Riccardo Uccheddu

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Riccardo Uccheddu

Guardando le ruote

Benvenuti. Il sottotitolo di questo Blog fa riferimento ad una canzone di Lennon, Watching the wheels, in cui si difende dalle accuse che gli rivolgevano tanti, quando decise di ignorare soldi, fama e logica. Era accusato dessere pazzo e pigro. Anch'io come Lennon dico: ho lasciato andare tante cose, guardo le ruote che girano sul muro. Lo spirito è quello di divertirsi senza far troppo baccano e di ridere con un po' di malinconia.

I commenti sono ovviamente graditi. Per leggerli cliccate sul titolo dell'articolo(post) di vostro interesse. Per scrivere(postare,pubblicare) un commento relativo all'articolo cliccate sulla voce commenti in calce al medesimo. Per un messaggio generico o un saluto al volo firmate il libro degli ospiti (guest book) dove sarete benvenuti. Buona lettura



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Creative Commons venerdì 15 ottobre 2021 Sull'attacco neofascista alla sede della CGIL

Sabato 9 ottobre, un'orda facentecapo al movimento neofascista Forza Nuova,ha attaccato e devastato la sede nazionale della CGIL di Roma.Ingenti i danni, vari i feriti tra le forze dell'ordine. Non sivedeva una situazione del genere dai tempi in cui le squadracce cheportarono al potere Mussolini (sia pure con l'acquiescenza se non conla complicità della monarchia) spadroneggiavano in lungo ed in largoper l'Italia.

Veniamo ora alrecente fattaccio di Roma. Si è trattato di decine e decine dipersone che inquadrate e guidate dai loro rappresentanti (Fiore eCastellino), hanno assaltato la sede del più importante sindacatodei lavoratori italiani. Nel far questo, inoltre, si sono accanitevigliaccamente contro i pochi poliziotti che presidiavano la sede.Quell'azione era del resto già stata pubblicamente auspicata, se nonorganizzata, dai capi dell'orda.

Inoltre, pareche se ne parlasse già nei social. Ancora: allazione hannopartecipato anche elementi in passato coinvolti nel terrorismoneofascista dei NAR.1

Risultanogravi ed evidenti le responsabilità di chi avrebbe dovuto impedirequesto squallido revival dello squadrismo. Appunto quelleresponsabilità sono state di prefetto, capo della polizia, ministrodegli interni? Non lo so, ma certo la cosa andrà chiarita. Ed anchemolto in fretta.

Tuttavia, ilfatto che vi sia stato chi non ha vigilato abbastanza, non assolveassolutamente chi ha attaccato, picchiato, devastato.

Néci si può limitare a dire, come ha fatto l'on. Meloni che: E'sicuramente violenza e squadrismo poi io la matrice nonla conosco. Nel senso che non soquale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista,non sarà fascista non è questo il punto. Il punto è che èviolenza, è squadrismo e questa roba va combattuta sempre.2

Invecela matrice si conosce e quelli che hanno scatenato la violenza hannosempre esibito la loro fedeltà al fascismo senzaalcuna ambiguità.

In una sortadel resto di citazione della marcia su Roma: Durante i servizipreventivi alla manifestazione sottolinea la questura sonostati intercettati ed identificati 600 manifestanti provenienti daReggio Emilia, Padova, Mantova, Brescia, Verona, Torino, Milano,Bergamo, Pesaro Ancona, Firenze, Trieste, Bolzano, Modena, Treviso,Rovereto ed Arezzo.3

E'stato inoltre: Devastato il pronto soccorso dell'UmbertoI da un gruppo di manifestanti coinvolti nelle violenze (). Aquanto apprende l'agenzia Adnkronos, nel reparto era stato ricoveratoun manifestante ferito, già in stato di fermo, quando si sonopresentate una ventina di persone che hanno creato il panico nelpronto soccorso dell'ospedale romano, devastandolo ().Ci sono quattro feriti, due tra le forze dell'ordine e due operatorisanitari.4

Lacondanna delle violenze è stata unanime ed è stato anche chiestolo scioglimento di Forza Nuovaa cui, tutto sommato, i partiti di centro-destra pare che nonvogliano opporsi.

Ma questiultimi hanno dichiarato che non aderiranno alla manifestazionenazionale antifascista indetta da CGIL, CISL, UIL per sabato 16ottobre. Motivazione? Non dovrebbe tenersi durante il silenzioelettorale.

Assurdo.La manifestazione, infatti, non sarà partitica ma controil fascismo, non contro ilcentro-destra. Però questo schieramento afferma che sarebbestrumentalizzata dalla sinistra. Io penso invece che proprio nonpartecipare appunto alla manifestazione possa far sospettare unavicinanza dell'attualecentro-destra a certi movimenti.

Infine,anche a costo di passare per cerchiobottista, vorrei ricordare unaltro fatto. Il 10 maggio 1996, nel suo primo discorso da presidentedella Camera, Luciano Violante (pur con alcuni distinguo)dichiarò che bisognava: Sforzarsi di capire i motividi coloro i quali si schierarono dalla parte del regime nazifascistadi Salò.5

Ecco,secondo me anche questescriteriate aperture, quasi delle (involontarie?) legittimazioni,hanno reso la nostra democrazia parecchio indifesa di fronte alrisorgere del neofascismo.

