rimanere possibile sempre. Lontano, per sempre. Ancorata soltanto alle radici delle più oscure foreste del desiderio che non conoscono nomi, né volti. Che non finiscono di respirare di notte, di giorno sopra il cuore dei pazzi. Qui dove lei riposa, nel più selvatico degli isolamenti.* * *Dormiva, senza sogni.Quando non dormiva riempiva fogli su fogli di colore puro. Con pochi tratti i suoi disegni venivano nel disordine alla luce, si dibattevano nel continente bianco di silenzio di prima dell inizio -quasi che nel silenzio qualcosa si dovesse disgregare. Indifferente, per lei, che fosse da sola oppure che qualcuno sulla porta si arrestasse un poco alle sue spalle, e trattenesse il respiro.Non ho saputo mai se gridasse mentre distruggeva la forma. Né se quella distruzione avvenisse di continuo, di giorno, di notte, mentre dormiva oppure quando era sveglia. Ho sempre pensato che in quei momenti dovesse essere felice.Cluster. le capitava di dormire anche per intere giornate. da quando tutto era finito. nella casa dove era venuta ad abitare nessuno le domandava niente, niente che si aspettassero da lei. da lontano, la sorvegliavano perché la vita non l abbandonasse. intorno ogni cosa pareva immersa in un fisso silenzio. i giorni, le notti si aprivano inutilmente, disabitati -dormiva, come per risanare da una spossatezza di tutta la vita. una vita fatta di secoli. il mondo fuori da qui avrebbe dato un nome a tutto questo. ma non aveva nessuna importanza. una marea d oblio risucchiava adesso la sua realtà, una qualsiasi forma di realtà per lei. e tuttavia quello sterminato deserto in cui si risvegliava e si riaddormentava era ancora amore. un amore valido e folle, di prima delle origini.bologna. Dicembre 2012. Mi domando se la memoria della fotografia di cui scriveva Henri Cartier-Bresson, non sia in realtà la manifestazione memorabile di qualche cosa in noi stessi come la struttura sottesa e misteriosa. Può un oggetto, quale appunto una fotografia, essere dotato di memoria? Se la memoria è piuttosto l ambiente e il processo di qualcosa che accade e non la sua traccia tangibile.Henri Cartier-Bresson raccomandava di evitare di fotografare macchinalmente , a raffica e in fretta per evitare di caricare un eccesso di inutili istanti, informazioni che ingombrando la memoria nuocerebbero infine alla nettezza dell immagine e al suo contenuto risonante, veramente significativo. L eternità che muove nell istante sarebbe da prendere al ritmo stesso dell evento.E tuttavia, siamo davvero sicuri di puntare l obiettivo davanti a noi, nella distanza fra il nostro occhio e il soggetto? Oppure l oggetto che si mira ponendo sulla stessa linea occhio, cuore e cervello è posto nella direzione contraria, nella camera più oscura del mondo interiore? Che cosa è veramente fermato con una fotografia?Riporto nella traduzione di Piera Benedetti per le edizioni Abscondita: ( ) Per ciascuno di noi, a partire dal nostro occhio ha inizio quello spazio che si allarga all infinito, spazio presente che più o meno intensamente ci colpisce e immediatamente diventa memoria e nella memoria si modifica in noi. Di tutti i mezzi di espressione la fotografia è la sola capace di rendere l eternità dell istante. Noi giochiamo con cose in continua sparizione e, una volta sparite, è impossibile farle rivivere. Henri Cartier-Bresson. L istante decisivo.qu un doux regard ouvert et hésitant.Combien de fois un être, malgré lui,arrête de son oeil ou de son gestel imperceptible fuite d autrui,en lui rendant un instant manifeste.Les inconnus! Ils ont leur large partà notre sort que chaque jour complète.Précise bien, ô inconnue discrète,mon coeur distrait, en levant ton regarde.*Amici miei, tutti voi, io non rinnegonessuno di voi; nemmeno questo passanteche era dell impensabile vitaun dolce sguardo aperto ed esitante.Quante volte un essere, suo malgrado,trattiene del suo occhio o del suo gestol impercettibile fuga altrui,rendendone un istante manifesto.Gli sconosciuti! Sono loro che hanno la gran partedella nostra sorte che ogni giorno completa.Rendi preciso, o sconosciuto discreto,il mio cuore distratto, sollevandolo al tuo sguardo.Où tout les jours piétinent sur place,où toutes les nuits tombent dans l abîme,et où la conscience de l enfance intimeà ce point s efface,qu on a le coeur trop vieux pour penser un enfant.Ce n est pas tante que la vie soit hostile;mais on lui ment,enfermé dans le bloc d une sort immobile.*Questa sera qualcosa nell aria è passatoche fa chinare la testa;si vorrebbe pregare per i prigionieridei quali la vita si ferma.E si pensa alla vita fermata Alla vita che non muove più verso la mortee da dove l avvenire è assente,quella in cui bisogna essere inutilmente fortie tristi, inutilmente.Dove tutti i giorni ristagnano sul posto,dove tutte le notti cadono nell abisso,e dove la coscienza dell infanzia di séè a tal punto cancellata,che si ha il cuore troppo vecchio per pensare un bambino.Non è tanto perché la vita sia ostile;ma perché gli si mente,imprigionato nel blocco di una sorte immobile.come l immagine di un dipinto che scivola;nello stesso modo in cui in certi istantiun essere che si amiè anche lo spazio che muove intorno a sé.Si ravvicina, doppiato,come questo cigno che galleggia,sulla nostra anima incerta che a questo essere aggiungel immagine tremolantedella felicità e del dubbio.Tel cheval qui boit à la fontaine,telle feuille qui en tombant nous touche,telle main vide, ou telle bouchequi nous voudrait parler et qui ose à peine, autant de variations de la vie qui s apaise,autant de rêves de la douleur qui somnole:ô que celui dont le coeur est à l aise,cherche la créature et la console.*Un certo cavallo che beve alla fontana,una certa foglia che cadendo ci sfiora,quella mano vuota, o quella boccache ci avrebbe parlato e che osa appena, tanto variano le forme della vita che si quieta,quanto i sogni del dolore in dormiveglia:o sia colui con la contentezza nel cuorea cercare la creatura e a consolare.Vues des anges, les cimes des arbres peut-êtresont des racines, bouvant les cieux;et dans le sol, les profondes racines d une hêtreleur semblent des faîtes silencieux.Pour eux, la terre n est-elle point transparenteen face d un ciel, plein comme un corps?Cette terre ardente, où se lamenteaprès des sources l oubli des morts.*Viste dagli angeli, le cime degli alberi forsediventano radici, che bevono i cieli;e nel suolo, le radici profonde di un faggiogli rassomigliano a gesta silenziose.Per loro, la terra non è del tutto trasparentedi fronte a un cielo, pieno come un corpo?Questa terra ardente, dove si lamentaindietro alle sorgenti l oblio di ogni morto?ton abondance l avait osé.Tu étais assez riche, pour devenir cent fois toi-mêmeen une seule fleur;c est l ètat de celui qui aime Mais tu n a pas pensé ailleurs.*Eppure noi ti abbiamo offertodi riempire il tuo calice.Incantata da questo artificio,la tua abbondanza l ha osato.Tu fosti molto ricca, per divenire cento-volte-te-stessain un solo fiore;la condizione d essere di colui che ama Ma tu non hai pensato nient altro.d un corps par trop de douceur absent,rien ne te vaut, ô toi, suprême essencede ce flottant sèjour;de cet espace d amour où à peine l on avanceton parfum fait le tour.*Rosa, tu, quanto per eccellenza completache si contiene infinitamentee infinitamente si diffonde, o testadi un corpo per troppa dolcezza assente,niente ti vale, o tu, suprema essenzadi questo fluttuante vagare;di questo spazio d amore dove appena s avanzail tuo profumo avvolge.cette troublante odeur de sainte nue.Rose plus jamais tentée, déconcertantede son interne paix, ultime amante,si loin d Eve, de sa première alerte, rose qui infiniment possède la perte.