Attenzione,dunque... perché come scriveva Brecht riferendosi ad Hitler (ed iodirei che questo potrebbe riferirsi anche al nuovo nazifascismo): Ilgrembo da cui nacque è ancor fecondo.6

Note


1 Si tratta di: A.L., di anni 65, ex-appartenente ai NAR.

A. L. è Luigi Aronica. Circa i NAR ricordiamo che: I suoi membri sonostati giudicati tra i responsabili della Strage di Bologna,l'attentato commesso il 2 agosto del 1980 alla stazione ferroviariadella città che provocò la morte di 85 persone e il ferimento dioltre 200.

SuAronica e sui NAR cfr. Dalle condanne con i Nar alle azioni conForza nuova: chi è Luigi Aronica, arrestato per gli scontri a Roma,in www.open.online 10 ottobre2021

Cfr.:Attacco alla CGIL, Landini: Abbiamo sconfitto il fascismo. Nonci fanno paura, in www.rainews.it 10 ottobre 2021.

2cfr. www.ilsole24ore.com 10 ottobre 2021. Il corsivo è mio.

3Attacco alla CGIL, Landini: 'Abbiamo sconfitto il fascismo', inwww.rainews.it articolo e sito citati.

4 Ibid. Icorsivi sono miei.

5Violante: riflettere su Resistenza e sui vinti di ieri. Capire leragioni senza revisionismi falsificanti, in www.1adnkronos.com

6Il grembo da cui nacque è ancor fecondo, inwww.luduslitterarius.it L'art. da cui è sta tratta la citazione brechtiana risale al 2013.Da allora, la galassia neo-nazifascista non si è di certo ristretta.

Nessun commento: venerdì 27 agosto 2021 Nuvole e vento, di Antonella Pingiori

Si tratta di 13 racconti che hannotutti in comune 2 elementi: la brevità (ilpiù lungo è di sole 10 pp.); lo stile,sempre molto elegante e scorrevole, ma con ogni parola al suoposto... in quella che sembra facilenaturalezza.

Questa2/A considerazione mi porta a ripetere una cosa certo nota, manondimeno sacrosanta: scrivere bene deibei racconti è molto più difficile che scrivere un bel romanzo.

Perchédico questo? Semplice. Il racconto, soprattutto quello breve,necessita di un tocco apparentemente leggeroe comunque, particolare.

Ilromanzo no, o magari, meno: è una sorta di bestione nel qualepossiamo inserire digressioni, salti spazio-temporali, dialoghi,riflessioni, descrizioni etc etc. E' un bizzarro congegno per farfunzionare il quale si può anche ricorrere al colpo di scena o alDeus ex machina: peres., ecco che l'amico che credevamo morto in realtà è vivo, e stabussando alla nostra porta; 10 anni o 238 pagine dopo.

Mapassiamo finalmente a Nuvole e vento,titolo che indica il nostro tentativo di dare un ordine al mondo,in pratica un senso. Ma spesso, tutto questo si rivela vano ofrustrante.

Tuttavia,inAntonella c'è sempre questa tensione versola ricerca appunto di senso e così, il tentativo di combattere ilcaos ed il dolore.

Prendiamoper es. il racconto La lettera anonima.Spesso si parla (ma senza conoscere quel mondo dall'interno) dellapretesa fannullaggine che sarebbe tipica del mondo dellascuola. Fannullaggine che potrà certo riguardare qualcuno: ma comepotrà riguardare qualsiasi altrapersona appartenente a qualsia altro campo lavorativo.

Bene, ilprotagonista del racconto è un professore che col suo mix dimenefreghismo, prepotenza ed incompetenza, si resa odioso agli occhidi genitori, degli alunni e colleghi.

Disgustata datutto questo, una collega chiede a sé stessa: Dobbiamo sempresopportare i prepotenti e farci mettere i piedi in testa? Eh, no! Atutto c'è un limite.

Decide quindidi scrivere una lettera anonima.

Ora, l'azioneera già abbastanza spregevole, ma la donna supera perfino questolivello di spregevolezza... aggiunge, infatti, alla missiva deiparticolari non solo scandalosi, ma anche falsi.

A questopunto, stop.

Posso peròaggiungere almeno questo: qui l'Autrice ci invita a riflettere sulleconseguenze delle nostre azioni, che a volte nascono da un civismopiù malinteso che altro.

Comunque, nellibro troviamo anche molto umorismo: non quello però di granagrossa, volgare ed in definitiva insopportabile come quello che ciammannisce troppo cinema e tanta tv. No, si tratta di osservazionifatte apparentemente en passant, ma che lasciano il segno.

Quipenso soprattutto a Brunetta.Costei, non aveva parlato fino al 5 anno di età. Oltretutto, lapiccola rifiutava con grande ostinazione il tipico cibo destinato aisuoi coetanei: Così era passata dal latte al miglio, che labambina sottraeva al canarino di casa.

Ma arrivaappunto il giorno del suo 5 compleanno.

Lamamma aveva preparato una torta a base di fiori di zucca el'aveva poi decorata con fettine di cetriolo e foglie dibasilico.

E poi, ilmiracolo: la bambina, che fino a quel momento non aveva ancoraspiccicato una sola parola, esclama: Io voglio vivere perraggiungere la perfezione!

Seguequindi una cascata di frasi, sapientemente pronunciate ed articolate.Esultanza dei parenti: Mentre Brunetta tenendo la manina alzata,con gesto benedicente,si volgeva verso tutti e ringraziava con un piccolo ed elegante gestodel capo.

Non sembra divedere un mix del papa, di Berlusconi e di Sophia Loren? Quando holetto quel passo mi trovavo sul bus e per poco non scoppiavo a riderecon esiti a dir poco imbarazzanti!

Glianni passano, Brunetta diventa docente di tedesco: è la tipicacollega che-sa-tutto e che è- sempre-aggiornata.Per difendere (a suomodo) i diritti delle donne,entrerà anche in politica...

Altrobel racconto, pieno di sottile umorismo e di tenerezza, è Mariala bella e l'omino matto. Maria,docente di filosofia, è bella, intelligente, dinamica, maimpegnativa.

E: Qualcunole aveva detto era una donna troppo impegnativa e che, davanti alledonne impegnative, gli uomini han paura e scappano.

Lei,infatti, rimaneva puntualmente sola. Ci credereste che addirittura unuomo: Fascinoso ed intraprendente, al primo appuntamento avevaritenuto opportuno accompagnarla a visitare una mostrabovina, dato che le mucche eranola sua vera passione?

Eppure, questoracconto, punteggiato com'è di osservazioni anche taglienti sulrapporto uomo-donne, vola verso qualcosa di inaspettato.

Antonellanon manca poi di ironizzare si chi crede di essere credente, main realtà, assume verso il prossimo e verso le stesse donne unatteggiamento ipocrita e contraddittorio. E' il caso de Uominidi Dio? Libera me, Domine.

In effetti, laprotagonista spera che il Signore la liberi da chi utilizza comealtrettanti armi: I paroloni, le citazioni in latino, i concettidi alta teologia.

Mace n'è, come in Parole di cera,anche per alcuni baroni della facoltà, come per es. un docentedi filosofia teoretica che dopo aver parlato quasi senza costruttoper 40 minuti, vien liquidato con una sola domanda da Serena...l'antica fiamma del protagonista.

Nelprossimo post finirò di analizzare Nuvoel e vento, ma per non togliervi il gusto della sorpresa e della scoperta, nonesaminerò in dettaglio i restanti racconti.

A presto!

9 commenti: mercoledì 4 agosto 2021 Storia di una bomba, di Cinzia Venturoli*

Sono passati 41 anni dalla stragealla stazione di Bologna, che vide il barbaro assassinio di 85persone ed il ferimento (in alcuni casi gravissimo) di altre 200. Perquanto possibile, da quando ho aperto questo blog, ho cercato diricordare quella tragedia ogni volta che ho potuto. E continuerò afarlo sempre. Continuerò e non con un senso di stanchezza o in modorituale, scontato etc. etc., come pure da noi si sarebbetentati di fare.

Invece continuerò con convinzionee con la giusta indignazione,perché considero mio preciso doveresul piano storico e morale, ricordare quegli innocenti. Esiste,infatti, un legame tra i vivi ed i morti che il filosofo Benjamindefiniva così: Un'intesa segreta fra le generazioni passate e lanostra.1

Io penso chefaccia parte di questa intesa: ricordare quei morti; esecrare chi sisporcò le mani del loro sangue; esecrare anche chi per tanti anniaiutò gli assassini a sfuggire alla giustizia.

Intutto questo c'è ancora posto per esprimere il mio profondosconcerto verso chi (pur applicando beninteso la legge) ha scarceratopersonaggi come Mambro e Fioravanti... personaggi che pure inprecedenza erano già stati condannati ad otto(Fioravanti) ed a nove ergastoli(Mambro). Per il 1 la pena è estinta dal 2009; per la 2/a loè dal 2013. 2

Ora, io non sono un giurista: sono un cittadino comune che comunquerispetta sentenze e decisioni dei giudici, ma mi amareggia che acostoro sia stato permesso di tornare in libertà dopo avertotalizzato ben 17 ergastolicomplessivi.

Poi,durante il processo chi andava a testimoniare vedeva: Sta genteche sghignazzava dietro le sbarre, sembrava che se ne fregassero.E: Ridevano, prendevano in giro noi, gli avvocati. Il bambinodi un testimone chiese al padre: Papà, perché quei due là sibaciano? E mi indica Mambro eFioravanti.3

Fioravanti,che oggi si definisce ex-criminale, si considera innocente perBologna, ma riconosce (bontà sua) di avere sulla coscienza trentatrévittime di precedenti omicidi.Del resto, già il 9 gennaio del 1979 non si fece scrupolo disparare: Contro alcune donne che stavano conducendo unatrasmissione, e neanche di: Lanciare delle bombe a mano nellasezione del PCI dell'Esquilino.4

Inogni caso, il curriculum noncerto vitae bensìmortis dei due ètragicamente ricco.5

Tuttora, sialoro sia altri che sono stati accusati e condannati per averpartecipato alla strage negano qualsiasi responsabilità. Una dellemotivazioni a favore della loro innocenza dovrebbe consisterenel fatto (tra l'altro estremamente cinico) che tanto avevano giàucciso molte altre persone, quindi perché non avrebbero dovutoammettere anche questa carneficina?

Ma lamotivazione, inconsistente sul piano logico, odiosa sul pianomorale e priva di validità su quello giudiziario, è stataagevolmente smontata (se non ridicolizzata) dai giudici.6

Naturalmente,ci si chiede come sia possibile che i mandantidiunabominio del genere non siano mai stati individuati. Ancora, ci sichiede qualisianostati quei mandanti.