*Rosa, tutta ardente e però chiarache si dovrebbe chiamare reliquariodi Santa-Rosa rosa che distribuiscetanto conturbante odore di santa nudità.Rosa mai più tentata, sconcertanteper la sua interna pace, ultima amante,così lontana da Eva, dalla sua prima allerta, rosa che infinitamente possiedi la perdita.Com è dolce talvolta condividere il tuo consiglio,fratello maggiore, o mio corpo,com è dolce essere fortedella tua forza,di sentirti foglia, tigre, scorzae tutto quello che puoi divenire ancora,tu; così vicino allo spirito.Tu, così franco, così unitonella tua gioia manifestad essere questo albero di gestiche, un istante, rallental andatura dei moti celestiper porvi la sua vita. Questi ponti di corde lanciati attraverso gli abissi. Distinzione di lingua non conta come lo sguardo del pensiero, il verso della mano.bologna. Di pomeriggio, sopra le sette chiese. Prima che passi oltre questa pioggia sulla città insieme al suo ricordo: orizzontale cortina che scivola senza peso come fosse piumata. Piove primavera. E il suono delle campane non riesce a risalire l aria densa e disperdersi nel cielo, a tutte le ore rimane accanto e la misura del tempo è piena di durata.La  pioggia di notte che ascolto mi accompagna verso il riposo più mite. Con la bella stagione che avanza forse il guadagno maggiore che ne riceviamo sono le sere, lente, lunghe, ognuna memorabile per il canto degli uccelli -fra tutti, quello dei merli solitari all aria fresca del primo imbrunire. E la preziosa nostalgia che disorienta nel cuore, che non sappiamo di portare per qualcosa che non abbiamo conosciuto mai, di cui pure continuiamo a ricordare. L azzurro chiaro delle cinque della sera. Il cielo il colore del cielo per un poco liberato della pioggia e dei vapori dell umidità. Si può vedere la luna. Lungo le vie fra gli antichi palazzi, i lastricati romani ricoperti di fanghiglia e limacciosi come la scia rimasta dello scorrere del fiume: ci sono tracce di fiumi ovunque. Limo di fiume dappertutto. Respiro della città bagnata i suoi elementi come l impalcatura minerale della vita. Struttura e forza. Resistenza. Durata.bologna. Gennaio 2008 Sono le sei e mezza. Nel cielo si è acceso l azzurro. Dalla finestra chiusa all aria fredda di fuori, si posa nella stanza il primo canto del merlo nella sera. Il primo della bella stagione. ( ) il poeta possiede fin dalla nascita una deformazione dello sguardo tale da fargli credere che senza le parole magiche non arriverà mai a conoscere i segreti del mondo, e forse neppure ad autodistruggersi. Si tratta di una deformazione, perché ciò non è vero: per arrivare fino al punto desiderato basta il semplice amore ( ). Da un manoscritto inedito di Furio Jesi.10 febbraio 1961.Eleganza argentina     Si dice che un fattore antropologico a nostra insaputa intervenga a modellare del portamento i gesti, la figura. È un luogo comune ; eppure è vero che il tango danzato in milonga da una coppia argentina trascende il ballo per diventare davanti ai nostri sguardi il meraviglioso materializzarsi di una nuova categoria dello spirito. Lo stesso concetto di eleganza si disorienta, mostrando il retaggio di radici animali che ancora ci competono ! in cui la forma non si dà attraverso un canone stabilito, ma scaturisce dalla veridicità delle pose in cui il piacere dell emozione ritmica si disciplina con i suoi semplici mezzi : le nostre membra e i sensi.     Non si tratta soltanto della bravura eccezionale di chi coltiva da professionista la propria abilità, è una differenza reale di colore, una ricchezza ineguagliabile coglierla dal vivo, riempirsene lo sguardo ; provarsi, anche, nello studio con la guida di questi nuovi, giovani milongueri argentini. Un esperienza importante che supera l ambito della danza e la connette a qualcosa di più ampio che potremmo definire il gusto stesso del nostro essere umani.Così ieri notte a Bologna, a La Capital .bologna. 28 febbraio 2013 Sono le ore nel cuore della notte. Demetra ha diradato il passo di ghiaccio e di nevi. Un poco si distoglie, da questa danza ebbra di abbandoni come una semina dispensatrice di silenzi che riempiono la bocca. Con ogni tempo tutti gli occhi della terra sono soltanto per lei. Nella sua momentanea distrazione. Del capelvenere stanotte mi voglio ricordare che i verdi steli bagnati profumano di mele.Sequenze di danza.Lo scritto dell aria nella neve.bologna. Febbraio 2013.Come fiotti di porpora le corolle di petali nel bouquet del bicchiere, sono un di più confidente nella stanza di notte con l oscurità inattingibile in cui la vita si compie. I profondi amaranti e i rossi brillanti mutavano nel tempo la loro vividezza alla pesantezza del sangue, al bruno più intenso che al cuore rinchiuso fa l ombra nel petto.FUOCHI DI PACE NEL MEDITERRANEOE tradizione popolare dopo il solstizio d inverno che in luoghi diversi del Mediterraneo vengano accesi fuochi che si lasciano ardere anche per diversi giorni in segno di purificazione. Si tratta di riti legati alla terra, in un momento dell anno in cui le colture cicliche sono a riposo. Per esempio a Novoli, in provincia di Lecce, i resti delle potature delle viti vengono affastellati in fascine per essere impiegati nella costruzione di un effimera architettura votata al sacrificio del fuoco. Così in uno slargo alla periferia del paese decine di uomini costruiscono la focara , disposti a catena con le spalle appoggiate a lunghe scale di legno poste sulla pira che, fascina dopo fascina, viene elevata al cielo. La focara verrà accesa la sera della vigilia di sant Antonio abate -che ricorre il 16 gennaio -per mezzo di spettacolari batterie pirotecniche che elettrizzano il pignone. Il fuoco arde nel cielo del paese per tre notti e tre giorni, fino alla sua completa consunzione.Più modesti falò si accendono nella notte del 16 gennaio nei vicoli del paese di San Bartolomé, in Spagna, dove il rito della purificazione si consuma non solo nella sfera simbolica. Qui infatti dopo le celebrazioni religiose, con il calare dell oscurità decine di cavalli montati da cavalieri si riversano in paese lanciandosi attraverso le fiamme dei falò che incendiano i vicoli, tra le incitazioni dei presenti che partecipano in un unica atmosfera di sfrenata esaltazione. Il santo è ricordato anche come protettore degli animali domestici, perciò il bagno di fiamme assicurerebbe ai cavalli la buona salute fisica per l anno a venire c è da scommettere, anche al suo cavaliere e alla folla dei partecipanti. Entrambi i riti qui riportati hanno origini secolari e a tutt oggi hanno la potenza di colpirci -non solo nell immaginario -con questa loro radice dissepolta di antichità, per questa congiunzione atavica che ancora e per sempre ci rifonda nel segno degli elementi primari della vita naturale che si riafferma, proprio in queste occasioni popolari di festa , come una sfida e un rischio ancora densi di carne e sangue.Sopravveniva dicendo che ora il Vento era fra loro.(L ariaappena rincalzavatra le fogliee il cielo.)Trasalirono,con gli occhi alla ricerca dell evento il cuore fu toccato da un appena Infinito.http://www.larosaturca.altervista.org/pagina_3.htmlPorto Adriano.Fra gli astri.Nero assolutoil più profondo del cielo azzurrointensodegli uccelli notturniil canto.http://larosaturca.altervista.org/pagina_3.html Tutto questo confondere la notte con il giorno, questo alternarsi improbabile del tempo della veglia, del tempo del sonno sfociano con forza naturale all inabissarsi di un qualunque nome proprio o soggetto del vivere quotidiano, per condurre ciò che ancora rimane di noi a una destinazione che si compie soltanto nell avvenuta dissoluzione di tutte le prospettive temporali.Dopo questo avvento, con quali aggettivi ricadrà la nostra parte di vita? E questa luce che chiamiamo giorno? A quali echi sboccerà la notte i suoi oscuri silenzi? Può accadere un giorno di trovarsi ai piedi proprio quello che si stava attendendo per esempio, una giornata di buona salute. Raccogliamo la novità, la prendiamo con noi, ma senza slancio. Troppo tardi, forse? Troppo penosa l attesa? Oppure il tempo prolungato della prova ha causato -non vista -la liquidazione progressiva di ogni riserva di felicità, di entusiasmo, di allegria? La liquidazione di tutte le luci del mondo? Per guadagnare al posto di quelle cose una striscia sottile di terra certa, dove l esperienza del vivere ha rivelato la stessa intensità del suo significare: nel bene, nel male.Si procede a passi sciolti, in questo giorno speciale, tutte le direzioni appaiono possibili. Una luce di rosa e di arancio nel cielo occupato di nuvole, e bianco nella sera, rinviene lo sguardo allo stupore. Accende intatta la curiosità. E un sorriso. E tutto. Semplicemente, come prima non era stato mai. I corpi delle cose nell ombra della notte, a luci spente sulle vie, occupano lo spazio con le loro densità fatte di tempo, di antico. Di sonoro. Spicca ciascuna nell aria tersa con i suoi volumi, restituita -non vista -alla fragranza della materia propria elementare: la pietra, l impasto cotto di terra, il bruno delle mura manufatte che perdurano prive di durezza nella sublimazione che ne fa ora lo specchio notturno d atmosfera.Scrivere non è tutto. E non è niente, senza riuscire a rimanere intatte nel silenzio immoto che precede sempre la parola come ogni vita.http://www.larosaturca.altervista.org/pagina_3.html     Nessuno sulle vie.Nella nebbia quasi nemmeno le vie sono visibili, in questa parte fonda della notte rarefatta e fluttuante nella luce elettrica io l attraverso come poderosi muri di acqua luminosi, da parte a parte, senza nessun dolore.bologna. 31 gennaio 2013Fatta a brani e dispersa stanotte Demetra si vela con il manto il volto, le mani.Bologna. 28 gennaio 2013 III. (Anche noi) come i veri primitivi, continuiamo ancora a dipingere gli uomini su sfondo d oro. Stanno davanti a qualcosa d indistinto. Talvolta all oro, talvolta anche al grigio. Talvolta nella luce, e spesso dietro di loro vi è un buio impenetrabile.IV. E comprensibile. Per riconoscere gli uomini fu necessario isolarli. Ma dopo averne fatto lunga esperienza è giusto porre ogni singola contemplazione di nuovo in rapporto con le altre e accompagnare con sguardo ormai maturo i loro più ampi gesti.Questi pensieri di Rilke, composti durante il suo soggiorno a Monaco nel 1897 e raccolti poi negli Appunti sulla melodia delle cose , si presentano scanditi in altrettante riflessioni numerate in progressione in cui l autore cerca di mettere in luce l intreccio di relazioni che realizzano il compimento dell evento drammaturgico sulla scena moderna.Singolare e particolarmente significativo ai miei occhi, che il poeta prenda l avvio nelle sue riflessioni da una similitudine con l arte pittorica: quella del Trecento in contrasto con quella dei primi maestri del Rinascimento italiano.V. Confronta per una volta un quadro del Trecento su fondo d oro con una delle innumerevoli composizioni successive dei primi maestri italiani, dove le figure si trovano tutte raccolte in una Sacra conversazione dinanzi al paesaggio luminoso del chiaro cielo dell Umbria. Il fondo d oro isola ciascuno di loro, il paesaggio, invece, splende dietro, come un unica anima dalla quale esii traggono il sorriso e l amore.Risulta subito evidente quanto ciascuno dei due fondi corrisponda a una visione del mondo, collimando pure in una precisa concezione dell arte.VIII. (All arte) non è concesso fissarsi sul singolo individuo che è solo la soglia della vita. Deve attraversarlo. Non le è concessa stanchezza. Per trovare compimento deve agire laddove tutti sono Uno . E quando essa fa dono di questa unicità , ovunque si posa una ricchezza senza fine.(continua)Traduzione di Sabrina Mori Carmignani. Passigli Editori, 2006. Si annunzia sempre con il gelo, un freddo intenso da non poterne respirare. E diverso: l aria non rarefà, ma al contrario s addensa, gelando in umidori gravidi di nuova vita soffici celesti chiarori fanno a gara la sera con le pietre del Palazzo dei banchi che si affaccia a occidente. Davanti a san Francesco cadono tramonti di zolfo.Una letizia solitaria e pensosa, come una vena sepolta che affiori in tutta questa novità. Anche un principio di libertà allarmata per l inattesa venuta, una paura a tratti. Dolore certo di non bastare a se stessi. Sempre così, a primavera. Costeggiano antiche vie i loro antichi palazzi mentre si levano d un soffio all apparire di un incedere diverso. L affondo certo di un passo nell aria densa e placa, più ampio il gesto, le vesti e la figura disegnano di quel passaggio alla memoria lasciti fluttuanti sensoriali. Il tempo vuole così -generatore d immagini -per custodire, durare. Anche noi non abbiamo alcun teatro, così come non abbiamo un Dio. Anche ciascuno di noi ha le sue idee particolari e le sue paure e ne mostra agli altri quel tanto che gli è utile. Perché anche noi non siamo più comunità.* La stessa ragione per la quale ci manca di poter cogliere la vita sommessa che incessante attraversa le cose come pure noi stessi: accomunati nello stesso logorio del tempo, lo stesso anonimato, presi e portati a compimento -in ogni modo -nell onda unanime dell esistere.Se non possiamo essere comunità, talvolta però riusciamo a rintracciare fra noi il gusto condiviso del vivere, che si fa luogo e progetto. Fino a un mattino presto di gennaio, imprevedibilmente azzurro e luminoso in cui si può murare, con diritto, una porta di mattoni e cemento. E assediare tutto intorno allo spazio chiuso e vuoto, con dispiego di forze di stato. E minacciare per tutto il giorno di botte.Bartleby, a Bologna.*Ripreso liberamente da I quaderni di Malte Laurids Brigge, di Rainer Maria Rilke.Mandata a casa dall ospedale Maria, perché della sua malattia non potrà guarire detto così, suona come un verdetto d accusa, una condanna. Alle catene che mette il dolore si aggiunge la colpa. E stata respinta, Maria, rimandata indietro. Di nuovo a casa con il suo male ancora intatto. Per lei: niente da fare.Maria ha figlie e un figlio, ha nipoti, un marito. Maria ha una vita da vecchia. Rinchiusa nell ambiente domestico, rimane esclusa da qualsiasi speranza.Dicono che dovrà sforzarsi di camminare, che dovrà fare esercizi regolari di fisioterapia. Soffre molto Maria, fino alle grida, alla morfina. Non smettono, nemmeno adesso, di rimproverarle di essere pigra.bologna. 16 gennaio 2013.Mistero di Dolore  link Giardini d ulivo.Natale 2012.Meridiano.Alla distanza:immersanel suo moto d inerzia,trasparendo nell oralo sguardodi una muliebre natura.Ombre di setalevanodagli anfratti,danze alla lucedal passo fugace.* * *Ancestrale.Di verde,di blu. Di grigioelementare. D argento.Di passato.Biancotonandofra cielo e terraancora può nominare.* * *Portus Sasinae.Davanti a questa rivain gorgogli di risaccalambisce appena marea.Schiarito il mare della sera,più denso nel cielo il blu.Sussegue l eco di risaccanell orecchio:riporta dell approdoanticola favola del nome.Improvvisirintocchi di campanaspargevano in paeseall imbrunire: fiumiinvisibiligettavano di suonoall aria tersa, sul mare.* * *Porto Adriano.Fra gli astri.Neroassolutoil più profondo del cielo azzurro apertocome i palmi degli umiliil canto notturnodegli uccelli. Vana fatica questo rincorrersi d echi, incoraggiarli a resistere, proteggerli insieme. Fra noi una danza che sanguina e sogna. Per metà e più distolti nei nostri passi dalla terra che trema.