Pensoche sia evidente che questi quesiti rimandino al quadro dellastrategiadella tensione.Questa definizione che fu: Coniata sei giorni prima della bomba dipiazza Fontana dal giornalista Leslie Finer dell'Observer,7indicava una situazione che ai più giovani potrebbe far pensare aduno scenario da film d'azione o di spionaggio. Purtroppo in Italia,nel periodo compreso tra il 1969 ed i primi anni '90, i morti ed iferiti sono stati un fatto tragicamente reale.8

Sitrattava di una: Strategia eversiva basata principalmente su unaserie preordinata e ben congegnata di attiterroristici,volti a creare in Italia uno stato di tensioneeuna paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare oaddirittura auspicaresvoltedi tipo autoritario.

Quantoalla bomba di piazza Fontana essa: Costituì la risposta da partedelle forze più reazionarie della società italiana, di gruppineofascisti,ma probabilmente anche di settorideviati degliapparati di sicurezza dello Stato,non privi di complicità elegamiinternazionali,alla forte ondata di lottesociali del 1968-69 e all'avanzata anche elettorale del Partito comunistaitaliano.9

Ora,dobbiamo agli italiani del tempo nonché ai loro partiti e sindacatidi riferimento, non essere cascati nella trappola di invocare misureautoritarie (tribunali speciali, pena di morte, massiccio ricorsoalla tortura, sospensione se non soppressionediparlamento e Costituzione), né nell'aver ceduto alla tentazione di abbandonarsia rivolte cieche o a vendette sommarie. Tutto questo non avvenne néprima né dopo il 1980, quando pure responsabilità e complicità dialcuni in lunghi anni di stragi e depistaggi pure risultaronoevidenti.

Delresto, bisogna combattere una certa mentalità fatalistasecondola quale né della strage di Bologna né di tutte le altre, si sapràmai niente.10 In realtà, che si scopra o meno qualcosa non dipendedal Fato,dal destino: dipende da uomini e donne in carne ed ossa, non daentità astratte, metafisiche. Nell'Iliadeperfino Elena ha il coraggio (sia pure per poco) di ribellarsi allasorte decisa per lei dalla deaAfrodite.11

Manon i personaggi del mito,della letteratura o della mitologia bensì investigatori e giudiciumanihanno accertato e stabilito la realtà dei fatti: non romanzesca néletteraria. Essa ha visto la condanna dei NAR Mambro eFioravanti. Inoltre: Ufficiali del SISMI Pietro Musumeci eGiuseppe Belmonte e il faccendiere Francesco Pazienza furonocondannati per calunnia aggravata, ovvero per aver messo in attoazioni didepistaggio.12

Ancora:il 9 gennaio 2020 un altro membro dei NAR cioè Gilberto Cavallini èstato condannato: In primo grado per concorso in strage e nelcorso del processo sono stati messi in luce i legami fra uomini deiservizisegreti ei gruppi del terrorismoneofascista;mentre scriviamo non sono ancora state rese pubbliche le motivazionidelle sentenze e si dovranno attendere i successivi gradi di giudizioper avere una sentenza definitiva, ma possiamo dire che il processonon ha mostrato per ora discrepanze con le precedenti sentenzedefinitive che riguardano la strage.13

Purtroppo,da una recente inchiesta, è risultato che della strage sanno pocogli stessi studenti bolognesi.14 Nè sono i soli. E parlare aigiovani di questi fatti ingenera in loro reazioni di noia, se nonaddirittura di fastidio. Che questa non sia una vittoria delterrorismo neofascista?

Delresto, quanti di noi informano i giovani di certi drammi? Se neigiovanissimi l'ignoranza è inparte scusabile,in noi adulti (insegnanti, educatori, genitori etc. etc.) tolleraree/o incoraggiare quell'ignoranza è totalmente colpevole. Ben venganoquindi testi come quello della Venturoli che per fortuna, insieme aquelli scritti anche da altri Autori, dicono come siano andate lecose. Forte è in me, infatti, il timore espresso da Benjamin: Anchei morti nonsaranno al sicuro, se egli vince.15

Ilfilosofo si riferiva all'Anticristo, da lui forse inteso piùche in senso religioso, come sinonimo di male, colpevole oblio,barbarie economico-sociale etc. etc. Del resto, nel momento in cuipermettiamo che si perdano la memoria ed il ricordo di chi fuassassinato, peraltro senza nessunacolpa, ci rendiamo complici di quella che io considero un'autenticaprofanazionedelcuore e dell'anima di quegli innocenti.

D'altronde,in Paesi come per es. la Germania, si sta assistendo da tempo ad unavergognosa opera di cancellazione di prove e ricordo deicrimini nazisti, nonchè dell'opposizione ad essi.16

Stiamoquindi ben attenti a che anche da noi non si arrivi a qualcosa disimile: la cosa avrebbe poi una sua logica... Del resto, all'epocadella strategia della tensione (ricordiamo certo che è esistitoanche un terrorismo rosso17, benchè non ricorresse a metodistragisti) Bologna era considerata il centro della sinistra italiana.Colpire quindi quella città aveva un senso politico esimbolico ben preciso, così come secondo me lo ha ora il silenzioche ammanta quella ed altre stragi. Quante altre volte, infatti, siparla di esse al di fuori dei giorni in cui ricorre il loroanniversario?

Attenzionedunque a non dimenticare, se non vogliamo renderci complici di certabarbarie. Lo dobbiamo ai nostri morti, lo dovremo sempre a tuttiquegli innocenti.


Note

*

Inizialmentequesto post doveva essere una recensione al testo della Venturoli, mapoi data la complessità e l'intreccio di temi che la strage diBologna comportava, appunto il post è diventato un piccolo saggiosul terrorismo neofascista.