* Da I ciechi, nei Dialoghi con Leucò' di Cesare Pavese. Era appena giorno, ma buio ancora. Cadeva una pioggia minuta: degli oleandria schiera sulle lucide foglie come lance ricurve pioveva a scintille. Una luminariavaleva il bagnato, ai riflessi di luci nel cortile. Mai successo negli ultimi anni di attraversare la città natalizia così dimessa. Non è nemmeno necessario inventarsi strategie per evitare di ritrovarsi intrappolati nelle isterie del traffico -dei veicoli o dei pedoni, è lo stesso. Tempo di crisi? Sembra improbabile, a giudicare dai prezzi esposti nelle vetrine. Ha aperto negli ultimi mesi un negozio in cui per un chilo di pane si possono spendere fino a otto euro, mentre in quelli che erano i mercati popolari si può trovare una maglia usata firmata in vendita a centinaia di euro. Quelli che il lavoro l hanno perso davvero -essere in cassa integrazione è lo stesso -non dicono di essere in crisi. Quelli non riescono a guadagnarsi da vivere. La crisi allora assume sempre più chiaramente l aspetto mentale di una classe mediana, esprimendo la qualità di un grigiore obbligato, si direbbe quasi una sua ostentazione. Come se a luci spente fosse visibile il vuoto che gli rimane e la mancanza di cura in cui versano le sue vite. Mentre le strade vuote e i negozi pieni di oggetti dai prezzi di lusso, dicono di poveri sempre più poveri e ricchi che lo sono sempre di più.Finalmente quest anno a Natale non saremo privati della bellezza barbarica delle nude facciate di pietra delle due torri più famose in città, rimaste al buio senza le corsie di lucine che riuscivano a far sollevare la testa e perfino a strappare con il cellulare tante piccole fotografie.bologna. Via santo Stefano. Di sicuro non sono gli alberi di Yule quelli che crescono sui marciapiedi delle strade di periferia. Nessun mito li nobilita a simboli propiziatori nei riti di passaggio, per benessere e fertilità. Eppure anche dov è più agghiacciato il cuore del vivere come in un lungo, interminabile inverno là stanno con le loro robustezze, i loro ancoraggi, la stabilità. E la lentezza vegetale, anche il silenzio. E poi le danze inarrestabili.bologna. Viali alberati fra i parcheggi delle fabbriche. Sempre si scrive. Com è possibile, si scrive. Incessante la scrittura si ricrea. Aggettiva spazi su spazi. Non una designazione, un nome proprio che non lo vuole. Ma vie circoscritte di parola, seminati sentieri di una circolazione comune di gesti nello spazio fra le cose.Un giardino di panni bianchi stesi al chiuso della notte. Si teme, nel giorno, il momento in cui verranno raccolti e disfatti quegli spazi di bianco, di silenzi, d amore.Questa notte il fragore delle stelle,come marosi celesti non se ne può respirare.Si veglia nell attesail giorno a venire.* * * Leggere ciò che non è mai stato scritto. Questa lettura è la più antica: quella anteriore a ogni lingua dalle viscere, dalle stelle o dalle danze. Il brano citato fra virgolette è di Walter Benjamin, tratto dal saggio Sulla facoltà mimetica che trovo illuminante -nel modo proprio in cui un testo di filosofia può fare luce sui suoi oggetti, cioè consegnandoci di quelli l enigma. Oggetto del breve scritto è la facoltà propria della creatura umana di scorgere somiglianze, di cogliere corrispondenze naturali tra le cose, stimolando in sé la reazione mimetica. Una reazione che affonda la sua necessità nell ambito vitale più stringente, retaggio di un tempo in cui per sopravvivere imperava l obbligo di condursi in conformità rispetto all ambiente naturale circostante. Ma non solo. Il comportamento imitativo, fin da subito, non avrebbe avuto come proprio campo soltanto quello del microcosmo immediato e tangibile, ma avrebbe investito con la stessa urgenza la dimensione delle somiglianze immateriali, una su tutte la dimensione celeste. Microcosmo e macrocosmo risultavano così saldati tra loro dalla posizione in cui viene a trovarsi la creatura umana. Ma anche la natura come totalità di dimensione che tutto include, della quale non si distinguono parti, ma si manifestano esistenze.Lo stesso comportamento imitativo si ritiene sia intervenuto anche nella formazione del linguaggio -con riguardo non solo alla parola detta, ma anche a quella scritta. Anzi, potrebbe quasi essere la parola scritta di maggiore aiuto nel rintracciare un rapporto di corrispondenza tra la sua forma e l oggetto che vuole significare; tra l una e l altro sussisterebbe un rapporto di somiglianza immateriale che ne fonderebbe le tensioni. La grafologia insegna che è possibile trovare nelle scritture le immagini che inconsciamente vi nasconde chi scrive. Scrivere, allora, sarebbe anche costituire un archivio di somiglianze non-sensibili, di corrispondenze immateriali . La parola, mimetica, diventa una rivelazione di ciò che porta in sè come sostegno: il suo significato. Il significato della parola non come fine del gesto mimetico ma come suo intimo sostegno. E qui si procede con ulteriore, successiva finezza. Il significato altro non sarebbe che il nesso, il portatore in cui si accende la somiglianza . Una scintilla. In un baleno. La somiglianza in un baleno, prima di guizzare via. Tutto quello che ci è dato di cogliere. L essenza del significato in una somiglianza, un rimando di echi brillati in un baleno.  Che la lingua sia poetica fin nella sua stessa genesi?Sembrerebbe che la rapidità dello scrivere (e del leggere) possa accrescere la facoltà di accendere quella scintilla. Ma questo sarebbe un altro capitolo di altrettanto vertiginose considerazioni. Nelle ultime luci della sera, sono le uniche forme di vita all aria fredda nel silenzio del cortile. Una ha il bouquet di bianco, altre invece del rosso tipico e intenso dei ciclamini. Un altra ha il profumo dell azzurro dei boschi.Le piante erano state scelte nel mattino, al mercato dei fiori sulla piazza del sagrato, davanti a san Francesco tutt ora meta di devozione popolare. C è sempre, infatti, chi compra un fiore o una pianta che andrà a deporre, prima di ritornare a casa, davanti all immagine dell Immacolata: la cappella, nel giorno del mercato, si trasforma in un campo di fiori. Scende la notte come una cortina, dietro i volumi di san Bartolomeo: porosa e densa di umido e di viole.Le prime ore del pomeriggio. La luce bianca di fuori. Dalla finestra il cielo grigiochiaro di nuvole, più fredda l aria. Dalla tazza di caffè si esala un aroma di tostato caldo. E poi il profumo di cera d api e di miele. Fra queste cose io, in uno stato di vapore, con la vita dei sensi tutta compresa nell olfatto il primo, quello per sopravvivere. Oppure si potrebbe dire in uno stato di convalescenza. Le letture della notte avevano saputo scuotere questa esistenza fino nei suoi più balbettati enigmi. La sensazione al risveglio di averli tutti compresi non per chiarezza, per averne saputo pronunciare il nome. Nessuna fretta oggi di svelare questa faccia dal sogno.Francesco Gessi (1588-1649) Gesù chiama all apostolato Giacomo e Giovanni . bologna, chiesa di san Giovanni in Monte.Il punto è ogni volta riuscire a capire quando riguarda soltanto me, quello che accade, che agisce come qualcosa al di là dell evento in se stesso, legandosi  piuttosto a ciò che è stato, è già avvenuto da qualche parte rimasta sepolta nella mia vita. Oppure se va in una direzione diversa, mescolando tutto nello stesso momento, nello stesso senso, senza distinguere più, capire più niente. E rivolgendosi a te. Dato alla lettura.bologna. 