Sonoperò rimasti i frequenti riferimenti al libro della studiosabolognese e del resto, l'impianto di questo scritto deve parecchio alsuo lavoro.

Inoltre,ho cercato di seguire il più possibile il metodo della Venturoli,fatto di scrupoloso lavoro storico-documentario ed animato da grandepassione civile.

1Walter Benjamin, Tesidi filosofia della storia,in W. Benjamin, Angelusnovus,a cura di Renato Solmi, Giulio Einaudi editore, Torino 1995, tesi 2,p.76.

2Cinzia Venturoli, Storiadi una bomba. Bologna, 2 agosto 1980: la strage, i processi, lamemoria,Castelvecchi, Roma 2020, p.134.

3C. Venturoli, Storiadi una bomba,op. cit., cfr. rispettivamente le pp.117 e 118. Il corsivo è mio.

Idue assunsero atteggiamenti gravemente derisori e provocatori ancheverso il giudice Mancuso e verso la Corte, così come del restofecero anche: Durante il dibattimento per l'omicidio del giudiceAmato. C. Venturoli, op. cit., p.118.

4Ibid., p.133. Cfr. nella stessa pagina il profilopsicologico-criminale della persona citata come formulato daigiudici. Però costui, nell'ambito della formazione neofascista deiNAR (nuclei armati rivoluzionari) si trovava in buona compagnia: peres. della stessa Mambro e di altri.

5Curriculacriminali di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti,in www.stragi.it

6Per tutto questo cfr. C. Venturoli, op. cit., pp.130-131.

7Cfr. Antonella Beccaria, PiazzaFontana. I colpevoli,PaperFirst, Roma 2019, p.36.

Siricorda qui ai più giovani che il 12 dicembre 1969 a Milano, preso ilocali della banca nazionale dell'agricoltura sita appunto in piazzaFontana, una bomba fatta esplodere da elementi neofascisti causò lamorte di 18 persone ed il ferimento di altre 88.

Oltreal testo citato cfr. almeno il sito www.piazzafontana.itspec. gli articoli di Fortunato Zinni PiazzaFontana, non è solo una piazza di Milano;Laverità storica non basta;Finalmenteun giudice a... Milano. E piazza Fontana?

8La Beccaria osserva poi che che in occasione della strage (23dicembre 1984) del Rapido 904, accanto alla costante presenzaneofascista, si è rilevata anche la presenza della mafia.Comunque, nella strage citata, i morti furono 16 ed i feriti 267.

9Per tutto questo cfr. www.treccani.itStrategiadella tensione.Dizionariodi storia (2011).I corsivi sono miei.

Zinni,nell'art. Finalmenteun giudice parladi esecutori appartenenti alla galassia neofascista che agironocon la: Complicitàdimilitari italiani e americani e dei servizi segreti (la Cassazione ribadisceanche questo). Zinni ricorda poi come nei processi per stragioriginate dalla strategia della tensione abbia sempre pesato: Lasistematica attività di depistaggio (nel caso di Brescia,l'interferenza del Sid nel sottrarre documenti scottanti è statafatale).

Il28 maggio 1974 a piazza della Loggia a Brescia, alle 10.12 delmattino durante un comizio antifascista, una bomba causò la morte diotto persone ed il ferimento di altre 100. L'attentato fu rivendicatodalle formazioni neofasciste Ordine Nero e Anno Zero-OrdineNuovo; cfr. www.vittimeterrorismo.it Cfr. anche www.strageabrescia.it

Ottimasintesi della situazione e della positiva conclusione in sedeprocessuale in www.ilfattoquotidiano.itSupiazza della Loggia ora sappiamo la verità,art. di Gianni Barbacetto, 28 maggio 2019.

Infine,la sigla SID stava per Servizio Informazioni Difesa; cfr.www.sicurezzanazionale.gov.itLanostra storia:spec. il paragrafo Ilsistema nazionale di sicurezza e intelligence nel secondo dopoguerra:1948-2007.Come il SISMI anche il SID rimase in attività fino al 2007.

10Al riguardo, illuminante la lettura della Prefazione dello scrittoreCarlo Lucarelli a C. Venturoli, op. cit., pp.6-9. Notevole anchequanto scrive l'ex-giudice Turone: cfr. Prefazione a A. Beccaria,op. cit., pp.9-12.

11Omero, Iliade,a cura di Franco Ferrari, testo greco a fronte, nuova traduzione,Mondadori, Milano 2018, Canto III, vv.395-412.

12C. Venturoli, op. cit., cfr. rispettivamente le pp. 128 e 129.Citazione tratta dalla sentenza della suprema Corte di cassazione asezioni penali unite, 23 novembre 1995.

13C. Venturoli, op. cit., p.150.

14Ibid., pp.179-180.

15W. Benjamin, Tesi di filosofia della storia, op. cit., 6/a,p.78. Corsivo dell'A.

16Monika Zorn, Uccisi due volte. Nella Germania unificata è in attola soluzione finale della resistenza antifascista, ZambonEditore, Francoforte sul Meno-Verona, 2009.

17Giovanni Fasanella Alberto Franceschini, Che cosa sono le B.R. Leradici, la nascita la storia, il presente, Bur, Milano 2004.


4 commenti: venerdì 2 luglio 2021 Domande e dubbi di un uomo misterioso


Sono seduto in questa stanza.Oggi, non domani.

Domani non è ancora arrivato: aquanto pare, non ha molta fretta. In effetti, non è che debbacorrere a prendere il treno, dico bene?

Il domani... sto parlando deldomani.

Perché il domani (esattamentecome l'ieri e l'oggi)appartiene al tempo. E che cos'è, il tempo?

Bella domanda!Per rispondere ad una domanda come questa, ci vorrebbe un filosofo.

Mache cos'è, un filosofo?

Unfilosofo è uno che pensa.Ma allora siamo tutti filosofi,perché qual è lo scimunito che non pensa?

Però nonesageriamo... per esempio, le galline, i gatti, le pietre, le sedie ele melanzane (sebbene siano molto buone) non pensano. Sì, ma perché?

Vabbe',lasciamo perdere... tutte queste domande mi fanno venire un gran maldi testa; non starò mica diventando una melanzana?

Dovo sono imiei amici? Penso che stiano organizzando un torneo di calcio, oppureuna bella partita a dadi. O forse sono andati a vedere le mummie almuseo di arte egizia. Che tipi, gli Egizi! E che costruttori, chearchitetti!

Ricordo che mipiaceva molto studiare la storia: soprattutto quella antica; più eraantica e più mi piaceva.

Adesso peròsono seduto in questa stanza, nella stanza di una casa che nonconosco. La casa è al buio, ma io non ho mai avuto paura delbuio.... forse perché mi è sempre piaciuto tanto dormire. Sì,penso che sia per quel motivo.

Ho studiatomolto: latino, greco, francese, filosofia, chimica, psicologia...Peccato però che ai miei tempi non esistesse una scuola di rock!

Non ho più uncorpo. Cioè... il mio corpo è come un'ombra. Un'ombra, però,invisibile. O meglio: io la vedo, la mia ombra; è invisibile per glialtri.

Vorreinuotare. Nuotare mi piaceva molto.

Vorrei avereancora un corpo e magari anche le ali. Il becco, invece, non lovorrei. Le piume, neanche: sporcherebbero i tappeti.

Sonopieno di dubbi e di domande, ma soprattutto, ho un corpo vuoto; permeglio dire, non ho uncorpo.

Noi fantasmisiamo fatti così.




8 commenti: martedì 27 aprile 2021 Sei giovani sardi ed una giovane toscana durante la Resistenza

Sul numero del 25 aprile 2021 delquotidiano L'Unione Sarda holetto un bell' articolo a firma di Francesca Melis intitolato: Daicampi alle armi: gli eroi partigiani.

L'articoloricorda la lotta di sei ragazzi: Angelo e Paolo Mascia, Luigi Sulis,Fernando Lecca, Eligio Mainas e Giuseppe Cara. Tutti loro nacqueronel 1923 a Quartucciu, una cittadina che si trova a circa 8 km inlinea d'aria da Cagliari. Oggi, essi non ci sono più, ma è rimastoil ricordo del loro coraggio.

Subitodopo l'8 settembre del '43 questi ragazzi: Si ribellarono allaRepubblica di Salò e dopo un breve periodo di 'sbandamento' deciserodi andare nelle montagne Toscane, a Loro Ciuffenna in provincia diArezzo, per unirsi alle formazioni partigiane che si stavanocostituendo per liberare il Paese dai fascisti.1

Giàquesta prima informazione ci fa capire qualcosa di estremamenteimportante: i sei (come del resto rimarca l'articolo) erano deicontadini o comunque, persone avvezze al lavoro dei campi e di ciòche poteva trovarsi oltremare, dovevano sapere ben poco. Del resto,secondo il censimento effettuato nel 1936, in quegli anni Quartucciucontava poco meno di 4ooo abitanti e dai racconti di mia nonna (ancheessa originaria della cittadina in questione) almeno l'80% dellepersone conduceva una vita di duro lavoro e spesso, anche di stenti.E quasi nessuno poteva frequentare la scuola.

Dunqueche cosa poteva aver spinto questi piccioccus (ragazzi)a lasciare la divisa ed a rischiare la vita per combattere contro inazifascisti? Di sicuro non possedevano una preparazionepolitico-giuridica e storico-filosofica che avesse fatto capire lorol'intrinseca barbariee crudeltà dei regimi di Hitler e Mussolini.

Eppure,nell'animo di questi giovani lavoratori delle campagne, era forte ilsenso della giustizia e l'amore per l'umanità, nonché laconsapevolezza che non si può obbedire ad ordini che ci trasforminoin un'orda di schiavi e/o di assassini. Si trattava di qualcosa diinnato e la storia della nostra Resistenza è piena di persone diumili origini e di scarsa cultura, che però avevano ben chiaro qualefosse il loro dovere.

Tristedirlo, ma certe volte questa chiarezza, questa consapevolezza moralee civile non si trovava neanche in filosofi di primo piano: qui milimito a citare il nome di Giovanni Gentile,che rimase fino alla fine al servizio del regime di Salò, quindi deinazifascisti.

Lostesso Benedetto Croce,come ho illustrato su questo blog (cfr. Oltre la parentesi,25 aprile 2013) ebbe di fronte al fascismo atteggiamenti ed elaboròragionamenti non sempre limpidi.2 Ricordiamo poi la quasi divertitadifesa del Croce delle piogge di pugni.3

Népossiamo dimenticare come di fronte prima al sorgere poi alconsolidarsi del fascismo, che arriverà come sua naturaleconseguenza all'alleanza con la Germania nazista, tanti perseroqualsiasi parvenza di coraggio e di dignità, tanto da piegarsisenz'altro al regime mussoliniano. Il tutto è stato ben documentatoda Emilio Lussu.4

Comeafferma Fabio Sulis, il figlio di uno dei sei quartucciai,suo padre (il che vale probabilmente anche per gli altri cinque) difronte agli avvenimenti di quegli anni mantenne sempre un forte ecommosso riserbo.5 E questo contrasta felicemente con la tipica edodiosa retorica militarista hitleriana e mussoliniana, che i regimidei due dittatori cercavano di instillare nella mente delle personefin dalle scuole elementari.