12 novembre 2012. Dopo un poco che si guarda, succede sempre dopo un poco, di vedere qualcosa. Una fotografia semplicemente registra il fatto. Ieri era una bella giornata d autunno. E anche un inizio, l immagine, credere che sia possibile scriverne.Alberi in un parco. A Bologna. Come per il Tiresia di Leucò, anch io oggi diventavo altro da quello che sono. E non c è niente d insolito in questo, non occorre un dio ad ordinare certe cose.Un mutamento è doloroso e fisico e ricongiunge la vita al suo retaggio di foresta, il mondo intero al più antico di tutti gli dei. Per impedirsi d invecchiare accecandosi. Per rimembrare fisicamente l eterna via a Demetra. Quell avanzo di luce estiva che non trovava la giusta densità per divenire visibile, quel principio di metamorfosi che non riusciva a raggiungere la forma quella riserva che rimaneva non vista, che non smetteva di venire come carica di elettricità: inutilmente per la visione, ma sufficiente per la coscienza di esistere.Luna: splendeva come liberata follia nel blu del cielo della notte d estate, splendeva di sabbia e d oro. Risuoni d eco nel silenzio, erano i nostri, confusi e tuttavia realmente veri. Vivi.L antico popolo dei Messapi viveva qui. Ora è rimasto il sito archeologico, a pochi chilometri da Lecce. Un giorno con la luce di scirocco. Una presenza dentro il vuoto. Un vuoto che chiamiamo tempo.Era un convento di Domenicani, oggi sede dell università. Appena entrati nel chiostro secentesco non ci si aspetta le poderose mura romaniche e, racchiuso fra quelle, il vento del mare imprigionato nelle volte di pietra.Quasi sempre le strade comunali che collegano Lecce agli abitati della provincia sono costeggiate di giardini d ulivo, alcuni di questi sono secolari, si capisce dalle sculture viventi che fanno i tronchi degli alberi crescendo. Si dice che quel contorcersi e scavarsi, in origine, fu per volontà dell albero stesso, quando per eseguire la condanna di Cristo si rifiutò di divenirne la croce. Confidare nel cielo un espressione serissima. Si capisce sotto l azzurro limpido dispiegato e mite. Una fiducia cosmica scaturisce sorgiva per una luce che splende liberata.* * *I morti giovani non invecchiano. La giovinezza interrotta non si ferma di venire, coprendo la morte per il tempo che rimane. Leggo durante il viaggio. Con tutti gli altri sensi mi lascio trasportare nella marea compatta di un grigio elementare, di vite ordinarie. Io non rifuggo da questo, io mi distendo nell onda dell uniformità.Dal finestrino le immagini del viaggio in grigioverde continuo, dagli appennini al mare: stretti nel cielo di pioggia i rilievi più solitari in quello, il mare in burrasca confuso al cielo nella luce dello stesso incolore.All arrivo, sulla banchina del treno colpisce la quantità di persone ferme ad aspettare. Il vento fortissimo turbina nell aria calda, morbida mentre si avvince ai corpi nella sera. Profumando di verde e di selvatico si donano alla mente il silenzio luminoso dei passaggi, la calma degli aperti. Al centro della mia stanza è una scalinata monumentale. E solo un sogno, ma non ci sono angeli che a percorrerla su e giù. Più di una luce stanotte nel gelo sulle vie illuminava gli affreschi degli antichi palazzi, solitarie comete di annunci che nessuno può intendere più. Dentro gli specchi, il racconto necessario di una vita. L eco di una risata, oscena, che avvince. Più di questo, più veritiero e straniante di tutto veniva il disco lunare, dietro la torre assorbita nel buio. Luna brillante che tuttavia non illumina, fa questa notte più densa. Più lontano e profondo questo cielo di vetro, più limpido e nero. E di colpo novembre. Al mercato settimanale molte piazzole sono rimaste deserte, gli ambulanti non sono venuti. Altri banchi invece hanno chiuso in anticipo e i venditori con i loro furgoni sono pronti ad andare via. Incomincia a piovere piano, poi con insistenza sempre maggiore, infine a dirotto. Soltanto gli indiani non si muovono da qua, anche se i vestiti sui banchi si bagnano per le gocce d acqua che trapassano le coperture. Ma chi ha deciso di fare un giro al mercato sfidando il cattivo tempo non può tornarsene a casa a mani vuote, e anche sotto la pioggia e gli ombrelli continua a cercare qualcosa che valga la pena comprare. Ma non è solo questo. Sembriamo felici di trovarci fra sconosciuti sotto la pioggia torrenziale, senza nascondigli.Il parco e la piazza antistante in cui viene allestito il mercato per due giornate consecutive fino a sera, si trovano accanto a una delle vie principali del centro della città: una volta che si sia usciti di casa esiste una buona possibilità di non rientrare fino a sera. Per questo chi viene al mercato mangia cibo d asporto. Lo sanno bene i proprietari dei locali vicini che ne propongono di tutti i tipi: dal più tradizionale all etnico al bio. In circostanze come questa è possibile condividere il tavolino con la famiglia afghana di due bimbette in chador, padre dall età indefinibile e madre in burqa completo.Poco distante dal parco è un quartiere che sorge sul corso interrato di un canale, dove per secoli le donne hanno portato i loro panni a lavare. In particolare una piccola zona del quartiere in prossimità di una chiusa è dedicata alla Madonna della pioggia, per il miracolo che si compì dopo una memorabile processione di supplica, in una primavera del 1500. Ci sono un caffè e una drogheria, due vecchi esercizi, che ne portano il nome. E poi la piccola chiesa cinquecentesca dedicata. Sopra la chiesa è l oratorio della compagnia di san Bartolomeo, dal 1200 dedita all assistenza dei pellegrini in viaggio per Roma e dei preti poveri, poi degli orfani della peste e della carestia del 1500. Mettete più cuore in quelle mani si legge all uscita sulla vetrata del santuario della Madonna della pioggia. Si può leggere il motto soltanto dall interno dell aula, come sempre, in controluce verso il mondo di fuori, ancora un paio di passi nel luogo interiore illuminato di bruno. Guadagnavo la soglia e mi accorgevo di essere stata interdetta.  Semplice la frase. Urgente nel suo tacere un riferimento esplicito al comando divino. Quasi che in questo modo interpellasse ciascuno più da vicino, nel momento presente. Diretta, quasi fusa all ascolto. L umanità precipitata nell espressione massima e più invisibile, nell operare delle sue mani, resa così più imperativa e sacrosanta.La luce chiara.Poi una lunga pausa fatta di bianco impenetrabile, muto. E dopo ancora un sogno vivido e bizzarro, con il mare che fluttua lungo la via san Vitale, blu intenso e profondo, tra il palazzo cinquecentesco degli elefanti turriti e il torresotto del mille, restituiti alla roccia scoscesa e ai capricci del vento.Tempo di vespri. E il tempo di questa stagione, con le ombre che si fanno più fonde più presto, e più solitarie. Oggi è stato un mattino nebbioso. Per strada, quasi senza occhi per guardare intorno, con l impressione di essere invisibile. Poi è diventato un giorno di piogge rade e intense. Sono ancora le prime.Quando venni ad abitare in questa città quello che mi colpì fu soprattutto la sua atmosfera bruna, come impregnata fisicamente del colore della pietra, del riflesso di luce che ne emana. E poi la presenza di torri non solo le principali ma anche quelle che all improvviso s innalzano nei vicoli, che già al primo sguardo ti fanno dimenticare il contesto urbano precipitando nella notte delle foreste. Ero arrivata d inverno, con le nebbie stringenti e il silenzio che cancellano le cose almeno per metà, e della parte che resta indovinavo in quell ambivalente natura corporea quanto di più oscuro e lontano nel tempo giungesse fino a me. Antico non poteva bastare, perché restava una considerazione astratta, una concettualizzazione della mente, mancava di personalità. Il modo in cui la città si offriva invece era fatto di sensi, suggeriva memoria.Quando qualche anno più tardi rilessi i versi di Dino Campana ecco che come per una reviviscenza avrei incontrato le figure che mi mancavano, che avrebbero potuto essere, abitare quest antichità connotandola finalmente di quel carattere presentito. Non importava quanto fossero realmente esistite, o quanto invece fossero le visioni favoleggianti nella mente del poeta: erano fatte della stessa natura dei luoghi. Barbarico era proprio quel rosseggiare imperituro lungo il profilo delle torri, l ombra di tutte le ore, il vuoto brunire sotto l arco dei portici.rosaturca                                      La Notte.[1]Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell Agosto torrido, con il lontano refrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo.Archi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato in magre stagnazioni plumbee. Il barbaglio lontano di un canneto. Dal mezzo dell acqua morta. Da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante: e del tempo fu sospeso il corso.[2]Io levai gli occhi alla torre barbara. Sopra il silenzio fatto intenso essa riviveva il suo mito lontano e selvaggio.Per visioni lontane, per sensazioni oscure e violente un altro mito, anch esso mistico e selvaggio mi ricorreva a tratti alla mente.La campagna intorpidiva allora nella rete dei canali. Fanciulle dalle acconciature agili, dai profili di medaglia sparivano a tratti sui carrettini dietro gli svolti verdi. Un tocco di campana argentino e dolce di lontananza: la Sera.Anni ed anni ed anni fondevano nella dolcezza trionfale del ricordo.[3]A lato in un balenio enorme la torre, otticuspide rossa impenetrabile arida.Una fontana del cinquecento taceva inaridita, la lapide spezzata nel mezzo del commento latino.[4]Davanti alla faccia barbuta di un frate che sporgeva  dal vano di una porta sostavano in un inchino trepidante e servile, strisciavano via mormorando, rialzandosi poco a poco, trascinando uno ad uno le loro ombre lungo i muri rossastri e scalcinati, tutti simili ad ombra. Una donna dal passo dondolante e dal riso incosciente si univa e chiudeva il corteo.[5]Strisciavano le loro ombre lungo i muri rossatri e scalcinati: egli seguiva, autòma.Diresse alla donna una parola che cadde nel silenzio del meriggio: un vecchio si voltò a guardarlo con uno sguardo assurdo lucente e vuoto. E la donna sorrideva sempre di un sorriso molle nell aridità meridiana, ebete e sola nella luce catastrofica. Se chiudo gli occhi è una complessa geografia di volte di pietra che si sovrappongono e intersecano fra loro, che si contendono la luce bruna di un portico senza tempo.Per un poco ho creduto di perdere la voce e l ascolto in una parola in prestito, che però non era la mia. Per un poco ho abitato fuori dall incanto, ma quella non era la mia vita.     Il tempo della stagione nuova ha trovato il suo ritmo, il suo passo. I cieli grigi si accordano ai mattini che vengono di luce lattea, alle sere plumbee, ai temporali e alla pioggia. Anche la musica cambia: i cori e le arie delle opere di Verdi, le sinfonie di Mahler su tutte, la nona. Le direzioni sublimi di Carlo Maria Giulini. Morte a Venezia : il racconto e il film.Il tango, la danza.     Una coppia di giovanissimi ballerini argentini ieri notte ha ballato senza palcoscenico nella milonga dove anch io vado a ballare. I ballerini con le luci accese, sulla pista libera hanno ballato per noi. E tuttavia non è stata un esibizione, una dimostrazione di virtuosismo o di abilità ; hanno ballato come dare allo sguardo quella danza, come essere nella musica a ogni respiro, ogni passo, ogni slancio di ogni passo aveva senso e necessità, era voce di canto e parola. Era anche rischio di morirne. Se ciò che definiamo spirito avesse un apparenza, allora quella verrebbe nella danza. Ieri notte i due giovani ballerini fino alle lacrime mi hanno toccato il cuore.bologna. 13 ottobre 2012 Perché, si domandò, non riesco ad avere sempre lo stesso sentimento, sentire con assoluta certezza che Miss Milan ha ragione e Charles torto, e attaccarmi a questo, confidare nel canarino, nella pietà e nell affetto, senza sentirmi sferzata da ogni parte quando entro in una stanza piena di gente? Mabel aveva giudicato il suo aspetto e il suo mondo del medesimo carattere vacuo, gretto, provinciale. La convinzione l aveva assalita, definitiva, quando salutò Clarissa Dalloway e subito l infelicità che cercava sempre di nascondere, quella sua profonda insoddisfazione -il senso d inferiorità che si trascinava appresso fin da bambina -la investì implacabilmente . Il suo abito nuovo di seta giallina dalla foggia antiquata, che aveva studiato per tante ore con la sartina per il ricevimento della signora Dalloway era il motivo che le procurava tanta straordinaria inadeguatezza, riaccendendo in lei il pensiero della sua codardia, del suo misero sangue annacquato . Aveva tentato di essere se stessa -se non poteva permettersi un vestito alla moda, almeno essere originale, per una volta, lo aveva fatto abbandonandosi a un innegabile orgia di amore di sé -da meritare di essere castigata, ecco perché si era conciata in quel modo. Mi trafigge questo breve racconto (L abito nuovo) di Virginia Woolf. L oggetto dello scandalo qui è un abito inappropriato alla circostanza, per di più un abito nuovo, creato per l occasione. Un abito che dice di chi lo porta, e lo connota, più di quanto non lo facciano i tratti del suo viso, il suo sguardo, la sua voce. Un abito come la materializzazione di quella nostra figura preferita, che portiamo dentro, che dice pure del contesto di gusto in cui abita e prende forma. Provinciale appare essere in tutta la sua ferocia la stigmatizzazione borghese della differenza di classe, della distanza insanabile di ceto, come di retroterra, di ambiente, di gusto. In gioco è una dimensione d identità, di appartenenza. Un pregiudizio espresso da un punto di vista borghese e rivolto a chi non si conformi a una moda, uno stile, una tendenza esteriorizzata condivisa. Mi colpisce che la parola venga pronunciata come una condanna dalla stessa Mabel, che la subisce. Di un dolore fiammante la messinscena creata dall autrice in quel salotto dove si consuma fino alla cenere la consapevolezza e la scelta, infine, della protagonista. In un carosello che possiamo facilmente immaginare di abiti assolutamente incantevoli che celano chi li indossa più di quanto non farebbero le più astute bugie. Perché una festa rende tutto o molto più reale o molto meno reale, pensò; in un lampo vide fino in fondo il cuore di Robert Haydon; vide attraverso ogni cosa. Vide la verità. Ecco la verità. Il piccolo laboratorio di Miss Milan era in realtà terribilmente afoso, ingombro, sordido. Odorava di abiti e di cavolo lesso; e tuttavia quando Miss Milan le aveva messo in mano lo specchio e lei si era ammirata con l abito indosso, finito, una beatitudine straordinaria le aveva inondato il cuore. Soffusa di luce, era balzata all esistenza, libera da preoccupazioni e rughe. Ciò che aveva sognato di se stessa era lì: una donna splendida ( ) E adesso era tutto svanito. L abito, la stanza, l amore, la pietà, lo specchio dalla cornice scrostata e la gabbia del canarino tutto svanito, ed eccola lì, in quell angolo del salotto della signora Dalloway, torturata dall ansia, perfettamente desta alla realtà. Richiudo il libretto, supplemento domenicale del 24 Ore. Prendo un lungo respiro. Nella carrozza di un regionale che viaggia verso Venezia di domenica mattina. I posti a sedere sono tutti occupati. Davanti a me una donna anziana nei suoi vestiti colorati dagli accostamenti improbabili, dalle aderenze impietose. Per non parlare della borsetta che si stringe al petto. Dopo un primo sguardo, guardo ancora, con calma, guardo la donna e immagino le sue stanze, quelle della sua casa, le vie intorno alla casa, altre donne come lei -amiche, parenti, più o meno la stessa età, allo stesso punto nella vita. Posso guardare in tutto questo. Posso spingermi fino a intuire una linea di coerenza in tutta quella fiera d improbabilità che porta addosso, posso lasciarmi guidare dai suoi occhi mentre si guarda nello specchio. Sì, credo che lei si voglia così. Infine, scopro che non mi dispiace.venezia. 