Standosempre a Sulis figlio: Papà parlava sempre di signora Margherita,una donna toscana che li aiutava e si comportava da mamma.6

Comesottolinea l'articolista: Alla Resistenza parteciparono anchemolte donne, tra cui Pina Brizzi, 95 anni compiuti a marzo, nata ecresciuta a Carrara in Toscana, ma residente a Quartucciu dal 2003:anche lei è stata un'adolescente resistente.7

All'epoca,la signora Brizzi aveva solo 16 anni, ma mise a disposizione delleformazioni partigiane la sua conoscenza dei sentieri. Dopo l'8settembre, nascose a casa sua e salvò ben60 soldati francesi.

Ora,secondo me c'è un filo che lega i 6 quartucciai e l'allora 16ennePina: nell'Italia di allora, sia i contadini chele donne contavanopochissimo. Il contadino era considerato, dal punto di vista umano eda quello tecnico e lavorativo, la figura meno importante ed evoluta:di poco superiore all'animale.Questo, nonostante tutta laretorica che tendeva ad esaltare la sua forza fisica, il vivere acontatto con la natura, la genuinità dei suoi costumi etc. etc.

Ladonna, secondo la mentalità fascista, era destinata solo alla vitaed ai lavori domestici. Anzi secondo la brutale sententiadi Mussolini, all'Italia ladonna serviva solo per i suoi fianchi. Per il fascismo, ladonna serviva soprattutto per sfornare figli che sarebbero diventatinient'altro che carne da cannone.

Inoltre,durante la Resistenza, le donne che agivano (è il caso della sig.raBrizzi) come staffette partigianeo che comunque erano antifasciste, rischiavano torture, stupri emorte. E molto di tutto questo è toccato a parecchie di loro.

Ancheper questo Pina, che ricorda come i tedeschi la stessero portandovia: Probabilmente per fucilarla,8 ricorda la partigiana BrunaConti che le trasmise la voglia di lottare. Quel che nonostante laveneranda età, continua a fare. Pur ospite, infatti, di unastruttura sanitaria: Ha chiesto agli operatori di organizzare unaconferenza per raccontare agli altri ospiti la sua esperienza equanto sia importante festeggiare il 25 aprile.9

Ecco,è importante anzi fondamentale,proprio nel senso di ciò che sta a fondamento dellaRepubblica nata dalla Resistenza, che esperienze e ricordi di questotipo non si perdano. Soprattutto oggi, quando in Italia e non solo sitende a vedere la democrazia come un risultato normale, a cuisi sarebbe arrivati comunque.

Invecequel risultato è stato raggiunto grazie a terribili sacrifici ditantissimi esseri umani e poteva anche non arrivare.Sebbene spesso condanniamo il mondo certo non bello in cui viviamo,esso sarebbe ben peggiore se la guerra fosse stata vinta dainazifascisti e dai giapponesi.

Alriguardo, mi limito a ricordare che tipi umani sarebbero stati ivincitori, citando solo questi, pochi fatti: quando il comandantesupremo delle forze armate tedesche in Italia, Albert Kesserling funominato da Hitler capo di tutto il fronte occidentale, egli:Continuò ad inviare le sue armate a combattere persino dopo ilsuicidio di Hitler e la resa delle rimanenti truppe tedesche.10

Nelmaggio del 1940: I tedeschi imposero la resa immediata minacciandoaltrimenti di distruggere la città (di Rotterdam). Gli olandesiaccettarono la resa, ma mentre si svolgevano le trattative, laLuftwaffe, a buon conto, distrusse lacittà (). Otto anni dopo chela Germania era stata sconfitta, Kesserling manifestò ilrincrescimento di nonesser ricorso più spesso all'impiegodei bombardamenti contro i civili, per lo meno italiani.11

Unanno prima dell'attacco partigiano ad un reparto delle S.S. pressovia Rasella, a Roma, tale generale Wolff: Personalmente, avevapreso disposizioni per l'eliminazione di 300.000 ebrei nelle camere agas. Ora egli sarebbe andato in volo a sud, per occuparsidell'ostilità dei romani.12

Inseguito, infatti, all'attacco citato Hitler aveva chiesto ladeportazione ditutta la popolazione maschile di Roma. Questo non avvenne: Non giàperché fosse sbagliato o inattuabile_ e tale era, con tuttaprobabilità_ ma soltanto perché venne rinviato.13

Questieranogli uomini che avrebbero dovuto riportare l'ordine che alcunirimpiangono.