7 ottobre 2012.Il giorno nuovo si trae fuori dalla notte:sopra gli aperti di pietra questa notte,di vento veloce e fresco. Sonoroallo stormire di foglie nei giardini,sussurra negli archi enormemente vuoti della teoria di porticiche scrive la città.Stellato,come fiume limpido in cuil universo notturno si rispecchi:così viene il giorno, in attesa,fra due nottiche gli fanno da sponda. In fondo alla piazza dell Orologio, lungo la via stretta che costeggia le mura dell antico palazzo del governo della città si trova una cartoleria. Dal 1810 il negozio è là. Le gestioni dell attività si sono succedute nel tempo, ma da qualche parte esiste ancora il magazzino con gli articoli delle diverse epoche. L uomo che insieme alla moglie gestisce la cartoleria è un professore di matematica in pensione e collezionista appassionato di oggetti antichi. Di sera, dopo cena, si seppellisce nel deposito vecchio di secoli a riesumare -come dice lui -cose d altri tempi che nemmeno ricordava più di avere conservato. Il modo in cui ti racconta di quegli oggetti che a volte  rimette in vendita per qualche appassionato, come ti parla della loro storia, dell uso, dell oscurità del ricordo entro la quale ogni sera lui muove le sue ricerche diventano pure il paesaggio dove si stende il suo sorriso, ed io posso immaginarne la meraviglia notturna e solitaria per ogni nuovo tesoro dissepolto dal suo magazzino come dal fondo stesso di un altra dimenticanza e riportato in negozio, messo di nuovo in circolazione, nella vita.Non saprei dire l età dell uomo. Nonostante la mia frequentazione a periodi alterni della cartoleria, del suo viso non saprei focalizzare i lineamenti, la forma oppure il colore. La sua voce, piuttosto, discreta ma sempre di buonumore, la vivacità dei gesti, i modi gentili dai quali trapela uno spirito giocoso prendono il sopravvento sul corpo dell uomo, sulla sua storia. Ancora prima che facesse giorno, oggi la luce del mattino si tingeva di grigio e mescolava di nuvole, diveniva lucore interno delle cose.Scrive Roberto Galaverni nella sua introduzione alle Nuove letture facoltative di Wislawa Szymborska, edite da Scheiwiller: Leggere, leggere semplicemente e liberamente, dentro alla calma o all inquietudine dei giorni, leggere malgrado tutto, con passione e con attenzione ( ) la lettura come esercizio della mente e dello spirito, come momento fondativo della coscienza di sé e dell altro, come diritto alla gioia e alla libertà, alla scelta e al rifiuto, come possibilità di sentire più profondamente e perfino di assecondare lo scorrere del tempo e delle cose ( ). Nelle letture della Szymborska, a monte e tutt intorno si avvertono lo srotolarsi delle giornate, i pieni e i vuoti, il clima non soltanto interiore che presiedono a questo piccolo rito del leggere necessario come il respiro ( ). Guarda, sembra dire ogni volta la Szymborska, sono qui nella mia vita e sto facendo la mia lettura, e proprio in tal modo, con questa mia vocazione così comune, pongo in atto la mia umanità. Cresce il vento, monta la sua urgenza nelle fughe contro gli ultimi verdi al davanzale, contro le finestre. Chiuse. Corre ancora fino ai battenti delle porte, pare che bussi qui, proprio qui a chiamare.bologna. 26 settembre 2012Quando succede si sa. Prima: è impossibile da capire.Per tutto il giorno il cielo è rimasto sereno, l azzurro più trasparente nell oro della luce. Ancora fino a sera.Appena sveglia, c è stato oggi chi ha detto di ritrovare nell espressione sul mio viso il riflesso degli aperti.Per tutto il giorno dentro la pagina scritta. Del tempo trascorre la sua luce alla finestra: perduta. Con l attenzione distolta da qui, dimenticando di vivere. Le lancette dell orologio a corda contano l ora sempre più lentamente, fino a indicare un tempo improbabile quando nell aria le campane delle chiese rintoccano le sei.E sera. Ho bisogno di una tazza di caffè.Il lavoro è finito. Il Primo canto: chiuso. Insieme alle ultime fotografie. Più tardi, sarebbe durato ancora per un poco fino al cadere dell oscurità. Poi, sarebbero state soltanto le note della Passione nella stanza.bologna. 25 settembre 2012. Vallette di Ostellato (Fe). Settembre 2012.Sopra i lembi di terra fra i canali e il mare con la sua distesa. Quasi nessuno in questi luoghi dopo le ferie estive. Lido di Spina, di notte. L aria liquida, immota e densa, il profumo bagnato della resina dei pini. Appena un debole  presentimento di come mille anni fa doveva essere qui.Respiro, disancorata.21 settembre 2012. In viaggio. Mi trovo con una storia fra le mani. Forse con i buchi di quella che avrebbe potuto essere una storia. L ho letta fra le pagine di un vecchio quaderno, ho riconosciuto fra le righe scritte con un tratto leggero di matita una voce, qualcuno: una donna, un uomo, quell atmosfera che toglie il respiro che hanno gli incontri furtivi, i crepuscoli, la notte. I due parlano, rifanno il racconto delle loro vite. Oppure qualcos altro è in gioco in quelle conversazioni, forse la possibilità stessa di avere ancora una storia, la propria storia in cui poter continuare a esistere.Sono confusa. Di giorno nella mia stanza non so quello che sto aspettando; di sera, esco a comprare qualcosa per cena, a volte incontro qualcuno che conosco, ci fermiamo sui bordi del traffico a conversare. Poi ritornando a casa nell imbrunire sotto le prime foglie ingiallite degli alberi, tra i fanali delle auto alle mie spalle mi muovo piano, faccio alcune fotografie. Penso alla stagione in cui potevano avvenire quegli incontri, immagino dove poteva trovarsi quel loro caffè. A casa, ci penso ancora mentre preparo da mangiare, ci penso prima di andare a letto. Ci dormo sù.Ci penso. Ma poi mi dico che non è un vero e proprio pensare, piuttosto una deriva inquieta in cui tutto si mescola ed io faccio fatica a tenere il conto delle ore che passano, dei giorni. Nel mio vecchio quaderno sono scritte soltanto poche righe, ragguppate fra numerosi spazi bianchi. Sono poche righe, ma colme già di un sapere lampante allora, come levare alla luce quello che ancora rimane sepolto, senza riempire quei vuoti di niente?Fuori. Si è fatto grigio il colore del cielo da bianco latteo che era nel mattino. E fredda l aria, è verde la luce che riverbera dai muri del cortile. L ora degli orologi è già molto avanti rispetto al tempo naturale della stagione. Forse anche questo è un motivo d inquietudine.bologna. 19 settembre 2012.Scritto per oggiEra un mattino limpido e silenzioso. L aria nuova riserva ancora un poco del calore estivo.* * *Profuma l aria Di un avanzo di calore estivo. L azzurro      immoto.* * *Scelgo vestiti e nuovi colori per questo passaggio di stagione.* * *Scivola, non visto Il tempo fra muro E muro. Presto cade la sera.bologna. 18 settembre 2012 Il suo viso, scritto.Verso la vanità e il vento. Marguerite Duras ( ) Scrivere, o è mescolare tutto in un viaggio che ha per destinazione la vanità e il vento, o non è niente; o si mescola tutto in un unità per sua natura indefinibile, o si fa soltanto della pubblicità. Ma molto spesso non ho un opinione, vedo che tutti gli spazi sono aperti, come se non ci fossero più pareti, come se lo scritto non sapesse più dove andare per nascondersi, per strutturarsi, per leggersi, come se la sua fondamentale sconvenienza non venisse più rispettata, e subito dopo non ci penso più. Scriveva così Marguerite Duras nel 1984 nelle prime pagine de L amant , rivelando perché prima di quella data aveva scritto di sé e delle persone della sua famiglia dissimulando i fatti, i sentimenti, gli eventi. In un epoca in cui non era lecito scrivere attaccando direttamente la nudità dei fatti. Questo suo pensiero di allora riecheggia ancora per me, in modi sublimi e con essenzialità stupefacente. A proposito di spazi che sono tutti aperti come se non ci fossero più pareti , vorrei aggiungere che avverto questa stessa sensazione tanto più forte oggi con la moltiplicazione e la facilità di accesso ai mezzi di pubblicazione dello scritto e intendo con questo la dimensione pura e semplice del dare a leggere .Scrivere non per fare chiarezza.  Scrivere come mescolare tutto in una sola essenza inqualificabile è ancora oggi un gesto, una condizione in cui nello sforzo di attingere a una libertà incondizionata si ricrea anche la propria identità, così mescolata alla marea di tutto ciò di cui non sappiamo niente. Che attrae con il suo richiamo là dove cessa il deserto, la società e incomincia lo scritto con la sua luce.bologna. 16 settembre 2012. This gallery contains 7 photos. Lo scritto del mare  Moti di risacca sul catrame. I II III IV V VI VIII IX Riserva naturale Le Cesine , lecce. Estate 2012. Più immagini sono visibili su SIGILLATURE (link) Continue reading      Vengono notti di pioggia. Le strade d inchiostro nero sotto la luce dei lampioni riverberano come specchi, traballano liquide. Io nella notte pedalo sulla mia bicicletta nera. In fondo a questa distanza è una milonga, dove le coppie di una notte ballano allacciate, ondeggiano nella musica ultimo rifugio per il romanticismo nel ventunesimo secolo.bologna. 13 settembre 2012La Passione      Quella di Bach, Secondo san Matteo. La risonanza elementare di ogni sillaba nel canto della voce, senza enfasi, priva di espressione. Un puro canto in musica.      Di recente, nei miei risvegli trovo il suo incedere sorgivo già dentro di me.bologna. 12 settembre 2012 Settembre, di sera. Alla finestra in lontananza le ultime luci del tramonto si sciolgono nell azzurro di seta e d oro. L anziana donna nel cortile raccoglie la biancheria stesa ad asciugare. Richiude con rumore gli stendini, è impedita nei movimenti da una paralisi per metà del corpo. E forte la donna, e dura.Non lontano da qui la faccia delle due torri rivolta a ovest sarà di rosamattone, e nel chiarore dell ora contro il cielo avrà dimenticato le nostre leggi di tridimensionalità: come sul foglio del disegno di un bambino. Lo stesso stupore.Settembre di sera. Nella penombra della stanza la musica di Benedetti Michelangeli che suona un quartetto di Mozart. Settembre eppure non si direbbe, per certe vene di aria nuova che a tratti sembrano aprirsi inattese, nell aria che si respira.bologna. 9 settembre 2012. Intendo quello fatto di succo d uva, semplice fermentato di polpa zuccherina, frutto ultimo delle viti che maturano da terre scarse di piogge, alla luce cocente del sole.Mio padre fa un vino così non un vino da taglio, grossolano e ottuso muscolo di vite, ma un succo dal gusto gentile e moderato, armoniosa miscela di uve diverse in eguali proporzioni. Il vino di mio padre non dà alla testa, rinfresca dall arsura con una punta di selvatico, si unisce in morbidezza ai pasti quotidiani.E ancora conviviale, il vino puro. Ma non è fatto per noi, che non abbiamo capacità di moderare i nostri sogni, di comprenderci in essi, di governare questa ebbrezza come una specie di destino che si divincola di notte, nel buio della stanza e ci colpisce fino all alba, fino al punto in cui rischiamo di perdere la vita nella follia misteriosa del cuore del dio.Al mattino, tutto quello che resta è un vago fondo di malinconia. Dice la madre a leucos che per quest anno, in inverno, nonostante l età amerebbe vestirsi di bianco.bologna. 31 agosto 2012. Stamattina leucos si è risvegliata in città. Estraneo nei suoi occhi si rifletteva il blu profondo del cielo, come pure quest ascesa del giorno senza suono, mentre viene nel suo orecchio.Molto più tardi, di sera ormai, sarebbe uscita per comprare qualcosa da mangiare. Nel vecchio mercato fra quelle donne, gli uomini come spiccavano stranianti i suoi colori, la lentezza del suo passo anche una certa rigidità. Ancora in transito, ancora non completamente qui: fra la città e quegli altri spazi ancora mossi dal Vento.Ancora più tardi, all uscita dalla biblioteca pubblica, avrebbe fermato alcune fotografie.bologna. 28 agosto 2012. Può accadere in un pomeriggio d estate urbana da quaranta gradi all ombra, di ritornare dalla visita al museo di storia della città e ritrovarsi dentro una rabbia e un dolore insopprimibili.Il senso della storia e la vitalità dell antico di una città ricevono sicuramente linfa nuova da un percorso museale, attraverso lo sforzo anche fisico di osservazione e interpretazione dei reperti, sia che si tratti di opere d arte che di oggetti più modesti che abbiano valore di testimonianza della vita quotidiana. Se poi  la visita si svolge all interno delle stanze di antichi palazzi, delle quali ancora sia visibile l eleganza del gusto nelle pareti affrescate, negli stucchi e ancor più nell inventiva dell articolazione degli spazi, se ne ricava una rinnovata sensibilità anche per tutto il resto del tessuto urbano, quello esterno lungo le vie, trasformando in un esperienza gratificante quelli che diversamente sarebbero soltanto indifferenti spostamenti quotidiani da un punto all altro della città.Ma cosa rimane di questa possibilità quando le antiche stanze siano state affollate da quantità di vetro, di plexiglas, di acciaio per sostenere pannelli e vetrine; oscurate per sempre finestre e lanterne allo scopo di consentire proiezioni di video, o cartoni animati, che illustrano quello che, in questo modo, non è più dato di vedere? Quale cattiva coscienza intellettuale si dissimula dietro questo dispiego costoso di multimedialità di luci a neon e schermi LED, questa disseminata virtualità in un luogo che invece consentirebbe per sua propria natura di ricostruire l esperienza reale di un idea di storia, di tempo passato? Niente da dire una malcelata sensazione addosso che non abbiamo più niente da aggiungere, noi, a questa storia.bologna. 2 luglio 2012.Museo della Storia di Bologna (la pagina web).     Ieri mattina due operai hanno transitato per quasi un ora sotto il portico davanti al jazz bar, svuotavano di grossi volumi la libreria d arte Il Leonardo.     Sul giornale locale è la notizia di ieri dell ennesimo uomo suicida: si è buttato giù dal viadotto dell autostrada perché da anni angosciato dai debiti. I commenti si sprecano, le analisi, le accuse. Ma di questi tempi davanti all evidenza di quanto ci sta accadendo, c è soltanto da rimanere con il becco chiuso.bologna. 29 giugno 2012Di mattina presto      I merli hanno già smesso di cantare. Per breve tempo insieme a uccelli diversi hanno intessuto questo spazio di sonoro.      Non mi accorgevo alla finestra che il cielo si è schiarito. Spengo la luce, mi addormento per un po .bologna. 27 giugno 2012      Mi risveglio in un mattino fatto di luce e fresco. Sgombro il mio orecchio di tracce di umanità, viene tutto intessuto di canti, di natura.     L altra notte, pochi versi di poesia come coltelli puntati sul mio petto. Oggi, un giorno diverso.                          * * *                         E nell azzurra chiarità del tempo                         si susseguono                         di rondini                         le grida.bologna. 16 giugno 2012        E parola   E tutto intorno la città di pietra, con i giardini nei cortili richiusi.bologna. 11 maggio 2012 La rosa turca nell oro del mattinobagna la neve algida.Tutto il mondo in silenzioarrossisceal riso di Demetra. rosaturca , testi e immagini (quando non specificato) sono creazioni originali dell autrice.CLICCARE SUI TITOLI PER APRIRE GLI ARTICOLI

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