Nonstanchiamoci quindi di richiamare al dovere storico e morale dellamemoria,anche perché perfino in regimi democratici come per es. quellodell'odiernaGermania,si fa parecchio (anche a livello istituzionale) per cancellareilricordo perfino di quei pochi che in quel Paese, lottarono contro ilnazismo.14

Inoltre,rinascono anche in Italia, Ungheria, Ucraina, Polonia e Greciamovimenti che si ispirano ad ideologie neonaziste. Si sa, del resto,che esiste una sorta di Internazionale nera che collegaassociazioni di quel tipo.15

Dunquenoi che grazie a certi uomini ed a certe donne viviamo in democrazia,abbiamo l'assoluto doverestoricoe morale di impedire il ritorno del terrore nazista (sia pure sottoaltre forme). Inoltre, dobbiamo custodire e difendere la memoria e lalotta di quelle straordinarie persone, perché come diceva Benjamin:C'è un'intesa segreta fra le generazioni passate e la nostra.16



Note



1Francesca Melis, Dai campi alle armi: gli eroi partigiani.Cfr. L'Unione Sarda,25 aprile 2021, p.32.

2Cfr. Eugenio Garin, Con Gramsci,Editori Riuniti, Roma 1997, p. 43.

3E. Garin, Con Gramsci,op. cit., p. 147, n.6.

4Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni,Giulio Einaudi Editore, Torino 1945.

5F. Melis, Dai campi alle armi: gli eroi partigiani,art. cit.

6F. Melis, art. cit.

7Ibid.

8Ibid.

9Ibid.

10Robert Katz, Morte a Roma. Il massacro delle FosseArdeatine (1968), EditoriRiuniti, nuova edizione aggiornata Roma 1996, p. 90.

11R. Katz, Morte a Roma,op. cit., 90, n.1. I corsivi sono miei.

12R. Katz, op. cit., p. 104.

13Ibid., p. 223. Corsivo dell'A.

14Monika Zorn, Uccisi 2 volte.Nella Germania unificata è in atto la soluzione finaledella resistenzaantifascista, Zambon Editore,Francoforte sul Meno-Verona, 2009.

15Franco Fracassi, Il Quarto Reich.Organizzazioni, uominie programmi dell'internazionale nazista,Editori Riuniti, Roma 1996.

16Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, 2,in W. Benjamin, Angelus novus(1955), a cura di Renato Solmi, Einaudi, Torino 1995, p. 76.

6 commenti: domenica 11 aprile 2021 Il viaggio di Franco

Franco non era mai stato a Roma.

Non era mai stato neanche inaltre grandi città come Parigi, Boston, Praga, Napoli o Madrid.

Una volta era andato (col n19)a Selargius, che era piena di brave persone, però non era una grandecittà.

Comunque, tutti avevano sempredetto a Franco che Roma era la città più bella del mondo, perciòlui non vedeva l'ora di andarci.

Suo zio gli dicevacontinuamente: Guarda che la città più bella del mondo èVenezia. E' lì che devi andare!

Ma lui pensava che il caroparente dicesse così solo perché era veneziano; quindi continuò anon vedere l'ora di andare a Roma, non a Venezia.

Ma un bel giorno, Franco compròun biglietto aereo ed appunto con l'aereo, sbarcò a Roma. Quelgiorno faceva un gran caldo, ma Franco volle andare a vedere subitoil Colosseo; non gli importava che tutti corressero a farsi una belladoccia fresca.

Comunque, ad un certo punto, nelColosseo c'era solo lui. E poi quello era bellissimo, però che caldo, là a Roma!

Mentre Franco si chiedeva comepotesse rinfrescarsi, il grande monumento si riempì di acquafreschissima: sembrava una gigantesca vasca da bagno. Allora lui cisi tuffò e rimase a mollo per almeno due ore.

Quando uscì dall'acqua, loscheletro di un soldato romano gli porse un accappatoio. Franco siasciugò poi andò in albergo col cavallo del soldato, che anche seaveva almeno 2000 anni, correva come un treno.

Però Franco non raccontò mai anessuno quello che gli era successo a Roma: neanche a suo zio. Igrandi, infatti, gli dicevano sempre che aveva troppa fantasia,oppure che raccontava un sacco di bugie. I grandi sono così strani,a volte!



7 commenti: domenica 31 gennaio 2021 Sapere e non sapere

Non puoi sapere

come la vita ti colpirà,

non potrai sapere

se saranno baci, croci, lettid'amore

oppure di dolore...


Non potrai mai sapere

quali paradisi abbracciare, qualiinferni abbandonare

finché l'ala contorta del tempo

non si piegherà per sollevarti

oppure gentile gentile gentilegentile

a terra scaraventarti.


Ritornello: Non potrai saperequanto sia bello il brutto

finché l'Angelo ed il Demonio

non si giochino tutto

a poker, posta il pinzimonio


Attraversi la nebbia, ti gustipioggia e grandine,

ma non c'è nebbia, non c'èpioggia

finché la risata sgangherata deiricordi

non diventerà gioia

o finché fiumi di latte, mielegol e vino

non diventino tanta, tantasalamoia.


Non potrai mai sapere

se le scelte fatte

non ti abbiano fatto a fette:

non finché il tuo cuore giuntoall'ultimo giro

non decida di cantare l'ultimoblues

o di giocarsi tutto con la tuabiro.


Ritornello.: Non potrai saperequanto sia bello il brutto

finché l'Angelo ed il Demonio

non si giochino tutto

a poker, posta il pinzimonio.


Come un ricchissimo pezzente nonpotrai sapere niente,

quindi finché sarai vivo o almenomezzo morto

dovrai continuare ad amare,

infernare chi draculizza ilpovero, il profugo, l'orfano e la vedova...

dovrai cantare, scrivere, bere,pregare, fare l'amore

finché la Regina del Nero

non sarà tra le tue braccia e tu,

solo tu potrai conficcarle nelcuore o dove vuole

tutta quella poca forza che tiresta


Ritornello: Non potrai sapere ecc.ecc.


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